Le Cassandre del meteo indicavano acqua a catinelle
senza possibilità di dubbio.
Le vecchie ossa e i calli miei e di Luca non erano
perfettamente d’accordo, così dopo un tot di contatti telefonici decidiamo di
uscire ugualmente nel sabato mattina uggioso.
In effetti non piove…ma potrebbe cominciare da un
momento all’altro. Le nubi basse sui colli attorno a Salsomaggiore non
promettono nulla di buono…
Intanto partiamo poi vedremo.
Di buona lena nella umida mattinata risaliamo la
Bellaria e giriamo verso Cangelasio. Non raggiungiamo l’abitato ma giriamo a
sinistra verso il Talita Kum…mentre risaliamo lungo l’asfalto mal ridotto un paio di cani, sporchi e bagnati, ma non
magri e denutriti, annusano l’aria e cominciano a seguirci.
Probabilmente il
fatto che Luca sia spesso davanti a fare l’andatura, fa scattare qualcosa nella
testa dei due cani che lo eleggono immediatamente a capo branco. E’ vero che
sulla maglia sociale ha scritto “Boss”…ma non sapevo che i cani
sapessero leggere…
Questi due simpatici animali ci seguono ad oltranza,
e spesso viaggiano orribilmente vicino alle ruote e ai pedali delle nostre mtb.
Uno è un simil border collie, e l’altro è un simil pastore tedesco.
Il Border collie pare più anziano e più autoritario,
l’altro un cucciolo cresciuto, forte e giocherellone… Ma non va bene che
vengano a giocare fra le nostre ruote. Tentiamo più volte di spedirli a casa
con toni perentori ed autoritari…niente da fare, fan finta di non sentire e
proseguono al nostro fianco.
La strada asfaltata finisce e imbocchiamo
l’inghiaiata che sale a Faieto. Saliamo tranquilli mentre cominciano a cadere
le prime gocce di pioggia.
Va beh…poche gocce non significano molto, ma
condizionano la stesura dell’itinerario. Guardandoci attorno , considerando la
nebbia che avvolge i colli, decidiamo di girare senza allontanarci troppo. In
caso di pioggia forte potremmo agilmente battere in ritirata.
A Faieto la pioggia aumenta e consideriamo l’idea
della ritirata strategica. Giriamo verso il bosco che confina con il Golf. Per
evitare di impantanarci nella carraia sterrata passiamo per i prati adiacenti.
Nonostante la pioggia i due cani ci seguono (come cani) anche nel bosco.
Il fondo nel bosco non è male, si va. Lo strato di
foglie che copre il sentiero ci consente di progredire senza affondare nel
fango. Bene.
La pioggia aumenta e il bosco, ormai spoglio, non ci
protegge. I rami dei castagni privi di foglie si protendono nudi e scuri verso
il cielo. I cani incuranti della pioggia, quasi divertiti seguono Luca molto
diligentemente. Ogni tanto si fermano e aspettano me. Siamo una curiosa
combriccola.
Due cinghiali, due cani in perfetta sincronia. La
giornata è una tipica giornata da cani…per i cinghiali ideale per andare a
zonzo senza problema alcuno.
Non significa nulla se i cinghiali sono montati su
delle tecnologiche mtb…sempre cinghiali sono.
Di fango addosso ne abbiamo già parecchio e gli
schizzi di acqua sporca colorano già le nostre facce.
Così senza grandi problemi, in buona compagnia ci
beviamo il bosco e sotto il monte Larino scendiamo per un simpatico sentiero.
Sulla strada bianca lasciamo correre veloci le bici. La pioggia si è fatta
forte.I cani sempre al nostro fianco. Il border collie è il più veloce, il pastore tedesco arriva balzellon balzelloni ansando ed abbaiando.
Sulla via che scende a Bonassera acceleriamo e distacchiamo i cani di parecchio…speriamo che desistano.
Quando attraversiamo la strada Salso-Pellegrino, la
pioggia ha smesso di cadere e non si vedono i due cani….
Come iniziamo a salire lungo la strada dei Massari
sentiamo abbaiare dietro di noi e dopo pochissimo i due quadrupedi ci sono
accanto. Lingua fuori e trotterellando si affiancano a Luca accompagnandolo
sulla lunga salita.
“Cosa facciamo?” “va a finire che si perdono”
Piovere non piove più…
“torniamo verso Cangelasio dove li abbiamo trovati e
speriamo bene”
A metà salita dei Massari deviamo per la solita
discesa nel bosco dei Tintori. Questo bosco non ci tradisce mai. Con qualsiasi
tempo, neve compresa, il terreno è sempre in buone condizioni.
Noi cinghialiamo e i cani…con noi.
Raggiunto il piccolo abitato sentiamo abbaiare
parecchi cani. I nostri si fermano a discutere con i loro simili. Ne
approfittiamo per guadagnare terreno e tagliando per un prato, dopo un piccolo
guado, ci ritroviamo sulla strada dei Tintori.
Dietro di noi si sentono i cani
“discutere” animatamente con i loro colleghi.
Si fermeranno la? Tornano indietro?...la strada la
dovrebbero saper trovare, hanno lasciato un mucchio di segnali lungo la via.
Intanto cominciamo a salire verso Pietraspaccata.
Dopo un po’, pancia a terra arriva il border
collie…da solo…
Ci rassicura sulle sue condizioni e ci invita a
spingere sui pedali. Il vigliacco corre avanti qualche metro, poi si ferma e ci
guarda quasi scocciato per il rallentamento.
