Il gruppo di questo
sabato mattina è ristretto ai soli Luca e me.
Con velleità di girare
mezza provincia partiamo chiacchierando nella splendida mattina.
L’aria fresca e tersa
ci mette di buon umore e di buona gamba, mentre pedaliamo su per la
Bellaria girando poi verso Cangelasio.
Visto che la gamba è
buona lasciamo l’asfalto e prendiamo per un bel prato
che ci porta proprio sotto la chiesa di Cangelasio. L’ultimo tratto è in asfalto e poi risaliamo la strada di “la valle”. Qualche giorno fa questa carraia era in ottimo stato e ben pestata dal passaggio dei trattori, le ultime piogge hanno provveduto a riscavare ampi solchi nella ghiaia, ammucchiandola disordinatamente qua e la.
Risaliamo fino a Faieto e da qui ci incamminiamo per il solito bellissimo single track che ci porta a Grotta. Luca sta cercando un “taglio” per sbucare direttamente sulla strada dalle parti di Casalino. Da giù si vede bene…ma non abbiamo capito dove arriva. Secondo me parte e arriva dalla casa alla fine del sentiero….ma…è bene controllare. Scorgiamo quella che sembra una carraia in discesa. Sembra ben tracciata (strano che non l’abbiamo mai notata prima). Decidiamo di andare a vedere dove arriva. Scendiamo qualche decina di metri e…come tante altre volte…la traccia si perde fra rami rotti, rovi, ecc.. Ci guardiamo attorno un po’ e decidiamo di ritornare sul sicuro. Andando verso Grotta continuiamo a guardare…ma niente di percorribile si presenta ai nostri sguardi attenti. Borbottando e ragionando pedaliamo ora verso Pietra Nera.
che ci porta proprio sotto la chiesa di Cangelasio. L’ultimo tratto è in asfalto e poi risaliamo la strada di “la valle”. Qualche giorno fa questa carraia era in ottimo stato e ben pestata dal passaggio dei trattori, le ultime piogge hanno provveduto a riscavare ampi solchi nella ghiaia, ammucchiandola disordinatamente qua e la.
Risaliamo fino a Faieto e da qui ci incamminiamo per il solito bellissimo single track che ci porta a Grotta. Luca sta cercando un “taglio” per sbucare direttamente sulla strada dalle parti di Casalino. Da giù si vede bene…ma non abbiamo capito dove arriva. Secondo me parte e arriva dalla casa alla fine del sentiero….ma…è bene controllare. Scorgiamo quella che sembra una carraia in discesa. Sembra ben tracciata (strano che non l’abbiamo mai notata prima). Decidiamo di andare a vedere dove arriva. Scendiamo qualche decina di metri e…come tante altre volte…la traccia si perde fra rami rotti, rovi, ecc.. Ci guardiamo attorno un po’ e decidiamo di ritornare sul sicuro. Andando verso Grotta continuiamo a guardare…ma niente di percorribile si presenta ai nostri sguardi attenti. Borbottando e ragionando pedaliamo ora verso Pietra Nera.
Salendo, si presenta ai
nostri occhi, come sirena, la ormai distrutta Torre Marchesi. La silouhette di
quel che rimane dell’antica fortificazione si staglia contro il cielo limpido
con eleganza d’altri tempi. Senza volerlo ci troviamo a parlare del sentiero
(segnalato) che passa proprio li accanto.
Il sentiero è
sostanzialmente pedonale in quando la discesa dalla torre sulla ampia carraia
sottostante, prevede un tratto attrezzato con corde fisse uso ferrata. Non mi
sembra il caso di ripetere un esperimento già provato in passato. Eppure
qualcuno mi ha detto che c’è la traccia per mtb che scende ripida …
Decidiamo di andare a
dare una occhiata al tutto.
Luca è affezionato a questi luoghi, a me piace andare a ravanare…
Luca è affezionato a questi luoghi, a me piace andare a ravanare…
In poche pedalate ci
troviamo al cospetto della torre abbandonata e pronta al crollo.
Ci vorrebbe un bel restauro conservativo. Bisogna proprio tenerla su. La si vede di lontano. Al pari di Rocha Leona, sulla Maria Longa, è una testimonianza di un passato che non si può lasciare crollare.
