Questa mattina di fine estate, estate che per
altro non è mai voluta arrivare, estate che si nasconde, si fa vedere e poi
fugge, estate che come tante belle donne si fa desiderare e poi…poi passa il
tempo e non c’è più tempo…per l’estate, l’autunno bussa prepotentemente alle
porte e l’aria è già viperina e fredda anche nelle belle giornate di sole.
In questa mattina di fine estate, in questa mattina
di inizio autunno, voglio provare a raccontarvi di una bella uscita in
compagnia, di una bella mattina di fine primavera che sembrava già estate e faceva
sperare bene.
Era un sabato mattina maggengo (come il parmigiano
buono) con l’aria già calda e il sole limpido praticamente da spiaggia, quando
la solita compagnia arricchita del buon Paolino (quello del sentiero: Turni a
case Ratti ) si incamminava con il ritmo tipicamente estivo. Quella pedalata inzialmente un po’ indolente che ti assale nelle giornate che minacciano di essere
troppo calde…ma che poi assume la cadenza decisa che la mtb richiede nei
momenti topici.
L’idea era quella di fare un giro lungo, unendo
tracciati già collaudati durante l’inverno. Va specificato, prima di procedere
con il racconto, che, anche se in quella mattina l’atmosfera era tipicamente da
spiaggia, nei giorni precedenti…erano necessari la giacca e l’ombrello.
Conoscendo i nostri terreni abbiamo scelto il giro
così congegnato proprio per andare a pescare quei sentieri o carraie ben
esposte al sole, e facili ad asciugare rapidamente.
Fine delle barbose premesse…pedaliamo…
Dopo il solito ritrovo, attraversiamo il centro di
Salsomaggiore e dopo qualche chilometro di riscaldamento sulla strada che va
verso il passo di S.Antonio iniziamo a salire lungo la strada che mena a case
Tintori
. Per salire in quota questa è la via più dolce, anche se poi l’ultimo strappo è davvero velenoso…ma è l’ultimo…(per quel tratto di strada).
. Per salire in quota questa è la via più dolce, anche se poi l’ultimo strappo è davvero velenoso…ma è l’ultimo…(per quel tratto di strada).
Intanto siamo fuori dal traffico e ci possiamo
permettere qualche chiacchiera burlona.
Dopo un po’ mi ritrovo fanalino di coda e
chiacchiero da solo….
Al pubblico adduco le solite scuse…sono indietro per
via delle riprese….e alla domanda: ma come mai gli altri sono così
avanti?....rispondo sicuro e falso che è l’effetto del grandangolo della camera
che falsa le distanze….e mi cresce il naso!
Intanto, affrontiamo soffrendo lo strappo che porta a
Pietra Spaccata
e rifiatiamo sulla breve discesa che ci riporta sulla strada del Mille Pini….
e rifiatiamo sulla breve discesa che ci riporta sulla strada del Mille Pini….
Un paio di tornanti e ad un bivio la squadra si
divide….chi va per strada asfaltata e chi, come i soliti cinghiali, affronta
l’incognita “riservetta”..
Quest’anno, vuoi per le abbondanti piogge, vuoi per
il passaggio frequente delle moto, questa via si presenta spesso molto ostica,
costellata di buche la cui profondità è di difficile calcolo, con molte pietre
smosse lungo le salite, e profondi solchi entro cui è difficile pedalare…
Intanto facciamo allenamento!
Affronto con timore un paio di buche dall’acqua
color caffèlatte e un paio di volte in salita devo appoggiare il piede per non
cadere…ma alla fine è sempre divertente.
Alla fine ci ritroviamo tutti sulla lunga Strada
della Costa…
Quando iniziai a pedalare con le ruote grasse questa
strada era una stupenda inghiaiata su cui misurare le residue energie dopo un
giro tosto, oggi è una scorrevole strada asfalta dalle pendenze e dagli strappi
taglia gambe, specie alla fine di un giro….e se fatta andando incontro al
Kanate.
Nell’altro senso e ad inizio giro la strada corre
via sotto le nostre ruote che è un piacere.
In un attimo siamo sotto Mariano…e andiamo a vedere
come è il sentiero….
L’inizio non è dei migliori…
Qui siamo a nord, nel bosco, con terreno
argilloso….le piogge recenti e il passaggio dei trattori hanno ridotto a mal
partito il primo tratto.
Facciamo qualche acrobazia da calcio saponato per stare in sella…ma la cosa riesce anche divertente. L’unico che mugugna è il nostro campione che vede di malocchio l’idea di sporcare la sua Scalpel….Man mano che il sentiero piega ad ovest ed il bosco si fa più rado, il sentiero migliora e diventa scorrevole e veloce….infatti resto indietro…
Facciamo qualche acrobazia da calcio saponato per stare in sella…ma la cosa riesce anche divertente. L’unico che mugugna è il nostro campione che vede di malocchio l’idea di sporcare la sua Scalpel….Man mano che il sentiero piega ad ovest ed il bosco si fa più rado, il sentiero migliora e diventa scorrevole e veloce….infatti resto indietro…
Complice una telefonata non del tutto inaspettata,
devo fare attendere i miei soci che si parcheggiano al sole a mo di lucertole…
Usciti dal bosco affrontiamo un altro paio di carraie
e un prato dall'erba alta
e siamo al bivio stradale che porta a Case Boscaini….
e siamo al bivio stradale che porta a Case Boscaini….
