Ripropongo una stupenda escursione. Il filmato di questa avventura è visibile su You tube al canale di stefano alinovi ed il file gps è scaricabile da mtb forum nella sezione itinerari.
Il Tour di sabato mi è rimasto negli occhi e nel cuore tanto è stato bello e divertente.
In teoria bisognerebbe scrivere e descrivere a mente fredda, per
analizzare meglio, per descrivere con dovizia di particolari i luoghi
visti e le sensazioni provate. Il tempo (sempre lui) smussa gli angoli,
miscela meglio i colori e da alle cose il giusto valore. Ma il giro è
stato talmente bello che non posso far di meno che provare a
raccontarlo, così ancora a caldo con gli occhi pieni di tanta bellezza e
gambe e braccia ancora impregnate di fatica; quella fatica che da
soddisfazione quella che sparisce con una buona mangiata, quella che
godi nel sentirla, quella che ti ricorda il percorso appena terminato.
L’azzurro del cielo appena appena velato da quel filo di foschia dovuto
al caldo improvviso, il verde brillante della natura in esplosione che
varia di quantità e intensità a secondo della quota di riferimento, il
fresco pungente dell’acqua che entra nelle scarpe e bagna le gambe nei
parecchi guadi che abbiamo compiuto nel tragitto nel greto dello Stirone
(ancora lui, quest’anno è il filo conduttore di molte escursioni) sono
raccolti negli occhi e nella mente che non vuole lasciarli andare. Il
tempo è già cambiato, il cielo grigio e minaccioso, l’aria già più
fresca non fanno che aumentare le sensazioni piacevoli di questo
freschissimo ricordo.
Il PR di “quelli che … il sabato mattina” , il nostro Gianluca, mi aveva
preavvisato che il giro sarebbe stato veramente “ gustoso” e aveva
anche convinto altri ragazzi ad unirsi a noi.
Alla fine ieri mattina ci siamo ritrovati in 8.
Niente male.
A dire il vero non siamo partiti insieme da Salso, ma ci siamo ritrovati alla fine della salita dei Massari.
Questa lunga inghiaiata è uno “slargapolmoni” universalmente
riconosciuta come tale e da moltissimi usata per portarsi verso il
Kanate senza percorrere troppo asfalto.
I ragazzi che verranno con noi, li conosco già, sono il gruppo di veloci discesisti della “north face”.
Tutto sommato un ensamble eterogenea ma estremamente simpatica. Bravo Luca!
Così in compagnia ci avviamo verso la cima del kanate.
Giusto per rodare le bici percorriamo la “riservetta”, per l’occasione
in grande spolvero. Infatti oltre alle normali difficoltà, il tracciato
presentava anche grandi buche piene d’acqua e fango, a cui si faticava a
prendere le misure, specialmente in profondità. A tutto si aggiunga un
leggero fondo scivoloso che mischiato ai sassi smossi ci ha permesso di
collaudare le nostre abilità di guida .
Poi la solita dura salita alle antenne. Non si scappa, è sempre dura.
Questa volta l’ho presa giusta, sono partito lemme lemme e lemme lemme
sono arrivato, risparmiando polmoni e muscoli per “il dopo”.
Intanto che i nostri amici vestono le protezioni “da battaglia” noi che siamo più lenti ci avviamo…
Dio, proprio lentissimi non siamo, lasciamo andare le nostre mtb per i
sentieri che ogni volta sembrano più in ordine e puliti. E’ una
sensazione strana, ma in effetti sembra siano stati tolti tanti sassi
erranti e colmati fastidiosi solchi .
Alla fine del pratone in discesa, sulla strada che ci porterà a case
Boschini ci fermiamo ad aspettare il resto del gruppo. Aspettiamo poco. I
ragazzi arrivano come razzi, quasi saltando la strada.
Le loro bici da free ride viaggiano leggere sullo sconnesso. La mia non è
male, ma forse ho la forcella un po’ più dura del necessario. Ma dopo
il freddo non l’ho più regolata. Ma non mi posso lamentare la mia bici è
decisamente stabile … è solo il pilota che …
Ci rilanciamo ini discesa nel sentiero che appena si scorge nel verde dell’erba che cresce ogni giorno di più.
Si viaggia veloci, anche troppo, sento che è la bici che mi sta portando in giro, decisamente non comando io.
Lascio passare i più veloci e tiro un pelo i freni. Anche Luca è dello
stesso avviso e affrontiamo la discesa con attimo più di calma.
Questo ci consente di buttare un occhio qua e la per gustare meglio lo stupendo paesaggio che ci circonda.
Negli ampi prati spuntano pavoneggianti orchidee, e il bosco verdeggia di giovani foglie .
A case Boschini prendiamo la vecchia strada che porta verso Berzieri.
Attraverso il piccolo, bellissimo agglomerato di case e ho appena il
tempo di dare un velocissimo saluto agli amici che abitano su questa
meravigliosa terrazza, fuori dalla confusione della vita quotidiana.
