E’ passato un mese dalla
Maratona, e le emozioni e le sensazioni provate emergono ora depurate dalla
adrenalina che necessariamente condisce i momenti di vita intensa.
La maratona e in special modo la maratona di Roma è, per noi, un
momento di vita davvero intensa.
Una prova lunga ed impegnativa come la maratona richiede mesi di
preparazione, e sacrifici notevoli in termini di tempo e fatica. E di fatica ne
abbiamo fatta, scarpe ne abbiamo consumate. Il passo del FW poi richiede
proprio la completa rullata del piede e la spinta finale con l’alluce…questo fa
si che l’asfalto si divori velocemente le sottili suole delle scarpe. Se poi,
si vuole andare con scarpe leggere e performanti, per avere una prestazione
migliore….
Sei sempre dal negoziante di fiducia a comperare scarpe…
Quest’anno Flora ed io abbiamo provato a preparare la “nostra”
maratona di Roma in modo serio per una prestazione degna.
Allenamenti a varie velocità e lunghezze, test sui lunghi,
variazioni di ritmo e tante prove per ottimizzare lo stile, che nel FW è
fondamentale.
Quest’anno, infatti, ci siamo proposti di percorrere l’intero
tracciato della maratona di Roma in stile FW.
L’impegno ce l’abbiamo messo tutto e anche qualcosa in più…
Il test di Scarnafigi è stato positivo ed incoraggiante..
E siamo partiti alla volta della Città Eterna. Abbiamo riempito
gli zaini di poche cose e molta buona volontà, con la certezza di aver
dimenticato a casa qualcosa d’importante; una buona scusa per andare a far
compere all’interno degli stand dell’EUR dove si completava il ritiro del
pettorale e del pacco gara.
Un acciacco dell’ultimo momento e le previsioni meteo assai poco
favorevoli, fanno si che Flora debba rinunciare alla sua prova. Ha il broncio
(ed ha ragione) ma sono cose capitano. Provo a consolarla promettendole regali
non meglio chiariti.
Comunque a Roma ci aspetta la nostra amica Fulvia con la quale
gironzoleremo per la capitale in qualità di turisti, nel pre e nel post gara.
Comunque vada sarà un ottimo week end lungo.
Il viaggio in treno (classe e biglietto super economico) è lungo e
cerchiamo di ammazzare il tempo leggendo libri, riviste, e guardando fuori dal
finestrino. Il paesaggio scorre veloce sotto i nostri occhi….sempre uguale, ma
sempre diverso in colore, e luci.
Roma ci accoglie con il bel tempo, ma le previsioni (che continuo a consultare con l’Iphone)
rimangono poco confortanti.
Dopo il ritiro pettorali andiamo a fare un giro fra gli stand
della manifestazione e cogliamo l’occasione per salutare il nostri amici
Giorgio Garello , e Giorgio Damilano. Maurizio non l’ho visto…
Intanto che Flora, con Garello fa un test di FW per individuare le
scarpe perfette, io cerco quello che mi sono dimenticato.
Visto il meteo e le temperature previste mi serve proprio un paio
di pantaloni a trequarti leggeri leggeri ma altamente performanti….Al giorno d’oggi
c’è di tutto, basta cercare e pagare. Allo stand dell’ Asics c’è quello che mi
serve…e lo compro…
Carichi come i somari ora andiamo a depositare tutta la nostra
roba a casa di Fulvia. Dopo saluti e abbracci ce ne andiamo, con la nostra
specialissima “guida” a zonzo per Roma. Flora non è mai stata sulla scalinata
del Pincio…al parco di Villa Borghese….pronti…ecco fatto…
La sera di questo marzo poco simpatico arriva presto e anche le
nubi si addensano e si appesantiscono. Un venticello antipatico ci consiglia
una ritirata strategica verso casa e verso apposito ristorante.
Le leggere merende precedenti ora lasciano ampio spazio ad una
fame non indifferente.
E al ristorante la fame viene ampiamente calmata.
La notte passa tranquilla. Non sono agitato. Flora ha
definitivamente rinunciato alla gara. Mi spiace…si era preparata così bene.
Mi ritroverò quindi a pensare solo a me stesso e dovrò
amministrarmi nel migliore dei modi per tutti i 42, 195 km.
Intanto la mattina non si presenta proprio bene. Scrosci d’acqua
si alternano a brevi schiarite.
Sono indeciso sull’abbigliamento da indossare.
Alla fine decido: mi copro, ma non troppo. Per l’attesa alla
partenza mi preparo un bel sacco dell’immondizia da indossare per proteggermi
da freddo e pioggia…poi vedremo. Il più sarà scaldarsi….
