Il monte Kanate, l’ho già detto tante volte, è il
monte di Salsomaggiore Terme.
Chi abita a Salsomaggiore riconosce il “suo monte”
da chilometri e chilometri di distanza.
Quando si torna da un viaggio e si arriva nei
dintorni di casa l’occhio corre immediatamente a cercare le antenne che
costellano la cima di questo monte che sovrasta la nostra cittadina termale.
Le orribili antenne per la trasmissione dei segnali
radiotelevisivi ci fanno riconoscere al volo il monte Kanate.
Intanto, per la precisione, bisogna ricordare che,
il Kanate, è una montagna e non una collina.
Infatti con i suoi 800 m slm il nostro monte è
catalogabile come tale. E non è poco!
Questo antennuto cocuzzolo offre al biker tantissime
possibilità…
Lo si può risalire e discendere da tante parti
inserendo difficoltà a piacere.
Questa prosaica introduzione serve ad inserire la
descrizione di una stupenda escursione che il gruppetto di “quelli che…il
sabato mattina” ha compiuto durante questo Aprile strano e volubile.
Questo mese primaverile dedito,
notoriamente, a scaricare acqua sulle nostre teste, ci ha regalato ampi sprazzi
di bel tempo, quasi estivo. Giornate soleggiate e ventose hanno permesso ai
nostri sentieri di asciugarsi e ci hanno dato la possibilità di raidare divertendoci
sui sentieri del Kanate e…anche più in la.
Questo è il racconto di una di queste escursioni.
La fredda mattina non ci ha intimoriti e, poco
vestiti ci siamo trovati al solito posto per affrontare la nostra consueta
avventura sabadina.
Le condizioni atmosferiche dei giorni precedenti ci
fanno sperare bene sulle condizioni dei sentieri del Kanate, e tutti ben gasati
ci prepariamo ad affrontare le pendici della “nostra montagna”.
Non ci vuole tantissimo tempo a salire fino ai quasi
800 m della cima, e ci vuole ancor meno tempo a scendere fino al fondovalle,
quindi pensiamo di finire la gita nella valle di Varano Marchesi….ma vedremo…
Intanto cominciamo a scaldare la muscolatura in modo
significativo. Per fare questo è sufficiente salire verso passo S.Antonio
affrontando la lunga via di Case Massari.
Quest’oggi con noi c’è anche il buon Paolo, si è
unito al gruppo pedalatorio anche Andrea, e ormai è dei nostri anche Mario…..
Ottima compagnia….
Come sempre, specialmente nelle prime fasi
dell’escursione io viaggio ampiamente nelle retrovie, sbuffo come una vaporiera
di fine ‘800 spingendo sui pedali. A turno qualche amico mi fa compagnia…sanno
che la pedalata è lunga e pedalando col mio ritmo risparmiano preziose energie…
Non è ancora il tempo di affrontare la riservetta
(troppe e profonde pozze d’acqua) e quindi da Pietra Spaccata saliamo a Passo
S.Antonio per asfalto. La strada passa via fin troppo veloce e in breve siamo
all’attacco del chilometro e mezzo che ci separa dalla vetta del Kanate. Questo
tratto è sempre “mazza cristiani”. Le pendenze sono tali che permettono la
pedalata…ma riescono a impegnare a fondo il biker. Il fondo, assai brutto,
specialmente nella parte finale, non regala nulla e bisogna pigiare forte sui
pedali fino allo svalico.
Causa antenne non ci fermiamo in vetta nemmeno un
momento ed iniziamo subito la discesa.
La prima parte è sempre quella…ma…ma ogni volta è
necessario prestare attenzione.
Le tante moto che transitano su queste carraie
scavano ampi solchi che l’acqua piovana provvede ad evidenziare ancor
maggiomente, quindi…occhio!!
Questo favoloso single track è sempre divertente. A
volte assai scorrevole, a volte molto più ostico…dipende dal lavoro delle
piogge.
Quest’oggi abbiamo fortuna, pioggia e moto non hanno
scavato più di tanto e le nostre mtb scorrono allegre e veloci. Solamente
qualche pozza fangosa ci rallenta qua e la.
Ben distanziati scendiamo in allegria fino al bivio
con la variante Ruttok.
Il verde bosco ci fa godere un po’ di frescura in
questo sabato mattina che è ormai diventato quasi estivo. Riprendo la discesa
con la mia GOPRO.
