Questa escursione l’abbiamo pedalata ai primi giorni
di sole dopo tanta pioggia. Sapevamo che nei pochi momenti di tepore i sentieri
non si sarebbero sicuramente asciugati, ma, la voglia di lasciare l’asfalto era
tanta e abbiamo deciso di rischiare e provare ad entrare nel “fuori strada”. Il
gioco di parole è curioso, ma rende l’idea.
Le previsioni davano cielo splendidamente sereno, ma
la mattina salsese era inaspettatamente grigia e fredda. Bel colpo!
Ormai avevamo deciso di uscire…tanto avevamo
pedalato già parecchio nel brutto tempo che, volta più volta meno…e partiamo.
Con noi anche questa volta l’amico Mario, fungaiolo
provetto, che, ci risulta da fonte sicura, conosca benissimo il crinale sopra
Scansano.
Bene!!
Per scaldare per bene le gambe scegliamo di salire
per la dura via dei Massari. Quando la strada comincia a salire decisa una aria
densa, nebbiosa, umida ci rendono difficile la progressione.
Sudiamo come i matti e fatichiamo nell’umidità.
Ci rendiamo conto che la caligine sopra di noi è
nebbia alta. Poco dopo infatti entriamo nel grigiore, ma intravvediamo sopra di
noi probabili aperture di sereno. Come d’incanto la nebbia si apre e ci
ritroviamo sotto un bellissimo sole.
Che meraviglia! Dopo tanto grigio, dopo tanta
pioggia, finalmente ci ritroviamo a pedalare sotto un sole tiepido e rassicurante.
Saliamo da Pietraspaccata alla strada della Costa lentamente godendo del tepore
inusuale.
Le lunghe discese asfaltate della strada della
Costa raffreddano il sudore che abbiamo
accumulato durante la salita. Un banco di nebbia ci inghiotte voracemente.
Riemergiamo poco dopo alla fine di una salita. Siamo sotto Mariano e decidiamo
di provare il sentiero che aggira il santuario. Speriamo bene. L’argilla zuppa
d’acqua, ha reso il sentiero un campo da calcio saponato. A complicare le cose
ci si mettono le profonde impronte lasciate da un trattore.Tentando una manovra improbabile tra un fosso e un altro la ruota posteriore scivola in modo netto, pesto sui pedali tentando di uscire dall’impasse, niente da fare. Prima di riuscire a sganciare i pedali mi ritrovo col sedere per terra. Oggi le comiche! Gli amici se la ridono…e io …anch’io sghignazzo con loro. Non sono poi così sporco. Poco dopo lo stato del sentiero migliora un po’ e si riesce comunque a progredire in modo sensibile. E’ tanto tempo che non pedalo decisamente in fuori strada, sono abbastanza in difficoltà, la mtb mi va da tutte le parti. Più provo a dominarla, più mi sfugge. Dopo qualche altro numero circense, decido di prenderla con le buone, e accompagno la marcia con delicatezza. Va molto meglio. Perdo meno terreno rispetto ai miei soci e soprattutto evito i numeri da circo.
Usciamo dal fango e torniamo a scendere su asfalto.
Dirigendoci verso case Boscaini la velocità aumenta e le nostre ruote lanciano
in aria proiettili di fango. Una strada bianca aggira la collina e in breve
arriviamo a Case Mezzadri. Ora incomincia una nuova avventura off road nel
fango. Attraversiamo la strada e iniziamo a salire. La ghiaia si trasforma
nuovamente in fango. Mario sa benissimo dove siamo….e anch’io ben presto mi
ritrovo.
Il giorno di
fine anno, quando son caduto nei pressi di casa, prima di scendere dai
canaloni…ero a pochi metri da qui… Non avevo affrontato questo tratto a causa
del fango che immaginavo. Avevo ragione al 100%. Ben presto le nostre ruote affondano in una
melma chiara, quasi biancastra, un misto di argilla e ghiaia che tende a
bloccare la nostra pedalata.