E mio avvio alla metropolitana. Una acquerugiola leggera e
marzolina mi accompagna nel tragitto.
Poi cominciano le complicazioni.
Ieri sera non ho letto le istruzioni, confidando nella staticità delle
cose e dei momenti, e nelle abitudini. Quindi mi meraviglio molto quando tutta
la gente scende alla fermata della metro del Colosseo. Si è sempre scesi al
Circo Massimo.
Boh!
Scendo con pochi altri al Ciro Massimo e, oltre alla pioggia ….non
ritrovo più i camions per il deposito borse. Nemmeno i gabinetti….
La via è vuota, orribilmente vuota…e dove li hanno spostati?
Il tempo stringe e sono orribilmente indietro. Mentre comincia a piovere forte inizio a
correre per cercare il deposito borse. Lo hanno spostato nei pressi del
Colosseo, all’inizio dei Fori imperiali, dove era la partenza prima….
Devo aggirare quasi tutto il Colosseo per arrivare al camion che
raccoglie i num dal 10300 all’11000…Butto su lo zainetto e….anche quel che non
dovevo buttare su…capisco subito che mi manca qualcosa…pazienza.
Mi infilo il sacco del rudo di un bell’azzurro e aspetto la partenza
sotto un’acqua che Dio la manda.
In un qualche modo sono riparato, e scarpe a parte, per il resto
sono asciutto. La tensione per la gara è talmente alta che non mi accorgo di
essere fradicio dal ginocchio in giù.
Con la stessa rapidità e violenza con cui era arrivata, la pioggia
se ne va, proprio mentre scatta la partenza.
Benissimo…moltissimo benisissimo…
Incomincia l’avventura….
Non butto via il sacco, ma lo stropiccio per bene e lo tengo nella
mano, me lo porto dietro per i non si sa mai. Metti che ricominci il diluvio…
Si va…si va….
I primi metri vedono un mare di gente scattare in avanti. Una
massa variopinta e vociante si riversa lungo il percorso, e mentre passiamo a
fianco dell’Altare della Patria una banda suona una marcetta allegra e
beneaugurante.
Fatico a trovare il passo. Il mio Forerunner mi dice che sto
facendo esattamente schifo…Sono fermo, piantato come un pilone di cemento,
agile come un gatto di piombo…
Non riesco a schiodarmi dagli 8 minuti al km.
Cominciamo bene!
Pian piano, lasciando perdere il meteo e concentrandomi sul passo,
riesco a mettermi in ordine e comincio a pestare in modo un po’ più
convincente.
Sistemato il passo riesco a scendere tranquillamente sui 7’30” al
km e va molto meglio.
Incontro un paio di signore che avevo già visto a Scarnafigi e mi
aggancio. Vanno via discretamente e comincio ad avere le gambe sciolte. Poi una
improvvisa fermata per una pipì inderogabile mi costringe a lasciare la
compagnia e ad andare solo. Ma solo per poco.
Poco più in là vedo quel gruppo di gente che avevo davanti a
Scarnafigi. Fanno FW, sono della mia stessa squadra, accelero un po’ e sono in
compagnia. Fatte le dovute presentazioni, mi aggrego al gruppetto che marcia in
modo molto preciso a 7’30” e anche qualcosina in meno… Dovrebbero finire la
maratona in 5h16’…o giù di li. Viste le condizioni meteo…può andar benone.
Chiacchierando chiacchierando, i km passano, e il cielo sembra
rischiararsi, il sole fa capolino, e l’aria umida si riscalda troppo. Così non
va bene, sono troppo vestito, se continua in questo modo dovrò spogliarmi,
altrimenti mi sciolgo come neve al sole.
Ma non mi fido e continuo tenendo ben saldo il sacco del rudo….
Così in compagnia i km passano veloci, quando al ristoro del 15°
km perdo di vista i soci, probabilmente attardati a bere o a mangiare.
Così solo, faccio un rapido esame della situazione. Mi sento bene…il
tempo tiene…proviamo ad accelerare.
Mi riesce subito di scendere a 7’ al km. In qualche tratto il
Forerunner mi dice anche 6’40”…ma ci credo poco.
Mi giro spesso per vedere se i miei compagni di marcia sono li
vicino, ma non riesco a distinguerli….e vado via solo…
Poco dopo mi sento chiamare ad alta voce….E’ Flora, che con
Fulvia, mi incita al bordo della strada. Flora e entra nel percorso mi si
avvicina e mi chiede se è tutto ok. Le do un bel bacio e le dico che va tutto
bene..
Adesso mi va tutto bene davvero.
Ci voleva quell’incoraggiamento.