Scendiamo invece verso Montesalso e in velocità
imbocchiamo la Marialonga. E’ sempre una bella via, la prima parte specialmente
è ben percorribile. Il gruppetto si allunga parecchio, e come sempre sono
l’ultimo della fila…ma è colpa del navigatore a cui ho dovuto cambiare le pile…
Prima dello strappo per Pietra Corva ci riuniamo per
affrontare la discesa che ci porterà verso la salita di Monte Inverno.
L’anno scorso la discesa era in cattive
condizioni…quest’anno….se possibile, è notevolmente peggiorata…
Pian piano la scendiamo. Nemmeno tanto piano alla
fine. In un paio di tratti usiamo più circospezione, tutto qui. Un
bell’allenamento su una via che presenta pietre smosse, buche gradini e
soprattutto solchi profondi da evitare e/o da scavalcare.
Sotto lo sguardo stranito di un personaggio che sostava
lungo la via passiamo la piccola chiesetta di Visiano e iniziamo
l’avvicinamento a Monte Inverno. Dapprima abbandoniamo l’asfalto per una strada
bianca, poi abbandoniamo la strada bianca per una single track in salita.
L’attacco a M.te Inverno è iniziato. La prima parte di salita è assolutamente
divertente e ben pedalabile,
la successiva sequenza di strappi ci mette a dura prova e per un piccolo tratto devo scendere e spingere il mezzo.
la successiva sequenza di strappi ci mette a dura prova e per un piccolo tratto devo scendere e spingere il mezzo.
Sono pochi metri ma…
Sul crinaletto sommitale di M.te Inverno, ci
concediamo un attimo di sosta per rifiatare e mangiare una barretta o
similare…Abbiamo già fatto parecchia strada…ma ne dobbiamo fare ancora
parecchia.
Adesso inizia la goduria…
Dopo un piccolo tratto in falso piano, il single
track si butta in discesa offrendo qualche curva parabolica davvero gustosa.
Si arriva poi su un ampio prato e di qui si continua a scendere per strada bianca in cui è moto facile prendere parecchia velocità.
Si arriva poi su un ampio prato e di qui si continua a scendere per strada bianca in cui è moto facile prendere parecchia velocità.
Tra due fattorie imbocchiamo un sentiero appena
accennato che scende veloce a valle. La in fondo, lo sappiamo, ci sono state
frane e smottamenti e il sentiero è stato quasi cancellato, ma ce la caviamo
seguendo il fiuto e la memoria di Luca che con un paio di by pass per prati si
reimmette sul tracciato corretto.
E siamo già a valle….
La bella discesa è terminata, e ci aspetta una lunga
risalita….
Per pochi metri prendiamo la strada che da Varano
Marchesi sale verso Case Boscaini, e poi giriamo a destra per ampia strada
sterrata. Meno male che è asciutta!!!
Questa carraia sale inesorabile sotto il sole che
ora scalda sul serio, il fondo abbastanza friabile, frena irrimediabilmente le
nostre ruote. Sbuffo e risbuffo salendo assieme al buon Mario appena davanti a
me. Gli altri sono sfrecciati avanti e ci aspettano al prossimo bivio.
Mario e d io, non più giovanissimi, usiamo
l’esperienza e il buon senso risparmiando energie per il poi….(la buttiamo di
li e così sia).
Pedalata dopo pedalata arriviamo in un gran prato,
lo attraversiamo e, riunendoci al gruppo affrontiamo un sentiero inerbato
prima, ben segnato poi,
che ci porta sopra l’abitato di Case Mezzadri.
che ci porta sopra l’abitato di Case Mezzadri.
La successiva fermata all’osteria (per fare scorta
d’acqua) è d’obbligo. Dalla cucina della trattoria escono profumi tentatori
che, data l’ora, insidiano notevolmente la nostra volontà pedalatoria. Abbiamo
ancora parecchia strada da fare….
Forza e coraggio e spingere sui pedali.
Quest’oggi pedalare sulla costa di Scansano è
davvero divertente, il terreno non è perfetto ma si lascia aggredire dalle
nostre artigliate coperture. C’è fango, ma in modo accettabile. Diciamo pure
che l’alternanza fra asciutto e bagnato rende molto interessante il percorso.
