lunedì 8 settembre 2014

Il Combu’ di Flora

La mia prima settimana da pensionato è stata fisicamente impegnativa.
Probabilmente ho richiesto un po’ troppo dal mio fisico  non più abituato ad allenamenti impegnativi e frequenti, fatto sta che mi sono ritrovato a venerdì pomeriggio un pochino stanco, e preoccupato per l’escursione del sabato mattina che è sempre piuttosto tosta.
Ma alla richiesta di Flora di un allenamento per scaricare la tensione della settimana lavorativa, non ho saputo dire di no.
Partiamo molto tranquillamente da casa alla volta di Cangelasio. Il primo tratto di strada, totalmente su asfalto, consente di scaldare le gambe.
Arriviamo con molta calma appena sotto Cangelasio Ceriati e deviamo a sinistra per la via interna che porta alla chiesa. Appena passato il ponticello sul canale, Flora decide di provare a salire per il sentiero sul prato (via percorsa un mesetto fa con gli amici del CAI).  Sarà che il terreno è in buone condizioni, sarà che siamo più allenati, ma ci beviamo la salita come un bicchier d’acqua (o quasi…a me l’acqua piace poco). Poco più in la rientriamo sull’asfalto per arrivare alla salita per La Valle. Dopo la prima parte in leggera discesa, attacchiamo decisi la salita. I temporali degli ultimi giorni hanno scavato profondi solchi sulla via che poco tempo fa era in ottime condizioni. Solchi profondi e cumuli di ghiaia di varia dimensione mettono a dura prova la nostra abilità e la nostra forza. Lentamente progrediamo scegliendo con cura la traiettoria migliore.
Nonostante qualche volta la ruota posteriore tenda a girare a vuoto nella ghiaia, riusciamo a superare il tratto più infido.
Saliamo poi, più tranquillamente, fi a Faieto, bypassando via prato la salitella finale assai sconnessa.
Contrariamente al solito, questa volta Flora ha cambiato i pedali installando una versione bivalente (attacco Shimano da una parte, pedale normale dall’altra). Con questa versione la resa della pedalata in salita è molto migliore, anche se il fatto di avere il piede attaccato (anche se la regolazione è molto morbida) la rende un po’ più timorosa in discesa.
Arrivati a Faieto constatiamo che non ci sono i tafani che ci hanno tormentato nelle scorse settimane. Meno male! Affrontiamo allora il sentierino che ci porta a Grotta. Questo sentierino corre nel bosco quasi parallelo alla strada un po’ più alto e nel bosco….
Il single track è in ottime condizioni e si lascia percorrere nel migliore dei modi. Purtroppo in alcuni punti la vegetazione tende ad invadere e a chiudere il sentiero. Nello stretto spazio disponibile il biker spesso deve fare qualche acrobazie per evitare di essere catturato dai rovi. E noi le facciamo…

Tanto è inevitabile ... il nostro tributo di sangue dobbiamo versarlo….

Arriviamo velocemente a Grotta, è presto, le nuvole, seppur grige e pesanti non ci spaventano.
Decidiamo allora di provare la via di Casalino.
Prendiamo la strada verso Pietra Nera/Berzieri ma, dopo pochi metri giriamo secchi a destra e seguendo una chiara carraia nei campi, velocemente scendiamo alla volta di Casalino.
La nostra collina, al tramonto, si mostra davvero nella sua veste migliore. Nonostante la nuvolaglia incombente l’alternarsi di colline e valloncelli, di boschi selvaggi e campi coltivati danno sensazioni e immagini davvero incredibili. In questa stagione iniziano le arature e i trattori disegnano supende sequenze di colori nei campi, fra un bosco e l’altro…. Mi soffermo qualche secondo  a guardare queste meraviglie mentre aspetto Flora che prudentemente arriva.
Attraversiamo il piccolo abitato di Casalino e affrontiamo la carraia che porta a Cangelasio. La prima serie di saliscendi nel bosco è davvero divertente e corre via veloce.
Attraversiamo i guadi di piccoli rigagnoli divertendoci con gli schizzi d’acqua (il bello della mtb è anche…se non soprattutto…questo) poi, come sempre ci piantiamo sulla solita ripida e sconnessa salitella. Fino a qualche tempo fa, a volte, riuscivo a farla senza scendere a spingere se riuscivo ad affrontarla con i rapporti giusti. Negli ultimi tempi lo stato del terreno mi nega sistematicamente questa soddisfazione. Abbozzo due pedalate e poi scendo, prima di andar per rovi…
Sono poi 4 o 5 metri di spinta per arrivare su….
Riprendiamo a pedalare lungo la carraia che costeggia la frana.
Qualche tempo fa la via era più su ed eda nel bosco. Poi una frana ha spazzato via tutto e ora i contadini hanno ricavato il passaggio un po’ più in basso. Le pendenze non  sono terribili ma la pedalata è incerta. I profondi solchi creati dal passaggio di mezzi agricoli (anche da un SUV che si è piantato questa primavera) mettono in difficoltà il pedalatore che deve stare in equilibrio su uno stretto lembo di terra pedalabile.
Lo sguardo che si apre sulla media Val Stirone è stupendo….
I colori si alternano come sulla tela di un abile pittore. Ci vorrebbe un “signor” fotografo per far rendere a dovere queste meravigliose immagini. Di fretta, col telefonino cerco di cogliere quel posso. Il resto, il bello dell’immagine lo raccolgo e lo tengo impresso nella mia mente.
La carraia ora corre in mezzo a mura di siepi, ora nel bosco, ora in prati ingialliti dalla stagione avanzata.