La gara ora gira secca e passiamo davanti a San Pietro….E’ sempre
una grande emozione. Mi sarei aspettato un Papa benedicente i corridori….ma magari lo aveva già fatto prima….ma la
finestra lassù è chiusa.
Ora le mie gambe viaggiano agili e veloci e tempo e chilometri
passano che è un piacere. Quando si sta bene, non si sente nulla, anche un paio
di scrosci d’acqua scivolano sopra di me, quasi piacevoli.
Passo alla mezza maratona in un tempo decoroso , e penso che la
seconda parte potrebbe anche essere migliore.
Ho con me i gel nutrienti che consumo ogni 12 o 13 km, ma a tutti
i ristori butto giù sali, acqua e soprattutto banane e arance…tante banane…
Il FW non mette sotto pressione lo stomaco e riesco a nutrirmi
molto di più rispetto alla corsa.
Al 25° ho una grossa crisi
morale. Non ne ho più voglia…. Il cielo grigio e freddo mi demoralizzano un po’.
I miei tempi tendono a salire inesorabilmente. Tra il 25° ed il 30° non riesco
a stare sotto i 7’15”.
Stringo i denti e non mollo. Cammino, cammino, cammino il più
rapidamente possibile tentando di essere il più economico possibile.
Mi ringalluzzisco un po’ quando comincio a passare tanti
maratoneti ormai stanchi che procedono di corsa lentissima o di passo.
Percorro alcuni chilometri a fianco di una bella ragazza che non
vuol cedere e la infastidisce il mio camminare veloce. Prova a correre per
passarmi….poi, nel momento in cui la velocità scende o riprende a camminare
inesorabilmente la ripasso. Così distratto rientro nel centro storico di Roma.
I chilometri nelle gambe sono già 37, ma ricominciare a passare fra le grandi
piazze romane mi da energie e riprendo velocità. Mi sento andare bene, anche se
non ho più il conforto del Forerunner che pare impazzito. Ora mi dice che vado
ai 9’/km ora mi indica i 6’/km.
Mi affido alle sensazioni e così sia. Sto notando che recupero
posizioni su posizioni…e sono contento .
All’imbocco di Via del Corso, Giovanna (collaboratrice dei Damilano)
mi incita a gran voce. Saluto e,
impettito, continuo la mia strada cercando di essere il più “bello” possibile.
Poco più in là Flora mi incoraggia ancora.
Quest’anno il percorso è notevolmente cambiato e ormai sono
davvero alle battute finali.
Passo gente ormai stanca con una agilità da 2°chilometro. Ormai
sono arrivato, l’Altare della Patria si avvicina.
Sono arrivato…manca pochissimo.
Poco prima dell’arrivo la voce di Flora mi sprona ancora….
Lo stile lascia a desiderare ormai ma mi impegno per un arrivo
sostenuto.
Gli ultimi metri sono davvero in crescendo.
Arrivo davvero felice con Giovanna che mi incita dalla tribuna.
Il racconto potrebbe finire qui….
Ma non è finita…
Mentre l’addetto alle medaglie mi consegna la mia, Giove Pluvio
decidere di annaffiare abbondantemente i maratoneti appena arrivati e quelli
ancora in corsa. Ritiro lo zaino con il cambio coperto solo dal telo termico in
alluminio.
Con lo sguardo cerco un riparo sotto cui rifugiarmi e cambiarmi.
Con lo sguardo cerco un riparo sotto cui rifugiarmi e cambiarmi.
D’improvviso butto l’occhio alla fila dei gabinetti di servizio e
ne vedo uno libero. Non ci penso due volte e mi infilo al coperto.
Con grande sorpresa trovo il bagno è quasi pulito e già guarnito
di teli termici a coprire le parti di appoggio.
Sospiro di sollievo, e inizio a cambiarmi mentre fuori l’acqua
scende a catinelle. Mi scappa da ridere
pensando a tutti quelli fuori…Pensiero cattivo, ma è una questione di
sopravvivenza!
Mi cambio con comodo,
sistemo lo zaino e contatto telefonicamente la moglie. Ci accordiamo sul
punto di ritrovo.
L’acquazzone sta finendo e scende una pioggerella sottile e fine
che non da fastidio.
Esco dal rifugio e raggiungo Flora e Fulvia….
Ho una fame notevole. Ci rifugiamo in una gelateria….e colmiamo
qualche lacuna.
Poi ci dedichiamo al turismo culturale….
Anche quest’anno è andata…
Tuttosommato è stata una ottima prestazione…5h 11’ non è male. 5
minuti in più dell’altr’anno, ma con le condizioni climatiche e psicologiche di quest’anno… va bene così.
Alla prossima volta…
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