Cantavano così, qualche anno fa i
LitFiba.
Mai titolo di una canzone si
addice al sentiero di cui parlerò .
E’ più che mai necessario fare un
passo (meglio, una pedalata) indietro nel tempo.
Erano i primi tempi in cui
pestavo sui pedali di una mtb. Abitavo ancora nella “bassa” padana e, per poter
affrontare qualche sentiero “decente” caricavo il mezzo a pedali in macchina e
mi spostavo fino ai piedi della collina.
Di qui partivo per le mie avventure.
Non avevo navigatori, non avevo cartine, non conoscevo nessuno.
Partivo e basta, all’avventura,
così, imboccavo un sentiero e lo seguivo. Tempi eroici, o quasi. Erano più le
volte che, sconfitto, dovevo tornare sui miei passi e spingere la bici perché davanti
a me trovavo il bosco fitto o il sentiero finiva miseramente in un campo.
Solitamente mettevo la macchina
nei pressi di Varano Marchesi, e partivo alla scoperta del misterioso mondo
della collina sotto la Marialonga. Spesso capitavo nei pressi di Salsomaggiore,
e mi attraeva moltissimo il Kanate, ma mi sembrava una meta quasi
irraggiungibile. Alcuni amici ne discutevano come fosse un posto da grandi
bikers super esperti. Guardavo quel cocuzzolo coperto di antenne con
soggezione.
Un giorno, mentre mi avviavo
verso il valico di S.Antonio, per raggiungere Mariano e quindi la Marialonga,
in località Pietraspaccata, notai uno stradello che menava a valle. Provai a
seguirlo.
Dopo pochissimo mi trovai davanti
una catena che sbarrava il passo.
Proibito!
Mi guardai attorno come un
bambino che ruba la marmellata, e via, passai la bici di la dalla catena, e
pedalare veloci.
Una rapida discesa e mi ritrovai
nel mezzo del bosco. Non avevo idea di dove
sarei andato a finire.
Il tempo andava oscurandosi e
minacciava temporale. Pur non essendo esperto capivo che farsi sorprendere dal
temporale sarebbe stato veramente disastroso. Ciononostante andai avanti.
Allora pedalavo su una Lee Cougan
front con una forcella veramente triste. Il sentiero inizialmente era evidentemente
battuto da mezzi agricoli e seguirlo fu abbastanza agevole, poi il bosco si
infittì. L’erba alta ostacolava la progressione e i lunghi rami delle “rase”
(comuni rovi) si divertivano ad attaccarsi alla mia pelle rigandola di rosso.
Il sangue misto al sudore mi rendeva veramente orribile.
Non c’era tempo per il dolore.
Bisognava pedalare, il temporale si avvicinava. Più pedalavo e più mi
addentravo nella collina, non sapevo bene dov’ero. Il sentiero sembrava
interminabile.
Dapprima mi accompagnò il cinguettio
degli uccellini, poi, incupendosi l’aria nemmeno più quello. Solamente il
rumore delle mie ruote sul sentiero e l’ansimare del mio respiro che su quella
salita era davvero forte.
Ogni metro mi metteva in
difficoltà, i mezzi agricoli avevano scavato ampi solchi che obbligavano la mia
marcia. Andare per terra era un attimo. Alla fine, superato un antico nucleo
abitativo con cappellina votiva, ora
deserto, una lunga discesa insidiosa mi
riportava a rientrare nel mondo conosciuto. Ero arrivato sotto l’abitato di San
Vittore. Ora conoscevo bene la strada per tornare alla macchina. Ero strafelice
per l’impresa e nulla mi importò se la pioggia
prese a cadere copiosa. Ero felice e orgoglioso della mia mtb, e la
scivolata che mi fece andare per terra scendendo da Case Mezzadri verso Varano,
non mi fece nulla (a casa constatai che i segni erano bene evidenti e
dolorosi).
Tornai a percorrere quel sentiero
altre volte, con mezzi più performanti. Le difficoltà non cambiavano ma ero più
sicuro e, soprattutto sapevo dove andavo a parare.
Un bel giorno ero li, con la
solita espressione della scimmia che ruba le caramelle, quando, al salto della
catena venni raggiunto da un fuoristrada.
“Proibito” mi dissero.
Con fare sufficiente asserii che, vista la
catena, sarei tornato indietro. Si misero a ridere e mi consigliarono di non
fare quel sentiero soprattutto nei periodi di caccia. La zona era una nota
riserva privata di caccia.
Stavo incominciando il mio lavoro
di guida e di mappatura sistematica dei sentieri, e decisi che non avrei mai
messo quel tratto su una cartina e non avrei dato a nessuno il tracciato.
Proibito!
Non tornai per diversi anni.