Ci vorrebbe un bel restauro conservativo. Bisogna proprio tenerla su. La si vede di lontano. Al pari di Rocha Leona, sulla Maria Longa, è una testimonianza di un passato che non si può lasciare crollare.
Dopo qualche
infruttifera esplorazione su tracce prima della Torre, arriviamo sulle rocce
ofiolitiche su cui è posata.
Ci gustiamo sole e panorama, e…poi ci tuffiamo seguendo la segnaletica bianco-rossa. Dopo pochi metri un piccolo segnale indica una deviazione per mtb. Tombola!
Ci gustiamo sole e panorama, e…poi ci tuffiamo seguendo la segnaletica bianco-rossa. Dopo pochi metri un piccolo segnale indica una deviazione per mtb. Tombola!
La traccia è ancora
esile, un po’ sporca ma decisamente gustosa.
Dopo un passaggio un po’ stretto, dopo una risalita da spingere, affrontiamo un breve ma stupendo trail, facendo lo slalom fra le piante e seguendo la pista discretamente segnalata.
Davvero divertente. La cosa ci ha entusiasmato davvero. Il sentierino fra gli alberi finisce in una radura con piante rade e cespugli sparsi. Se non ricordo male avrebbe dovuto esserci una bella strada bianca…o cmq una ampia carraia. Avanziamo pochi metri e la strada che ricordavo appare fra i cespugli…Seguiamola…
Dopo un passaggio un po’ stretto, dopo una risalita da spingere, affrontiamo un breve ma stupendo trail, facendo lo slalom fra le piante e seguendo la pista discretamente segnalata.
Davvero divertente. La cosa ci ha entusiasmato davvero. Il sentierino fra gli alberi finisce in una radura con piante rade e cespugli sparsi. Se non ricordo male avrebbe dovuto esserci una bella strada bianca…o cmq una ampia carraia. Avanziamo pochi metri e la strada che ricordavo appare fra i cespugli…Seguiamola…
Poco più in la un altro
cartello segnaletico ci indica la via per il “guado della Colombaia” Penso di
sapere bene dove va a finire….
Ci sono già stato
un’altra volta, anni fa, pensavo di essermi perso nelle colline. Ero sceso da
Casalino per una carraia appena fatta, e mi sono ritrovato a fare guado su
guado fino a che mi sono ritrovato a transitare a qualche metro dalla Pastoria.
Facendo finta di niente nella tarda mattinata sono svicolato alla chetichella e
sono approdato sulla Fondovalle Salso-Pellegrino.
Cosa facciamo?
Ci gustiamo la bella
discesa finchè non ci troviamo al fatidico bivio.
Cartelli colmi di
divieti ci sbarrano la strada. Vorremmo passare…ma poi c’è da andare a
litigare…
Decidiamo di seguire la
segnaletica bianco/rossa ed iniziamo a risalire.
Speravo fosse cambiato qualcosa dall’altra volta…purtroppo no…durissima salita su terreno assai infido e fangoso.
Speravo fosse cambiato qualcosa dall’altra volta…purtroppo no…durissima salita su terreno assai infido e fangoso.
Spingo sui pedali più
che posso, ma devo cedere.
Luca più avanti deve arrendersi e spingere anche lui. Non ha senso spaccarsi in due su un terreno del genere. L’argilla si attacca alle nostre coperture come cemento. Il mio copertone anteriore è da “duro e secco” scarica poco, e in breve è bloccato.
Luca più avanti deve arrendersi e spingere anche lui. Non ha senso spaccarsi in due su un terreno del genere. L’argilla si attacca alle nostre coperture come cemento. Il mio copertone anteriore è da “duro e secco” scarica poco, e in breve è bloccato.
Sono stato assai
stupido, conoscendo la questione dovevo immediatamente mettermi la bici in
spalla e iniziare un portage, che, seppure faticoso avrebbe conservata la bici
pulita o cmq non bloccata.
Alla terra ora si
attacca la ghiaia….non avanzo, quando la ruota gira è cmq di un peso
incredibile.
