Dura, ma non impossibile. Alcune salite sono toste, ma si fanno, al limite si
spinge la bici per qualche metro. Tecnicamente non ci sono problemi. Un bel XC.
Nell'escursione descritta abbiamo però inserito alcuni bei sentieri veramente belli e impegnativi.
Quello in discesa da Aione è assai carino e impegna il biker, per la sua esilità i sassi smossi e i rovi che limitano la manovrabilità della mtb. Altri "pezzi" nuovi (per noi) fanno dell'escursione una bella escursione, assai allenante e molto spettacolare.
Nell'escursione descritta abbiamo però inserito alcuni bei sentieri veramente belli e impegnativi.
Quello in discesa da Aione è assai carino e impegna il biker, per la sua esilità i sassi smossi e i rovi che limitano la manovrabilità della mtb. Altri "pezzi" nuovi (per noi) fanno dell'escursione una bella escursione, assai allenante e molto spettacolare.
In italiano
bisognerebbe dire “La Milanese” ma è una storia vecchia e va benissimo, anzi
meglio, l’allocuzione dialettale “La Milanesa”. Alcuni amici mi hanno
raccontato di una casa… di un podere…acquistato da un ricco milanese parecchi
anni fa. Casa e/o podere furono poi abbandonati. Ma da allora non restano che i
ruderi della casa e una strada in tal modo nominata.
Da parecchio tempo
sentiamo nominare questa “via” da amici motociclisti e da altri bikers. Ma
sempre indicazioni frammentarie poco precise . Poi è oggettivamente lontana da
Salsomaggiore e l’ avventurarsi in esplorazioni improvvisate rischierebbe di tramutare una bella
escursione in una avventura “masagambi” o “masacristian” per non parlare poi
delle conseguenze sui rapporti matrimoniali di ciascuno dei componenti
l’allegra brigata di “quelli che …il sabato mattina”.
Però questa via ci
incuriosiva e non la si poteva lasciare inesplorata, e da percorrere.
Già l’altro sabato
avevamo tentato di imboccarla .
Le piogge di metà
settimana ci avevano consigliato di percorrere sentieri fuori dal bosco e la
costa di Vigoleno-Cergallina si era dimostrata fantastica. La vista sui ridenti
vigneti piacentini ormai in vendemmia ci ha regalato colori e profumi
incredibili.
Luca non stava più
nella pelle, e ad ogni abitato chiedeva notizia di questa fantomatica
“Milanese” . Alcuni cacciatori
piacentini ci hanno mormorato di una carraia che saliva dalla tal osteria verso
il crinale, ma avevano anche aggiunto che la jeep doveva inserire il “primino”.
Poi c’era da fare
un sacco di asfalto e ci si allontanava troppo…bocciato.
E Luca frigge.
Paolo che è
terribile, con la scusa di andare a controllare la lo stato della salita dei
Melesi, si infila nel bosco.
Il resto della
compagnia si adegua.
Beh in effetti il
bosco è vestito a festa e si va senza grossi problemi. Ad un bivio Luca propone
una deviazione, che in un qualche modo viene bocciata (ma non la scappiamo, prima o poi la
percorreremo) .
La compagnia sale,
più o meno agevolmente fino al passo. E adesso? La via ora scende verso Pozzolo
da un lato, e dall’altro?
In settimana avevo
dato più di una occhiata alle carte IGM della zona. Il responso della
consultazione era chiaro. Di li si si va a Borla. Il fatto che sulla carta sia
tracciata una carraia è una cosa. Che poi la carraia sia totalmente
percorribile e che vada esattamente dove dice la carta è un altro. Si sa che le
carte IGM non sono aggiornatissime e si sa anche che i boscaioli fan presto a
cambiare le carraie per usufruire o meno di quel bosco anziché di quell’altro.
Poi qualche frana, ed è un attimo trovarsi in grosse problematiche.
Ne discutiamo un
po’, poi, non convinti ci dirigiamo verso Pozzolo.
Durante la veloce
discesa, ho un grosso problema con il freno anteriore, e il gruppo decide di
rientrare senza troppo rischiare…
La caccia alla
“Milanesa” è solo rimandata.
Rimandata,
ovviamente, al sabato successivo.