Ancora giù, seguendo un antico sentiero (era la vecchia strada)
L’antica strada ci consente una discesa veloce e divertente, mai banale, in rado bosco che guarda a sud ovest.
Ci stiamo divertendo come i matti, ogni
Metro di questo percorso ci soddisfa a pieno in ogni sua parte, ma il bello deve ancora venire.
Entriamo nel piccolo abitato di Berzieri. Siamo nella storia.
Queste case in pietra videro nascere il dottor Berzieri che, con i suoi
studi, comprese le qualità curative delle acque salmastre di
Salsomaggiore. Fino ad allora le saline di Salsomaggiore fornivano solo
sale ed erano colonie penali. Con la scoperta delle proprietà curative
delle acque salsoiodiche Salsomaggiore ebbe uno sviluppo incredibile e
meta di “curandi” di altissimo livello. Ospiti delle terme di
Salsomaggiore furono i regnanti di tutta Europa e gli alberghi della
“nuova” cittadina si dotarono di ogni lusso e comodità. Poi vennero le
cure finanziate dalla “mutua” e Salsomaggiore vide momenti di grande
ricchezza. La storia degli ultimi anni ha visto la lenta decadenza dei
luoghi termali classici. Ora c’è la necessità di riconvertire il turismo
e la mentalità della nostra bella cittadina. Ci pare giusto offrire al
mondo dei bikers la possibilità di godere degli splendidi percorsi
attorno a Salsomaggiore e, nello stesso tempo, dei positivi benefici
degli effetti delle acque termali . Con questi pensieri in testa
affrontiamo la stupenda discesa che ci porta al primo guado dello
Stirone. Passiamo a fianco di un antico mulino ristrutturato e guadiamo.
L’acqua fresca e alta va passata con decisione e velocità. Ne usciamo
assolutamente rinfrescati, oltre che ben bagnati.
Una bella risata, ci si confronta e via, si riparte in salita.
Al momento di attraversare Berzieri una parte del gruppo decide di rientrare verso casa.
Siamo rimasti in 5 ma ben decisi a divertirci fino in fondo.
La salita che abbiamo davanti è costante e non durissima, si pedala
bene, fa caldo ma un filo d’aria ci consente di respirare bene.
L’ambiente che ci circonda è idilliaco e pedaliamo tranquilli
guardandoci attorno.
Una lunga discesa su strada ci accompagna in un mondo di fiaba che non
pensavamo potesse ancora esistere. Risaliamo pian piano. Facciamo una
sosta, uscendo per un attimo dal tracciato per andare a vedere un altro
mulino trasformato in residenza da vacanza. E’ sul fiume (per forza era
un mulino) in una conca verdissima . Prati bellissimi e piante per
l’ombra ne fanno una classica icona da pubblicità.
Ci fermiamo un attimo
ad ammirare. Paolo ci descrive una via che scende completamente lungo
l’acqua, perfettamente percorribile in momenti di secca … vedremo.
Risaliamo ancora un po’ fino all’ abitato di Rigollo.
La strada da asfaltata si tramuta in strada bianca. Sembra di percorrere
quelle stupende inghiaiate tipiche della Toscana e del senese in
particolare; mancano solo i cipressi. In prossimità di case Azzali
deviamo verso il basso.
Attraversiamo un piccolo gruppo di case in
pietra in cui il tempo sembra essersi fermato per poi imboccare un
piccolo sentiero in discesa. Dapprima erboso e veloce il piccolo
tratturo diventa ben presto ripido sconnesso e sassoso. Molto
impegnativo direi. I nostri amici free riders sono soddisfatti e anche
noi siamo felici. Ma non è finita. Ancora un tratto in picchiata su
terra scorrevole.
Ora iniziano i guadi. In poche centinaia di metri il percorso ci porta ad attraversare lo Stirone 3 volte.
La prima senza problemi, la seconda presenta qualche difficoltà in più, il terzo passaggio è franato.
Dobbiamo scendere lungo la corrente qualche metro ed andare a guadare
più a valle. Per tutti è inevitabile mettere i piedi in acqua per non
rischiare di cadere . Fortunatamente la giornata dalla temperatura quasi
estiva ci consente di ridere di questo frangente.
Il tempo passa e anche i kilometri, e ben presto ci ritoviamo sulla
fondovalle che da Pellegrino va verso Fidenza. Paolo e Luca hanno
intenzione di risalire verso Aione. Io ho problemi di orario e decido di
andare con gli altri amici che fanno rotta verso casa.
Sotto l’antico borgo di Vigoleno decidiamo di riguadare lo Stirone e di percorrere il parco omonimo fino a Scipione Ponte.
Il percorso del parco è sempre divertente.
La chicca finale ce la concediamo con la discesa dei gradini di fronte al cimitero di Salsomaggiore.
Ho una fame notevole.
Fortunatamente sono ormai arrivato.
Ecco anche il link per il filmato:
http://www.youtube.com/watch?v=5pwYhn39I28&list=TLCrgxoEDwCjrmGc59sO7NV1woZFNs9Zga
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