Arriviamo al cocuzzolo dove le carraie si dividono…
 A destra si va verso Cangelasio, a sinistra la via si tuffa in una ripida e sconnessa discesa per risalire poi verso il monte Combù.

Già! il monte Combù, tanto caro all’amico Luca….
“al mon Combù, nota località sciistica delle alpi salsesi…”
Raccontato alla francese…fa veramente effetto…e mi vien da ridere…
Propongo a Flora di affrontare questa impegnativa salita.
Flora che è motivatissima accetta.
Per la discesa prendiamo la recentissima traccia nel prato di sterpaglia, tralasciando la via originale assai sconnessa e piena di sassi smossi e taglienti.
Mollo i freni e scendo veloce, poi aspetto Flora che come sempre usa prudenza. Ci fermiamo ai piedi della salita.

Vederla da qui sembra proibitiva, in realtà è più brutta da vedere che da fare.
Le spiego come prenderla e la incoraggio.

Parte e di slancio supera il primo duro “gradino”.
Ottimo sta andando meglio di me…
Mi metto all’inseguimento. Sarà l’acido lattico accumulato nella settimana, sarà che sta salendo bene, ma non riesco a raggiungerla se non negli ultimi metri. Arriviamo in vetta (della nota montagna delle alpi salsesi) praticamente insieme…
Insieme, ansanti, ci facciamo i complimenti.
Bella salita Flo!

Ora descrivo alla moglie la discesa.
Non ci sono particolati difficoltà tecniche, bisogna solamente prestare attenzione ai solchi lasciati dalle moto, e dai mezzi agricoli. Parto e lascio correre la bici invitando Flora a seguirmi cercando di ricopiare le mie traiettorie.

Ci fermiamo a metà discesa a giocare con un cagnino che ama rincorrere le bici…per giocare. E’ un cucciolotto giocherellone che ben accetta qualche carezza. Ripartiamo mentre la sua padrona lo tiene fermo per evitare che si butti al nostro inseguimento.

Ci fermiamo al fianco della nera rupe ofiolitica che sovrasta il laghetto di Pietra Nera.

Propongo a Flora di salire fin su per guardare lo stupendo panorama. Spingere le bici fin su è uno scherzo
e gurdandoci intorno scattiamo qualche foto.

Di la dalla valle, di la dallo Stirone, campeggia su uno spuntone, il fiero borgo medievale di Vigoleno. Nonostante conosca bene il posto, nonostante l’abbia guardato da ogni lato, mi soffermo sempre incantato a guardare questo gioiello di 1000 anni fa….
Vorrei scendere in sella, ma i passaggi fra le piante sono davvero stretti…e desisto…uhm…

Scendiamo ancora qualche metro e andiamo al laghetto….e vediamo la rupe dal basso all’alto…

Prima di ripartire Flora mi dice che ha un rumore curioso alla ruota posteriore.
Mi basta sentirlo un attimo per capire.
Un raggio rotto…
Decidiamo di rientrare per asfalto…e velocemente….
Se siamo veloci riusciamo ad arrivare al Bici Shop prima che chiuda…così, magari, Roberto ci fa una riparazione al volo.
Arriviamo lesti a Scipione Ponte, saliamo alla Bellaria…e Flora mi propone di arrivare dall’amico meccanico scendendo dai “Cinesi”(di fianco al ristorante cinese di Campore)..
Al cimitero di Salsomaggiore, anziché scendere per i tornanti che portano in centro, tiriamo dritti, passiamo da S.Rocchino…e prima di scendere per San Nicomede giriamo a destra per carraia inghiaiata..Questa carraia non mi piace…c’è sempre troppa ghiaia….e la bici tende a “sciare” tra i sassolini….mi piace sciare…ma con gli sci…
Nonostante il raggio rotto Flora scende tranquilla lungo il breve single track che sbuca a Campore.
Arriviamo al Bici Shop mentre iiniziano a cadere le prime gocce di pioggia….
“tintogna tintogna, ag’lom fata a far piovar!”
Roberto sempre gentilissimo e disponibile, nonostante l’ora sistema la ruota di Flora. Fortunatamente si è spezzato solamente il nipplo del raggio. In pochi minuti la bici è sistemata…
Ora piove bene, per fare i “fighi” vestiamo la nostra attrezzatura antiacqua…e andiamo a casa…
E intanto smette di piovere….  


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