Qualche tempo fa parlai del
sentiero con la banda di “quelli che…il sabato mattina”.
Anche loro erano a conoscenza del
tracciato e del fatto che fosse proprietà privata ecc…
Non lo avevano mai fatto.
Gira e rigira, parlane oggi,
parlane domani…
L’altro giorno, discutendo del
possibile tracciato dell’ escursione di sabato, tornò a galla il discorso del
sentiero della “riserva”.
Siamo partiti decisi.
Rifare quel tratto di circa 6 km è
stata una emozione grandissima. I ricordi erano un po’ appannati, ma in
compagnia così, con una giornata calda e serena come sabato, non c’era problema
alcuno.
Il percorso è stato bellissimo e
divertente come le prime volte. Anche i miei compagni si sono divertiti
moltissimo. Le difficoltà ovviamente si sono stranamente rimpicciolite. Mi sono
divertito da matti.
Il percorso è un susseguirsi di
saliscendi scorrevoli e piacevoli; la natura verde e in fiore ci ha accolto con
il meglio dei colori.
Ho segnalato ai soci le piante di
ciliege e fichi che potrebbero dare ristoro al biker in difficoltà energetiche.
Ma ora, con tutti i gel, barrette
che ci sono … ma a me piacciono ancora ciliegie, amarene e fichi. Sarò vecchio
…
Nonostante le bici sofisticate
che la tecnologia ci offre, il sentiero ha presentato comunque parecchie
insidie. Le innumerevoli “carreggiate” lasciate da trattori e moto da cross
insidiano la stabilità del biker che sottovaluta il percorso. Guardando il
terreno abbiamo dedotto che questo percorso va necessariamente percorso solamente
in regime di sicuro asciutto.
Il sentiero termina con una lunga
discesa su strada bianca. Nonostante le insidie dovute ai numerosi colatoi per
l’acqua piovana, lasciamo correre le bici a tutta.
Dietro una curva, all’improvviso
ci troviamo davanti una catena tesa lungo la strada.
Proibito! E’ un avvertimento
deciso.
Abbiamo tirato i freni alla
morte. E’ andata bene. Si sentiva una gran puzza di pastiglie cotte, ed eravamo
avvolti da un bianco polverone.
Bello bellissimo, ma l’escursione
era ancora tutta da fare.
Abbiamo percorso a rovescio il
tracciato di “A tutto Mariano” . Quindi
abbiamo risalito la ripida carraia che sale fino a Case Mezzadri e poi via
verso Case Boscaini.
Dopo una prima parte su strada bianca per ripida asfaltata
siamo arrivati sotto Mariano. E’ stato comunque un percorso produttivo. Si è
cercato di individuare altri modi di scendere e risalire dalla “riserva”. Poi
dalle parti di Case Boscaini ho individuato un esile sentierino assai
invitante.
Gli escrementi di cavallo
presenti sul tracciato mi hanno fatto pensare che la pestata non sia ad uso
esclusivo di cinghiali e caprioli. La traccia merita una ricognizione
approfondita. Magari mi ritroverò a dover spingere la bici per poter rientrare,
come ai vecchi tempi … ma il bello della mtb è anche questo … l’esplorazione!!
IL sentiero che passa sotto il
santuario di Mariano è sempre divertente, e anche se l’appetito iniziava a
farsi sentire non abbiamo potuto fare a meno di godere degli splendidi colori
di alberi e prati.
Che meraviglia.
Poi dalla strada della Costa
abbiamo percorso in discesa il sentiero della riservetta. Sempre divertente e
impegnativo. Le ampie buche piene d’acqua lasciavano incognito il modo di
passare e la profondità è sempre preoccupante. Usciremo o non usciremo? Con le
ruote bagnate e infangate affrontare i sassi ora sdrucciolevoli diventa sempre
un problema.
Ci godiamo il nostro essere
sporchi, testimonianza del giro fuori strada.
Invece di scendere dai soliti
percorsi da Case Massari facciamo un’ultima deviazione.
Il single track è breve ma
interessante, e termina con una volatona su strada bianca ed estremamente
veloce.
Usciamo su asfalto a Pontegrosso.
Qualcuno mormora una potenziale deviazione per finire in gloria la giornata. Un
rapido sguardo a contachilkometro e orario sconsiglia questa eventualità.
Rientriamo verso Salsomaggiore
con allegria e solerzia.
L’ escursione è stata bella e
divertente come sempre, ma la soddisfazione di aver portato i soci a fare un
sentiero nuovo è stata grande.
Non so se inserirò il tracciato
gps … ci devo pensare ….
Vedremo.
Ecco il link del filmato:http://www.youtube.com/watch?v=CBQOyKezYXA
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