La variante Ruttok è un po’ più sporca della
direttissima COP ma si va che è un piacere.
Dopo l’attraversamento del fosso (con bici a mano)
godiamo a pieno il sentiero che corre quasi in piano offrendo al pedalatore spunti tecnici con tracce in contropendenza e curve assai strette. In altri momenti ci si bea dello spettacolo offerto dalla natura in fiore perfettamente esposta al sole. Le rocce offiolitiche affioranti qua e la “scaldano” l’ambiente e ospitano una varietà notevole di arbusti fioriti.
godiamo a pieno il sentiero che corre quasi in piano offrendo al pedalatore spunti tecnici con tracce in contropendenza e curve assai strette. In altri momenti ci si bea dello spettacolo offerto dalla natura in fiore perfettamente esposta al sole. Le rocce offiolitiche affioranti qua e la “scaldano” l’ambiente e ospitano una varietà notevole di arbusti fioriti.
Quando ci si diverte la via scappa veloce, e
velocemente ci troviamo a scendere l’ultimo tratto del canalone ovest.
Anche questo tratto varia ogni volta, e per cui è una sorpresa divertente ogni volta di più. Le nostre bici scendono divertite fra i sassi e i solchi….
Anche questo tratto varia ogni volta, e per cui è una sorpresa divertente ogni volta di più. Le nostre bici scendono divertite fra i sassi e i solchi….
Ci ritroviamo tutti sulla strada asfaltata.
Giusto il tempo di riunirci.
Attraversiamo il nastro di bitume e affrontiamo il
sentiero Flash…
Anche questo single track è sempre assai divertente
e impegnativo.
Le prime curve fra gli alberi ci impegnano perché sono scavate da solchi profondi, stretti e maligni, poi lo slalom diventa più scorrevole e piacevole fino allo stretto passaggio finale fra gli alberi, dove il manubrio passa di misura fra i tronchi. Dopo un veloce passaggio all’aperto ci rituffiamo nel bosco per le ultime veloci curve sopra un letto di foglie ormai secche.
Le prime curve fra gli alberi ci impegnano perché sono scavate da solchi profondi, stretti e maligni, poi lo slalom diventa più scorrevole e piacevole fino allo stretto passaggio finale fra gli alberi, dove il manubrio passa di misura fra i tronchi. Dopo un veloce passaggio all’aperto ci rituffiamo nel bosco per le ultime veloci curve sopra un letto di foglie ormai secche.
"Che bello!" commentiamo in coro pedalando sull’ampio
sentiero che ci riporta a Berzieri. Un coro di cagnolini ci accompagna
nell’attraversamento del piccolo e bellissimo abitato che dette i natali al
medico che scoprì la beneficità delle acque termali di Salsomaggiore.
Scendiamo per asfalto fino a Besozzola e ….
Ricominciamo a salire alla volta della cima del Kanate.
La strada, inizialmente asfaltata si impenna
immediatamente, mettendo subito le carte in tavola.
Sappiamo di che morte dobbiamo morire!
Poco più in la l’asfalto lascia il posto al cemento
in una ulteriore impennata della via. Quando la strada diventa bianca le
pendenze calano un po’ e ci lasciano respirare. Mario, che aveva un impegno ci
ha lasciato…Andrea ed io viaggiamo in fondo, mentre Paolo e Luca viaggiano la
davanti…imprendibili.
Ai Boschini ci riuniamo e pedaliamo a ranghi serrati
per qualche centinaia di metri, poi…
Poi inizia il tratto davvero cattivo.
Saliamo per un erto pratone
e poi imbocchiamo la carraia che porta in vetta al Kanate. Mentre Paolo e Luca scompaiono dopo la curva, Andrea sbuffa dietro di me che provo a salire pedalando.
e poi imbocchiamo la carraia che porta in vetta al Kanate. Mentre Paolo e Luca scompaiono dopo la curva, Andrea sbuffa dietro di me che provo a salire pedalando.
Il terreno asciutto
e le gomme artigliate mi consentono di superare le prime asperità, fino
alla curva.
