La nebbia è un patrimonio della bassa pianura, quella accanto al Po.
La nebbia, non fitta ma assai fredda, attanaglia Salsomaggiore come non avevo ancora visto. Mi sembra di tornare indietro nel tempo, quando abitavo a Trecasali o a Fontanellato. Una stagione del genere mette malinconia tendente alla depressione, toglie qualsiasi velleità ed energia, ti prende allo stomaco, ti stende come un uppercut. Viene voglia di stare a letto a leggere. Ma ho voglia di girare e ho voglia di sole. Scaccio con tutte le mie forze quella pigra pigrizia che alberga dentro. So che più in quota la nebbia non c'è e voglio andare a ripescare il sole. Non voglio stare quaggiù a masticare freddo. Mi vesto di tutto punto, sistemo la mia fida Scalpel e vado alla ricerca del sole. Nonostante abbia montato il fanalino rosso dietro, non mi fido a fare troppa strada asfaltata con la nebbia e allora cerco di togliermi dal traffico il prima possibile. A Contignaco giro a sinistra e comincio a salire verso la Pieve di S.Giovanni. Non sono in forma, ho le gambe vuote e accuso subito la fatica. Cerco di spingere sui pedali, ma i risultati sono davvero tristi.
Fa niente, la voglia di andare c'è...vedremo dove mi porta. Non ho ancora deciso il percorso, cercherò di gestire al meglio le energie per pedalare il miglior giro possibile.
Ancor prima di arrivare a case Tintori la nebbia comincia a diventare più rada e il sole filtra creando giochi di luce davvero belli.
Non posso sottrarmi allo scatto di qualche foto.
Continuo a salire e a faticare. Sembra che non pedali da anni. Pazienza. La salita fino a Pietraspaccata si fa sentire in modo pesante ma finalmente sono al sole pieno e i raggi mi scaldano....sensazione davvero bella e avvolgente.
Pedalo ora sulla strada che va al Passo S.Antonio. All'ombra la brina la fa ancora da padrona, e qua e la le ruote scivolano sul ghiaccio superficiale nonostante il sale sparso. Mi appresto a fare il solito giro....Strada della Costa e poi giù verso Pellegrino con deviazione verso Vianino... Dalla strada Della Costa riesco vedo le due vallate. Da una parte la Pianura padana immersa nella nebbia
Dall'altra la valle di Pellegrino al sole caldo, come se niente fosse..
nei prati noto una margherita...stupito mi fermo ad osservare...più di una margherita fa capolino fra l'erba ormai secca. Robe da matti!
Percorro velocemente la strada della costa salutando un paio di anziani pensionati che gironzolano li intorno come per scaldarsi.
poco dopo la deviazione per la chiesa di Mariano, imbocco il solito sentiero che taglia via un pò di asfalto e mi riporta sulla strada Pellegrino -Varano Melegari. Butto uno sguardo sulla sottostante valle del Ceno anch'essa invasa dalla nebbia gelida.
Giro il manubrio verso Vianino e si ricomincia a salire, faticare, sudare...ma sono montato in bici proprio per questo! Ogni tanto mi fermo a scattare qualche foto della nebbia in basso ad opprimere le vallate.
Ora guardo la valle del Ceno verso Varano Melegari...
Percorro il piccolo tratto di falso piano assai lentamente per assorbire tutto il tepore che questa costa sa offrire.
Scendo verso Vianino e mi avvicino alla nebbia che tenta di aggredire le colline. Sento l'aria fredda e umida che tende a salire.
Le lunghe unghie opaline della nebbia provano ad aggrapparsi ai colli, ma i raggi del sole tiepido riescono ancora a fermarla.
Ora risalgo verso Lusignani. Man mano che salgo sparisce il freddo e mi godo il tepore della costa assolata e protetta dal vento.
Faccio una variazione verso Maneia e poi ritorno sui passi consueti girando sulla strada bianca che va a Lusignani. La mia 29 va che è un piacere (nonostante le gambe loffie) sulla inghiaiata di leggera pendenza. A Case Veronica mi fermo a guardare la valle del Ceno e del Cenedolo in cui si infila la nebbia. Ma più si spinge in fondo alla valle e meno forza ha...la nebbia...che si frantuma contro le rive dei monti accarezzati dal pallido sole invernale (oggi è il primo giorno dopo il solstizio di inverno) .
Mando giù una barretta appoggiato ad un cassonetto rivolto al sole, mentre godo dei baci del sole. Riprendo a pedalare sulla costa verso Castellaro; quando giro in direzione Iggio la temperatura cambia improvvisamente. Come se si sentisse l'influsso negativo dell'aria della pianura le sensazioni si fanno rapidamente più fredde ed umide. La lunga discesa mi infreddolisce un pò. Nonostante le gambe spompe, quando arrivo al bivio, giro verso Stuzzano. Non è tardi ... e pedalo sulla comoda salita verso la placida frazione che raggiungo rapidamente. Affronto poi la discesa che mi porta nella gelida gola sotto Rigollo. La voglia di lasciar correre la bici è grande, ma la via è quasi totalmente all'ombra e quindi non mi fido a scendere a tutta. La possibilità di incontrare qualche tratto ghiacciato è molto alta e guido con prudenza. Quando arrivo in basso la situazione è opposta a quella della costa di Case Veronica.
Il sole non è ancora arrivato a sciogliere la brina, ma filtra appena fra i rami gelidi degli alberi lungo il torrente. Mentre l'acqua rumoreggia abbondante pedalo in fretta per tornare al sole. Come inizia la salita e ritorno al sole, il tepore solito di questo versante della montagna mi da nuova fiducia ed energia. In breve sono a Rigollo. Pedalo leggero fra le poche ma ridenti abitazioni di questo borgo incantato e poi sulla strada bianca che mena su fino al passo di Borla.
Una sosta benefica per mangiucchiare qualcosa e rimpinguare le scorte energetiche ormai esaurite. Do uno sguardo alla partenza (o arrivo) della Milanese e mi riprometto di tornare a pedalarla al più presto.
Ormai è quasi tutta discesa...
anche se l'idea di tornare da Aione mi solletica....Scendo con prudenza verso Borla. Al sole la strada è asciutta ma qua e la tratti bagnati potrebbero nascondere qualche insidia. Giunto in fondo valle...prima di girare verso Salso ho ancora qualche idea per risalire da Aione....Ma fatto il calcolo del tempo e delle energie a disposizione, do retta alla ragione e faccio rotta definitiva verso casa. La valle dello Stirone è libera da nebbia anche se la temperatura non è quella della costa lassù.
Corro veloce nella fondovalle e il sole mi assiste fin sotto Vigoleno. Davanti a me, ora, la densa e umida e fredda aria della bassa comincia ad avvolgere le case e le cose.
Accendo il fanalino "di coda" e pedalo veloce ed agile per scaldarmi un pò nella nebbia che torna a farsi quasi fitta. Ben presto sono a Case Passeri e poi a Scipione Ponte...La marmellatina mangiata su a Borla è entrata in circolo e mi fornisce le energie sufficienti per salire alla Bellaria con discreta energia.Salendo la nebbia si dirada ancora una volta ma la luce appare comunque pallida e malata, i contorni delle case e delle cose rimangono così, un pò sfumati quasi irreali, con la luce del sole malato che modella e addolcisce e smussa gli spigoli. All'altezza del cimitero sono incerto sull'andare a San Rocchino per rientrare dopo la discesa dei Cinesi. Ma fame e orario mi consigliano un veloce rientro a casa. Per oggi ne ho fatto abbastanza....
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