La mia prima settimana da pensionato è stata fisicamente
impegnativa.
Probabilmente ho richiesto un po’ troppo dal mio
fisico non più abituato ad allenamenti
impegnativi e frequenti, fatto sta che mi sono ritrovato a venerdì pomeriggio
un pochino stanco, e preoccupato per l’escursione del sabato mattina che è
sempre piuttosto tosta.
Ma alla richiesta di Flora di un allenamento per
scaricare la tensione della settimana lavorativa, non ho saputo dire di no.
Partiamo molto tranquillamente da casa alla volta di
Cangelasio. Il primo tratto di strada, totalmente su asfalto, consente di
scaldare le gambe.
Arriviamo con molta calma appena sotto Cangelasio
Ceriati e deviamo a sinistra per la via interna che porta alla chiesa. Appena
passato il ponticello sul canale, Flora decide di provare a salire per il
sentiero sul prato (via percorsa un mesetto fa con gli amici del CAI). Sarà che il terreno è in buone condizioni,
sarà che siamo più allenati, ma ci beviamo la salita come un bicchier d’acqua
(o quasi…a me l’acqua piace poco). Poco più in la rientriamo sull’asfalto per
arrivare alla salita per La Valle. Dopo la prima parte in leggera discesa,
attacchiamo decisi la salita. I temporali degli ultimi giorni hanno scavato
profondi solchi sulla via che poco tempo fa era in ottime condizioni. Solchi
profondi e cumuli di ghiaia di varia dimensione mettono a dura prova la nostra
abilità e la nostra forza. Lentamente progrediamo scegliendo con cura la
traiettoria migliore.
Nonostante qualche volta la ruota posteriore tenda a
girare a vuoto nella ghiaia, riusciamo a superare il tratto più infido.
Saliamo poi, più tranquillamente, fi a Faieto,
bypassando via prato la salitella finale assai sconnessa.
Contrariamente al solito, questa volta Flora ha
cambiato i pedali installando una versione bivalente (attacco Shimano da una
parte, pedale normale dall’altra). Con questa versione la resa della pedalata
in salita è molto migliore, anche se il fatto di avere il piede attaccato
(anche se la regolazione è molto morbida) la rende un po’ più timorosa in
discesa.
Arrivati a Faieto constatiamo che non ci sono i
tafani che ci hanno tormentato nelle scorse settimane. Meno male! Affrontiamo
allora il sentierino che ci porta a Grotta. Questo sentierino corre nel bosco
quasi parallelo alla strada un po’ più alto e nel bosco….
Il single track è in ottime condizioni e si lascia
percorrere nel migliore dei modi. Purtroppo in alcuni punti la vegetazione
tende ad invadere e a chiudere il sentiero. Nello stretto spazio disponibile il
biker spesso deve fare qualche acrobazie per evitare di essere catturato dai
rovi. E noi le facciamo…
Tanto è inevitabile ... il nostro tributo di sangue
dobbiamo versarlo….
Arriviamo velocemente a Grotta, è presto, le nuvole,
seppur grige e pesanti non ci spaventano.
Decidiamo allora di provare la via di Casalino.
Prendiamo la strada verso Pietra Nera/Berzieri ma,
dopo pochi metri giriamo secchi a destra e seguendo una chiara carraia nei
campi, velocemente scendiamo alla volta di Casalino.
La nostra collina, al tramonto, si mostra davvero
nella sua veste migliore. Nonostante la nuvolaglia incombente l’alternarsi di
colline e valloncelli, di boschi selvaggi e campi coltivati danno sensazioni e
immagini davvero incredibili. In questa stagione iniziano le arature e i
trattori disegnano supende sequenze di colori nei campi, fra un bosco e l’altro….
Mi soffermo qualche secondo a guardare queste
meraviglie mentre aspetto Flora che prudentemente arriva.
Attraversiamo il
piccolo abitato di Casalino e affrontiamo la carraia che porta a Cangelasio. La
prima serie di saliscendi nel bosco è davvero divertente e corre via veloce.
Attraversiamo i guadi di piccoli rigagnoli divertendoci con gli schizzi d’acqua
(il bello della mtb è anche…se non soprattutto…questo) poi, come sempre ci
piantiamo sulla solita ripida e sconnessa salitella. Fino a qualche tempo fa, a
volte, riuscivo a farla senza scendere a spingere se riuscivo ad affrontarla
con i rapporti giusti. Negli ultimi tempi lo stato del terreno mi nega
sistematicamente questa soddisfazione. Abbozzo due pedalate e poi scendo, prima
di andar per rovi…
Sono poi 4 o 5 metri di spinta per arrivare su….
Riprendiamo a pedalare lungo la carraia che
costeggia la frana.
Qualche tempo fa la via era più su ed eda nel bosco.
Poi una frana ha spazzato via tutto e ora i contadini hanno ricavato il
passaggio un po’ più in basso. Le pendenze non
sono terribili ma la pedalata è incerta. I profondi solchi creati dal
passaggio di mezzi agricoli (anche da un SUV che si è piantato questa
primavera) mettono in difficoltà il pedalatore che deve stare in equilibrio su
uno stretto lembo di terra pedalabile.