Decido di fermarmi e di
cominciare la pulizia…La soluzione migliore è quella di smontare la ruota e
pulire il tutto con calma. C’è argilla dappertutto e stramalediciamo quelli
della Pastoria che bloccano sentieri davvero belli per il nostro sport.
Nonostante tutto siamo
arrivati (più che altro ritornati) a Casalino. L’ora avanza, e si è fatto
tardi….non si riesce ad andare dove si pensava….
Casalino per
Casalino….decidiamo di percorrere la solita bella via e salire al monte Combù.
Poi vedremo di andare a terminare il giro dalle parti di Vigoleno….
Dopo pochi metri,
mentre ancora le ruote stanno spurgando terra, la solita salita, sempre più
irta di sassi smossi, ci costringe ad un ulteriore piccolo tratto a spinta…
Ormai va così… Il resto
del sentiero verso il Combù è noto e sempre bello.
Qualche rovo traditore provvede a segnarci braccia o gambe…ma niente di più di qualche segno.
Qualche rovo traditore provvede a segnarci braccia o gambe…ma niente di più di qualche segno.
La battaglia richiede
le sue ferite….
Non siamo nelle alpi, e
nemmeno in alto appennino…qui da un giorno all’altro i sentieri si chiudono, i
rovi (grandi lavoratori) in pochissimo tempo lanciano i loro rami ad
intrecciarsi a quelli che spuntano dalla parte opposta della via…
In breve siamo sulla
colma e rapidamente scendiamo
e iniziamo la breve ma dura risalita verso il Combù.
Le mie gambe sono un po’ legnose, e fatico più del solito sulla salita.
e iniziamo la breve ma dura risalita verso il Combù.
Le mie gambe sono un po’ legnose, e fatico più del solito sulla salita.
Luca che è già su, è in
agitazione…
Mi fa notare che dalla
vetta parte un sentiero che scende….ma dove va? Andrà in Pastoria anch’esso?
Sarà aperto o ci troveremo un cancello, o una rete a sbarrarci il passo?
Se non andiamo a vedere
non lo sapremo mai.
Il terreno è sassoso e
molto smosso, ma si scende. Ci conforta il fatto che alla nostra sinistra
abbiamo una rete metallica di separazione. Probabilmente la Pastoria è al di
là…Poi su non abbiamo visto cartelli di divieto….
Ad un certo punto il
sentiero si chiude
e ci costringe a farci largo fra i rami dei cespugli per sbucare nel prato a fianco.
Poco prima avevamo notato una deviazione….e non ne abbiamo approfittato, cosicchè eccoci qui a districarci nella vegetazione….ma è affare di pochi secondi. E dal prato sbuchiamo a poca distanza dal Lago Salmerino.
e ci costringe a farci largo fra i rami dei cespugli per sbucare nel prato a fianco.
Poco prima avevamo notato una deviazione….e non ne abbiamo approfittato, cosicchè eccoci qui a districarci nella vegetazione….ma è affare di pochi secondi. E dal prato sbuchiamo a poca distanza dal Lago Salmerino.
Dobbiamo solo decidere
come rientrare… Ormai non conviene passare da Vigoleno, i tempi si allungherebbero troppo. Decidiamo di andare verso il Gruccione e di andare a fare il guado
dello Stirone.
Memore del passaggio di
qualche giorno fa con Flora, indoviniamo subito la via per passare e in un
attimo ci ritroviamo a pedalare fra i sentieri del Parco dello Stirone.
Luca va come un
treno…io dietro faccio come posso…
Siamo sporchi, e le
pozzanghere lungo i sentieri rafforzano questo stato.
Ora sembriamo cascati in una betoniera….ma è il bello delle nostre escursioni. A casa, moglie e lavatrici avranno modo di stramaledirci.
Ora sembriamo cascati in una betoniera….ma è il bello delle nostre escursioni. A casa, moglie e lavatrici avranno modo di stramaledirci.
Percorriamo in un
baleno il tragitto che ci separa da Ponte Ghiara. Qui ci separiamo…
Luca deve andare a
Soragna….io torno a casa per la ciclabile….
Giornata davvero
divertente…
Il video è visibile a questo indirizzo:
https://www.youtube.com/watch?v=Im5olZXtl4E&list=UUPQfTmVUCV3Je1Knre--uNA
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