Poi dopo un attimo di respiro, lo strappo successivo mi ferma. Devo scendere e spingere qualche metro. Poco male. Appena più in la risalgo in bici e continuo la dura salita. Ovviamente non risaliamo fino in cima. Un ampio e vedre prato ci consente di riunire il gruppo. Ora lasciamo la carraia principale e attraversiamo una serie di prati che ci portano fino ai Montanari e di qui fino a Varone. I colpo d’occhio sulla vallata è davvero stupendo e la fatica è alleviata dalla bellezza che la natura ci offre. Da Varone saliamo a passo S.Antonio per asfalto e, sempre per asfalto percorriamo chiacchierando la strada della Costa.
Poi dopo un attimo di respiro, lo strappo successivo mi ferma. Devo scendere e spingere qualche metro. Poco male. Appena più in la risalgo in bici e continuo la dura salita. Ovviamente non risaliamo fino in cima. Un ampio e vedre prato ci consente di riunire il gruppo. Ora lasciamo la carraia principale e attraversiamo una serie di prati che ci portano fino ai Montanari e di qui fino a Varone. I colpo d’occhio sulla vallata è davvero stupendo e la fatica è alleviata dalla bellezza che la natura ci offre. Da Varone saliamo a passo S.Antonio per asfalto e, sempre per asfalto percorriamo chiacchierando la strada della Costa.
Sotto Mariano imbocchiamo il solito sentiero alle
spalle del Santuario. Anche questa strada è stata ben martoriata dal passaggio
dei trattori e delle moto. I solchi che caratterizzano questi transiti ci
impegnano decisamente, specialmente nel primo tratto.
Quando la terra si mischia con la pietra le nostre pedalate diventano più agevoli e spedite. L’alternanza di salite e discese impegnano le nostre gambe già provate, ma questo ci inorgoglisce ancor di più. Stringiamo i denti e via.
Quando la terra si mischia con la pietra le nostre pedalate diventano più agevoli e spedite. L’alternanza di salite e discese impegnano le nostre gambe già provate, ma questo ci inorgoglisce ancor di più. Stringiamo i denti e via.
Ora la lunga strada asfalta che ci porta a case
Boscaini e ancor più giù verso Case Mezzadri scorre veloce sotto le nostre
ruote tassellate.
A Case Mezzadri Luca vorrebbe proseguire alla volta
di Scansano….ma ormai è tardi…
Decidiamo di scendere per il sentiero dietro
l’osteria.
Spesso dobbiamo pestare l’erba del prato a fianco
della carraia. I mezzi agricoli e l’acqua hanno scavato pericolosamente la
carraia e i solchi sono coperti e mimetizzati dall’erba alta.
Anche questa divertente discesa finisce troppo
presto….e ci ritroviamo a valle.
Ora dobbiamo risalire se vogliamo tornare a
casa. Ovviamente lo facciamo scegliendo
la via più ostica. Abbandoniamo il “bitume” e andiamo a prendere la strada
bianca dietro l’abitato di S.Vittore.
La lunga salita, per nulla morbida, non molla un
attimo, e, le nostre gambe ormai provate danno segni di cedimento. Sbuffando
sbuffando saliamo. Cioè…Andrea ed io sbuffiamo….Paolo e Luca sono saliti agili
chiacchierando…mi fanno una rabbia!!! Stanchi ci ritroviamo sulla strada in
alto…
Potremmo scendere direttamente dai
Tintori….ma….ma…non è finita.
Andiamo a vedere come è la variante li dietro?
Va bene…..Un altro strappo codigno ci attende….e
strappiamo…
Il sentiero che taglia la collina sarebbe divertente
e molto bello, senonchè è ancora davvero sporco…
Luca che apre la fila si deve fermare qualche volta
per togliere grossi rami dal sentiero.
Peccato…la via è davvero bella.
Una discesa finale ci porta decisamente sulla strada bianca che mena ai Tintori…
Una discesa finale ci porta decisamente sulla strada bianca che mena ai Tintori…
Ora è proprio ora di tornare a casa!!
Lasciamo scivolare le nostre mtb lungo la strada
bianca, e la strada che porta a Salso diventa un salutare sciogli gambe.
Gran bel giro amici miei…gran bel giro!!!
Per chi ne vuole sapere di più....ecco l'indirizzo del filmto relativo all'escursione:
https://www.youtube.com/watch?v=7SUSggp6QWg&list=UUPQfTmVUCV3Je1Knre--uNA
https://www.youtube.com/watch?v=7SUSggp6QWg&list=UUPQfTmVUCV3Je1Knre--uNA