Ad un certo punto Mario deve fermarsi per una telefonata, continuo a salire tranquillo, troppo tranquillo, in una buca assassina (ho valutato male la sua profondità) la mia ruota anteriore si pianta letteralmente e a nulla valgono gli sforzi per uscire dignitosamente dall’impasse. Devo scendere (cercando di non mettere lo scarpino nel posto sbagliato) e tirare su di brutto la ruota impantanata. Sembra sia sprofondata in una gettata di cemento. Così, mentre Mario mi raggiunge arriviamo al bivio tra Scansano e Varano Marchesi. Ora ci aspetta uno strappo in salita non indifferente. Fortunatamente siamo su strada bianca e non abbiamo le ruote piene di terra come quest’inverno . Saliamo e giriamo in direzione del “riservino” . Un bel tratto off road in saliscendi molto scorrevole che ci fa arrivare sulla strada del Gabbiano. Questa via è stata uno dei miei primi percorsi di allenamento con la bds.
Ad un certo punto Mario deve fermarsi per una telefonata, continuo a salire tranquillo, troppo tranquillo, in una buca assassina (ho valutato male la sua profondità) la mia ruota anteriore si pianta letteralmente e a nulla valgono gli sforzi per uscire dignitosamente dall’impasse. Devo scendere (cercando di non mettere lo scarpino nel posto sbagliato) e tirare su di brutto la ruota impantanata. Sembra sia sprofondata in una gettata di cemento. Così, mentre Mario mi raggiunge arriviamo al bivio tra Scansano e Varano Marchesi. Ora ci aspetta uno strappo in salita non indifferente. Fortunatamente siamo su strada bianca e non abbiamo le ruote piene di terra come quest’inverno . Saliamo e giriamo in direzione del “riservino” . Un bel tratto off road in saliscendi molto scorrevole che ci fa arrivare sulla strada del Gabbiano. Questa via è stata uno dei miei primi percorsi di allenamento con la bds.
Con mio fratello si partiva da Fontanellato , si
arrivava fin quassù via Lago Tana/Bombodolo e si rientrava scendendo a pieve di
Cusignano, Santa Margherita ecc…
Bei tempi andati, quando riuscivo a spingere
tranquillamente il 53/42 davanti e l’11/23 dietro.
Fa niente pensiamo al domani!
Percorriamo poche centinaia di metri sull’asfalto e
giriamo d’improvviso a destra per un sentiero fra due case….se non lo si
conosce bene…è davvero difficile da imboccare!
Con veloce discesa su terreno erboso
arriviamo fin sotto il Cerreto e da qui scendiamo per i veloci tornanti fino a Pieve di Cusignano.
arriviamo fin sotto il Cerreto e da qui scendiamo per i veloci tornanti fino a Pieve di Cusignano.
Poco più in la ricominciamo a salire la strada del
Santuario di Mariano (di benedizioni ne abbiam sempre bisogno…non fanno mai
male). La stanchezza comincia ad insinuarsi nelle gambe e nel morale e questi
due chilometri gridano vendetta nei miei muscoli.
Fatico sempre di più a stare in gruppo, ma soprattutto
ad ogni salita fatico sempre di più.
In ogni modo arrivo su e per rientrare percorriamo
la bella costa di Monte Manulo. Passiamo sotto il monte Ghinardo (mandando un
pensiero al Sentiero Feroce)
e attacchiamo la ripida ma breve rampa che porta sopra la casa del pastore. In discesa come sempre ci accolgono alcuni cagnetti abbaianti che abitano in questa casa mezza bruciacchiata, con ruderi buttati li, che non capisco mai se ci abita realmente qualcuno o solo animali lasciati li….Questi cagnini, non mi sembrano molto grassi…mah!
e attacchiamo la ripida ma breve rampa che porta sopra la casa del pastore. In discesa come sempre ci accolgono alcuni cagnetti abbaianti che abitano in questa casa mezza bruciacchiata, con ruderi buttati li, che non capisco mai se ci abita realmente qualcuno o solo animali lasciati li….Questi cagnini, non mi sembrano molto grassi…mah!
Ancora un strappo in salita,
pochi metri straccia gambe e ancora una discesa tra buche e solchi da moto…. Con la stanchezza accumulata bisogna prestare attenzione…mettere una ruota in fallo è un attimo…
pochi metri straccia gambe e ancora una discesa tra buche e solchi da moto…. Con la stanchezza accumulata bisogna prestare attenzione…mettere una ruota in fallo è un attimo…
L’ultimo strappo serio della giornata svuota definitivamente il serbatoio dell’
energia.
Avanza solamente il carburante per arrivare a casa.
Avanza solamente il carburante per arrivare a casa.
Luca e i Paoli, veramente in forma vorrebbero
inserire anche la discesa verso Casa Pietra e il rientro da Tabiano.
Io non ne ho più, l’ora è tarda…e dico agli amici
che rientro per strada da S.Vittore…
Rientriamo tutti insieme….
E’ il bello della nostra compagnia…si segue sempre
il più debole (cioè io)…e non si lascia solo chi è in difficoltà….o ha finito
tempo o energia….
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