Per un tratto deviamo in un prato, poi dobbiamo
tornare sulla via. Le nostre mtb sono ridotte da far paura….ma siamo passati.
Ora dirigiamo verso Scansano. La strada la
so…bisogna solo vedere quanto fango troveremo sulla via.
Di fango ce n’è, e non poco, ma in un modo o
nell’altro riusciamo a venirne a capo.
Quando sembrava che il peggio fosse passato, sono
cominciati i problemi. Quasi contemporaneamente, tutti e tre abbiamo iniziato
ad avere problemi con catena e cambio posteriore.
Ogni tanto, quando si spingeva sui pedali, tutto il
sistema di trazione andava in blocco. Veloci a scendere, si faceva girare un
po’ all’indietro e in avanti il sistema traente. Tutto sembrava ok, ma dopo
poco, l’insieme fangoso che noi insistevamo a chiamare catena, si ribloccava.
Un discreto calvario. Arriviamo in qualche modo
sopra Scansano. Troppo presto per rientrare…
Mario ci suggerisce di proseguire di crinale….
Ci inerpichiamo lungo una strada bianca. I problemi
alla catena si fanno seri.
Ci fermiamo e proviamo a pulire il tutto con quello
che abbiamo. Ho anche un po’ di svitol….Le cose migliorano solo di poco.
Alla fine della salita la gradita sorpresa: nei
pressi di una casa c’è una bellissima fontana.
Ci avviciniamo e apriamo il rubinetto. C’è l’acqua!
Apriamo tutto e laviamo pignoni, corone e catena.
Mooooolto, mooolto meglio.
Riprendiamo contenti la nostra marcia di costa.
La via corre agevole e bella….corre corre…e si ferma
ad una casa. Bellissima casa con piante di olivo attorno….ma si ferma.
Guardiamo nei dintorni se ci fosse qualche canalone per scendere…niente di
fattibile. Rinculiamo delusi e decidiamo
di deviare per una carraia incrociata poco prima. Un cartello ci mette in
guardia sul pericolo di mezzi agricoli al lavoro…
Non mezzi agricoli, ma nuovo fango ci fanno sudare
lungo il sentiero davvero bello.
Poi una discesa veloce e il terreno migliora
gradatamente. Prima strada bianca e poi quasi asfalto.
In men che non si dica ci ritroviamo sulla strada
“del Gabbiano” . Era tanto tempo che non passavo di li! Di qui passavo nei miei primi allenamenti con
la bici da strada….Ora ricordo tutto, curve, fontane….e ricordo anche un taglio
fra i prati che ci porta direttamente sotto l’agriturismo “il Cerreto”.
Visto che siamo “cinghiali dentro” tagliamo per
carraie fangose fin sotto il sopraccitato agriturismo.
Il velo d’acqua e fango viscido rendono la semplice
discesa un vero terno al lotto. Le bici ondeggiano e sbandano, vanno dove
vogliono loro. Restare in sella è davvero un miracolo di equilibrismo.
Usciamo
anche da questa situazione e scendiamo veloci, via asfalto, fino a Pieve di
Cusignano. Ora dirigiamo verso casa….Luca vorrebbe salire a Monte Manulo…ma, a
parte l’ora che ormai si fa tarda, troveremmo un fango davvero “bloccante”.
Aggiriamo S.Vittore e saliamo per la solita strada bianca. L’ultima salita è
sempre la più dura.Arriviamo al valico davvero stanchi.
Ora non ci rimane che scendere….e scendiamo per la
via più sicura e veloce. La via dei Tintori ci vede sfrecciare alla volta di
Salsomaggiore.
Ormai siamo a casa…sporchi come poche altre volte….felici
come sempre, forse qualcosa in più.
E' possibile visionare il filmato dell'escursione al seguente indirizzo:
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