Un’altra perla direttamente dal manuale di
FW
Un buon fitwalker non cammina
impettito come un soldatino di piombo, il suo movimento è molto armonioso e
finalizzato alla ricerca di un’ottima spinta atta a favorire la fase di
accelerazione del corpo. Il passo deve essere equilibrato, né troppo lungo né
troppo corto, ma ben bilanciato rispetto ad altezza e lunghezza degli arti.
Il tronco deve assumere una posizione eretta e le spalle devono assumere una atteggiamento rilassato senza però cadere come un peso sul busto.
Il tronco deve assumere una posizione eretta e le spalle devono assumere una atteggiamento rilassato senza però cadere come un peso sul busto.
Flora ed io stiamo seguendo una tabella di
allenamento apparsa sulla rivista "Camminare" un paio di mesi fa. La tabella è
stata redatta da Maurizio Damilano per dar modo ai Fitwalkers di approcciare
questa disciplina in modo corretto senza strafare o far troppo poco. La
convinzione del redattore, e anche nostra, è di dare sia ai neofiti che ai camminatori esperti la possibilità di migliorare la tenuta fisica, e di praticare nel modo migliore il cammino "vigoroso".
La nostra tabella richiedeva una andatura
lenta per circa 30 minuti, successivamente dovevamo alternare 5
minuti veloci a 5 minuti lenti per 2 volte. Come finale,
l’allenamento prevedeva 5 allunghi sostenuti e in progressione.
La richiesta specifica della prova era
quella di mantenere sempre una corretta postura e una particolare cura del
gesto tecnico.
Per poter forzare l’andatura e curare il
gesto tecnico, c’è bisogno di un posto tranquillo, con poca confusione,
possibilmente in piano e con un terreno scorrevole. Quale posto migliore di una
pista di atletica?
A Salsomaggiore, la pista c’è, è
abbastanza rovinata, ma per le nostre esigenze va benissimo.
Decisione presa, sistemiamo i nostri
tecnologici orologi gps ,e si parte.
Il paio di km che ci separano dalla pista
di atletica servono a sciogliere gambe e braccia e a scaldare i muscoli,
induriti dalle tensioni della giornata lavorativa.
Non è facile mantenere un passo ortodosso
durante il percorso cittadino. Complici i marciapiedi, il traffico, la gente
ferma in chiacchiere, la nostra andatura deve subire continue correzioni, il
passo viene continuamente variato e lo stile ne soffre non poco. Le tensioni
accumulate nel quotidiano stress lavorativo sono difficili da espellere, e
rilassare i muscoli è veramente difficile.
Finalmente arrivati nella tranquilla
tranquillità del campo, completiamo la parte di riscaldamento girando in pista.
Questo ci permette di prendere confidenza con la “gommosità” del vecchio
tartan. L’elasticità del fondo potrebbe “falsare” l’andatura e renderla
innaturalmente saltellante.
Prima di iniziare con le variazioni procediamo
con qualche minuto di esercizi di allungamento e di tecnica. Proviamo e
riproviamo movimenti e passi.
Ok, ora ci sentiamo a posto ed iniziamo le
variazioni.
Il primo lento lo camminiamo comunque di
buona lena ed il passo complessivamente è buono e migliore di quello di
riscaldamento. Viene il momento di impostare il passo medio/veloce. Iniziamo
titubanti i 5 minuti veloci. Il gps fornisce dati poco attendibili, le curve
della pista non sono adatte ad una misurazione corretta “dall’alto”, ci
affidiamo alle sensazioni che, in questo momento sono più che buone. Il passo
ci sembra discretamente veloce e anche ben eseguito.
Ben presto siamo di nuovo a passo lento.
Lento poi non troppo. Ci confrontiamo con altri frequentatori della pista.
Alcuni camminano in modo approssimativo e piuttosto “storti”, altri
corricchiano…e farebbero forse meglio a camminare in modo “vigoroso”.
I giovani calciatori che vanno all’allenamento
ci guardano con superiorità, facciamo finta di nulla e pestiamo sui nostri
piedi passi sempre più efficaci.
Una dopo l’altra eseguiamo le nostre
variazioni.
Ora dobbiamo fare 5 allunghi da 100 metri
in progressione.
Dovremo cercare di mantenere la
compostezza del gesto anche spingendo forte.
Sembra facile….ma non è.
Acceleriamo quasi al massimo fin dai primi
metri e ci accorgiamo che ci stiamo dimenando molto ma che la velocità non è
che sia aumentata tanto.
Rientriamo al punto di partenza cercando
di sciogliere il passo.
Nell’allungo seguente partiamo con più
calma e acceleriamo in progressione. Alla massima velocità ci imballiamo ancora
una volta.
Ancora una accelerazione. Questa volta
badiamo più al gesto e meno alla velocità e il tutto funziona meglio.
Cominciamo ad essere un po’ stanchi e le gambe legnose rallentano il passo. Mi
sento un pò buffo cercando di spingere due curiosi pezzi di legno che
impropriamente provo a chiamare gambe. Finalmente finisce anche l’ultimo
allungo e prendiamo la via di casa. Questi due chilometri finali non erano
previsti dalla tabella, ma visto che dobbiamo rientrare, lo facciamo di passo
lento e sciolto.
La gamba ormai abituata a velocità
superiore fa si che ora si viaggi di ritmo lento, che poi così lento non è…
Soddisfatti dall’allenamento cominciamo a
progettare il prossimo….
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