La bella stagione e
il caldo hanno asciugato per bene i sentieri e ci avviamo cercando di
percorrere la via più breve.
Non è sempre detto
che la via più breve sia anche la più agevole e/o la più veloce. Sicuramente il
giro che ne è scaturito è stato altamente spettacolare, anche se … in qualche
tratto alcuni rovi hanno ostacolato la nostra marcia (tanto davanti c’era Paolo
a fare da apripista) .
La partenza è
subito in salita. Pronti via e si sale verso Cangelasio, e poi ancora,
ricalcando l’escursione delle terme e dei castelli di fine agosto arriviamo allegri
allegri a case Faieto, e di qui a Grotta per il solito bellissimo sentierino di
costa sotto il monte Larino . Poi tra asfalto e
strani tagli saliamo ancora fino a Pietra nera.
Dopo un curioso zigo
zago, Paolo e Luca si infilano lungo un
esile traccia in discesa fra rovi e cespugli.
Il sentiero è degno
compare di quello da me descritto e filmato in “Purgatorio”. Scende stretto e
sconnesso fra rovi spinosi fino all’abitato di Aione. Veramente bello e tosto.
Peccato che qua e la ci sia da fermarsi per non essere martoriati dai duri rami
che ostacolano la marcia. Ma l’obiettivo è ancora lontano e ci osserva.
Noi lo osserviamo,
con un po’ di preoccupazione, è veramente ancora troppo lontano. Ma stiamo
andando bene. Due tornanti in asfalto, attraversiamo la fondo valle di
Pellegrino e ci buttiamo nel greto dello Stirone.
Stiamo
ripercorrendo a ritroso la parte finale della discesa degli Azzali. Paolo ci
assicura che non faremo la salitona che porta all’abitato. Lo guardo dubbioso e
già ansante. Intanto si va. Un po’ si sale, un po’ si scende. Sempre strappi
secchi e morbide discese. Ma si va. Lasciamo alle spalle il bivio per Azzali e
proseguiamo in questo ambiguo su e giù. Dopo un’ultima rampa davvero dura ci
troviamo davanti un dilemma. Andiamo a
destra o a sinistra?. Noi dovremmo andare verso sinistra. E andiamo. Pochi metri e la via è interrotta da
una frana. Grande scoramento. Luca è convinto che al di la della frana la
carraia continui; segni di inciviltà recente lo testimoniano. Lascia la bici e va in esplorazione. Tempo
pochi secondi e arriva secco il “si va !”. E si va.
Ancora poche
pedalate e ci troviamo sulla inghiaiata che mena verso gli Azzali e di li a
Borla.
La salita è
piacevole anche se sotto il sole.
E’ Settembre e
tutto è più dolce e ovattato.
La strada non
abbaglia come sotto i raggi violenti di Luglio, ma assume un colore più tenue,
più pastello rendendo più agevole e simpatico il pedalare.
Al valico ci
troviamo di fronte un bivio, anzi a guardar meglio un trivio, per non dire un
quadrivio (chissà come si chiama un incrocio di quattro sentieri che non
incrociano esattamente…dubbi terribili sulle terminologie corrette assalgono il biker già stanco di suo) .
Comunque ci siamo, “la Milanesa la’s
duvrìs ciapar che!” E Paolo parte alla
carica e assale di brutto l’erta salita che ci si para davanti. Il resto della
truppa è fiduciosa ma più cauta, e
affronta la dura salita centellinando le energie.
E di salita ce n’è!
A tratti pare che si appiani, poi d’improvviso una brusca impennata. Questa
strada l’avevamo già notata altre volte e ci sembrava corresse sul fianco della
montagna in un tranquillo e gradevole falsopiano. Falso è sicuramente. Qua e la
gli alberi si aprono e ci lasciano intravvedere la vallata sotto di noi. Lo
spettacolo è veramente bello e a suo modo selvaggio.
Dal fondo della
valle arrivano solo i suoni dell’umano lavoro dei campi. Qualche trattore sta
finendo di arare, in altro luogo stanno spezzettando la legna prima di
caricarla sui camions che la porterà in città ad accendere caminetti.
Qua e la ci
concediamo questi pochi istanti di poesia. Ma ne vale la pena.