Lo sguardo che si apre sulla media Val Stirone è
stupendo….
I colori si alternano come sulla tela di un abile
pittore. Ci vorrebbe un “signor” fotografo per far rendere a dovere queste
meravigliose immagini. Di fretta, col telefonino cerco di cogliere quel posso.
Il resto, il bello dell’immagine lo raccolgo e lo tengo impresso nella mia
mente.
La carraia ora corre in mezzo a mura di siepi, ora nel
bosco, ora in prati ingialliti dalla stagione avanzata.
Arriviamo al cocuzzolo dove le carraie si dividono…
A destra si
va verso Cangelasio, a sinistra la via si tuffa in una ripida e sconnessa
discesa per risalire poi verso il monte Combù.
Già! il monte Combù, tanto caro all’amico Luca….
“al mon Combù, nota località sciistica delle alpi
salsesi…”
Raccontato alla francese…fa veramente effetto…e mi
vien da ridere…
Propongo a Flora di affrontare questa impegnativa
salita.
Flora che è motivatissima accetta.
Per la discesa prendiamo la recentissima traccia nel
prato di sterpaglia, tralasciando la via originale assai sconnessa e piena di
sassi smossi e taglienti.
Mollo i freni e scendo veloce, poi aspetto Flora che
come sempre usa prudenza. Ci fermiamo ai piedi della salita.
Vederla da qui sembra proibitiva, in realtà è più
brutta da vedere che da fare.
Le spiego come prenderla e la incoraggio.
Parte e di slancio supera il primo duro “gradino”.
Ottimo sta andando meglio di me…
Mi metto all’inseguimento. Sarà l’acido lattico accumulato
nella settimana, sarà che sta salendo bene, ma non riesco a raggiungerla se non
negli ultimi metri. Arriviamo in vetta (della nota montagna delle alpi salsesi)
praticamente insieme…
Insieme, ansanti, ci facciamo i complimenti.
Bella salita Flo!
Ora descrivo alla moglie la discesa.
Non ci sono particolati difficoltà tecniche, bisogna
solamente prestare attenzione ai solchi lasciati dalle moto, e dai mezzi
agricoli. Parto e lascio correre la bici invitando Flora a seguirmi cercando di
ricopiare le mie traiettorie.
Ci fermiamo a metà discesa a giocare con un cagnino
che ama rincorrere le bici…per giocare. E’ un cucciolotto giocherellone che ben
accetta qualche carezza. Ripartiamo mentre la sua padrona lo tiene fermo per
evitare che si butti al nostro inseguimento.
Ci fermiamo al fianco della nera rupe ofiolitica che
sovrasta il laghetto di Pietra Nera.
Propongo a Flora di salire fin su per guardare lo
stupendo panorama. Spingere le bici fin su è uno scherzo
e gurdandoci intorno
scattiamo qualche foto.
Di la dalla valle, di la dallo Stirone, campeggia su
uno spuntone, il fiero borgo medievale di Vigoleno. Nonostante conosca bene il
posto, nonostante l’abbia guardato da ogni lato, mi soffermo sempre incantato a
guardare questo gioiello di 1000 anni fa….
Vorrei scendere in sella, ma i passaggi fra le
piante sono davvero stretti…e desisto…uhm…
Scendiamo ancora qualche metro e andiamo al laghetto….e
vediamo la rupe dal basso all’alto…
Prima di ripartire Flora mi dice che ha un rumore
curioso alla ruota posteriore.
Mi basta sentirlo un attimo per capire.
Un raggio rotto…
Decidiamo di rientrare per asfalto…e velocemente….
Se siamo veloci riusciamo ad arrivare al Bici Shop
prima che chiuda…così, magari, Roberto ci fa una riparazione al volo.
Arriviamo lesti a Scipione Ponte, saliamo alla
Bellaria…e Flora mi propone di arrivare dall’amico meccanico scendendo dai “Cinesi”(di
fianco al ristorante cinese di Campore)..
Al cimitero di Salsomaggiore, anziché scendere per i
tornanti che portano in centro, tiriamo dritti, passiamo da S.Rocchino…e prima
di scendere per San Nicomede giriamo a destra per carraia inghiaiata..Questa
carraia non mi piace…c’è sempre troppa ghiaia….e la bici tende a “sciare” tra i
sassolini….mi piace sciare…ma con gli sci…
Nonostante il raggio rotto Flora scende tranquilla
lungo il breve single track che sbuca a Campore.
Arriviamo al Bici Shop mentre iiniziano a cadere le
prime gocce di pioggia….
“tintogna tintogna, ag’lom fata a far piovar!”
Roberto sempre gentilissimo e disponibile, nonostante
l’ora sistema la ruota di Flora. Fortunatamente si è spezzato solamente il
nipplo del raggio. In pochi minuti la bici è sistemata…
Ora piove bene, per fare i “fighi” vestiamo la
nostra attrezzatura antiacqua…e andiamo a casa…
E intanto smette di piovere….
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