Mentalmente, ma anche verbalmente lo mando a quel
paese, mentre sbuffo sulla dura salita.
Rassegnati alla canina compagnia valichiamo. Davanti
a noi la salita verso il valico di S.Antonio.
Incerti sul da farsi…tentenniamo un attimo…poi
giriamo fra le case e pensiamo di scendere a Ponte Grosso per quella carraia
che taglia qua nel mezzo. Salutiamo un noto personaggio salsese che ci chiede
del cane….ne ha uno anche lui. Mentre i due cani si annusano e fraternizzano
noi salutiamo ed iniziamo la discesa.
Scendiamo lenti, il sentiero è veramente
mal messo. Lunghi rovi spinosi agganciano Luca costringendolo allo stop.Scendiamo guardinghi nel bosco…del cane nessuna notizia. Non si sente abbaiare…non si sente correre… Scendiamo…scendiamo…Sbuchiamo su una ampia strada bianca e lasciamo andare le bici. Sulla strada bianca non c’è fango, ma gli schizzi d’acqua sporca ci pitturano davvero tanto. Ma ci stiamo divertendo. Non piove più. Decidiamo di salire fino a Grotta, poi vedremo.
L’asfalto non ci diverte…ma adesso ci serve.
Pedaliamo tranquilli in salita e, visto che i cani
ci hanno abbandonato, raccogliamo tutta la nostra voglia di sporcarci e
prendiamo la traccia che ci porterà a Casalino. Di qui cercheremo la via per
scendere il più possibile verso casa senza pestare ulteriore “bitume”.
Da Grotta a Casalino la via è migliore di quel che
ci aspettassimo. Il prato bello grasso ha assorbito bene l’acqua e non c’è
fango libero che si attacchi alle nostre coperture.
L’acqua però c’è tutta, e le
nostre ruote tassellate la sollevano a più non posso. Il mio piccolo parafango
anteriore mi risparmia una grande lavata di faccia.
Sotto casalino comincia l’avventura nella melma. Per
un po’ l’ampia carraia si lascia percorrere senza problemi, un paio di piccoli
guadi rallegrano la marcia e poi la solita salita vigliacca, piena di sassi
smossi e fango viscido. Non riusciamo a superarla in sella. Poco male, sono
solo 3-4 metri da spingere…
Ed eccoci nel bel mezzo di un sentiero praticamente
arato. No non sono passati trattori! Le profonde tracce sono evidentemente di
un fuori strada che, slittando e sbandando ha percorso questa sterrata
rovinandola completamente. Fortunatamente il prato a fianco è pedalabile e
riusciamo a toglierci dall’impaccio.
Senza neve e ghiaccio l’erba riesce a “nascondere”
il fango e diminuisce l’adesività di quest’ultimo.
Per noi è una vera manna. Pedaliamo allegri su
queste superfici amiche anche se, qua e la le ruote tendono a derive curiose. L’importante
è essere sempre sui pedali per recuperare il mezzo che tende ad andare per i
cavoli suoi.
Solo una antica risorgiva ci costringe a smontare
per bypassarla. Questo punto è fangoso anche in piena estate…figuriamoci
adesso!
Destreggiandoci alla meglio su queste carrarecce
infangate arriviamo senza troppi guai sotto la antica chiesetta di Cangelasio
(mi fa una tristezza vedere una chiesa in vendita!!) .
Decidiamo di perdere quota utilizzando una via
inconsueta. Scendiamo per un po’ fiancheggiando un grande recinto e poi andiamo a
raggiungere una carraia fra i campi che viaggia a mezza costa.
Queste carraie le avevamo già percorse quest’estate
in un allenamento serale….ma ora è decisamente tutta un’altra cosa. La terra è
molto diversa da prima e anche i prati non offrono un fondo ben compatto.
Mentre Luca viaggia bene la davanti il sottoscritto sta faticando nelle
retrovie.
Con fatica faticosa e bici estremamente infangate
usciamo in mezzo ad un gruppo di belle villette.
Una bionda signora, dall’aspetto nordico, dal
balcone di casa ci guarda e sorride.
Ci fa piacere…
Attraversiamo la strada e ci ributtiamo ancora fuori
strada. Costeggiamo pestando una cultura a frumento. Temo di piantarmi nel
fango…invece…riusciamo ad uscirne senza conseguenze. Attraversiamo una siepe
abbattuta…e attraversiamo una vigna in discesa.
Ancora un traverso su una
carraia erbosa e poco dopo usciamo (più infangati che mai) in centro a
Cangelasio …quello basso…per intenderci…
Come faccia Luca a conoscere tutte queste mille
possibilità…mah!!
Io ne conosco tante…ma in confronto a lui sono di
una ignoranza abissale…
Un’ultima salita e poi una discesa su asfalto e
siamo alla Bellaria…
Con le gocce di pioggia che ricominciano a cadere
scendiamo dalla scalinata antistante il cimitero e ci avviamo verso il centro
di Salsomaggiore.
E’ presto….è quasi Natale…siamo sporchi come poche
altre volte…non possiamo non farci una foto beneaugurante sotto l’albero di
Natale .
Davanti alle Terme Berzieri, sotto l’albero
natalizio di fianco al presepe, ci facciamo immortalare con le nostre mtb in
condizioni veramente terribili. Noi non siamo da meno….
E’ perché, tradizionalmente, nel presepe non sono
rappresentati i cinghiali….altrimenti avremmo fatto la nostra onesta figura….
Il video della uscita prenatalizia è al seguente
indirizzo:
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