Ora la strada
viaggia effettivamente più fluida e piacevole e….siamo al bivio con la strada
dei Melesi e quella di Pozzolo…come da carta! Grandi, grandissimi…
In effetti
converrebbe farla al contrario, salire da Pozzolo e poi scendere in un unico
lungo single track fino in Stirone…
Il problema è
creare un tracciato valido per arrivare a Pozzolo senza fare troppo asfalto…
Intanto ci godiamo
la veloce discesa a Pozzolo.
Questa volta non ho
problemi tecnici di nessun genere e lascio correre veloce la bici lungo la
carraia…
C’è voluta una
mattina per arrivare fin la in alto e ora..in un attino siamo a valle.
Ma non è finita.
Pedalando attraverso il piccolo gruppo di case e sotto la chiesa stupendamente
sistemata sopra un imponente roccione ofiolitico (come quello del lago di
Pietra Nera più a valle) ci
interroghiamo di come si può fare per rientrare a casa senza fare le solite
carraie…
Non è mica facile.
Ne ho fatta una
poco tempo fa, ma stavo seguendo una traccia sbagliata e la ricordo male.
Decidiamo di
percorrere ancora una volta “la Silva” e intanto ne approfittiamo per fare
acqua alla fontanella.
Usciti dalla Silva dopo pochi colpi di pedale lasciamo l’asfalto e percorriamo uno splendido sentiero inizialmente di cresta, ma che poi si tuffa verso valle e che ci mena fin sopra i Sorenti. Ad una gentile signora chiediamo come si può bypassare un pezzo di asfalto antipatico.
Usciti dalla Silva dopo pochi colpi di pedale lasciamo l’asfalto e percorriamo uno splendido sentiero inizialmente di cresta, ma che poi si tuffa verso valle e che ci mena fin sopra i Sorenti. Ad una gentile signora chiediamo come si può bypassare un pezzo di asfalto antipatico.
La signora scomoda
il marito ancora intento al pranzo.
L’uomo ci fornisce
le indicazioni necessarie e in un attimo siamo giù.
Che meraviglia. Mi
divertono molti questi tagli fra prati e sentieri. Mi fanno sentire più libero
e fanno apprezzare a pieno la mtb.
Poi ancora giù fino
ad attraversare lo Stirone.
Lasciamo scivolare
le bici sull’ampia carraia e lo spruzzo d’acqua del torrente ci rallegra le
gambe.
Mentre i lontani
rintocchi del campanile ci ricordano che per molti è l’ora di pranzo
percorriamo la salita che ci porterà a svalicare a Pietra Nera. Qualcuno
mormora di fantomatiche feste a base di pane salame e griglia in una qualche
casa colonica dei dintorni, mentre si aggrappa ad una melo e addenta un rosso
pomo maturo. Le tasche della maglia sono gonfie di frutti nostrani.
La escursione sta
finendo, ma abbiamo ancora qualche freccia nella faretra e un po’ di energia
nelle gambe.
A Grotta tagliamo
di traverso, salutiamo una gentile signora mentre gli attraversiamo il cortile
e saliamo sopra Bonassera.
Attraversiamo
guardinghi una palizzata che chiude dei cavalli (non abbiamo fatto nulla di
male, siamo sui sentieri segnalati dalla cartina escursionistica del comune) e
ci lanciamo nell’ultima divertente discesa.
Mentre ci
interroghiamo sull’esistenza o meno di un sentiero che aggiri il castello di
Contignaco ci ritroviamo sulla provinciale che ci porterà a casa.
Ora sono 3 km di
comodo asfalto…ma sull’ultima salitella Paolo lancia la volata…Luca risponde, e
anch’io provo.
Dopo poco mollo,
sono uscito di scia …e chi li riprende più.
Ci ritroviamo poco
più in là per i saluti….e la prossima
escursione? Dove ci porterà? Quale nuovo sentiero?
Vediamo….
Il video di questa escursione è pubblicato su you tube al canale di stefano alinovi.
è anche possibile scaricare il file gpx dalla sezione itinerari di mtb forum, oppure chiedendomelo alla mail stefano.alinovi@libero.it
è anche possibile scaricare il file gpx dalla sezione itinerari di mtb forum, oppure chiedendomelo alla mail stefano.alinovi@libero.it
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