http://www.youtube.com/watch?v=OawwdkICo4k
Da qualche giorno tra
messaggi e telefonate avevo capito che Luca aveva in mente una escursione di
quelle che danno soddisfazione. Con una uscita il venerdì sera avevamo
concordato qualcosa che poteva essere interessante e anche qualcosa in più.
Scendendo per una ripida carraia davvero “sgarrupata” all’interno della
riserva, in un imbrunire tipico delle uscite da caprioli e cinghiali, s’era
parlato di certi tagli di cresta sopra Stuzzano….si parlava di miniere d’oro…
Sabato, sia Luca che il
sottoscritti avevano impegni improrogabili, sicchè il buon Paolo aveva dovuto
uscire da solo, mangiandosi una quantità di km davvero notevole. Informati a
distanza Luca ed io si bruciava come falò…
Purtroppo nel primo
pomeriggio di sabato un acquazzone violentissimo, ha reso fiume le strade di
Salsomaggiore. In piena estate mi avrebbe preoccupato relativamente, ma di
questi tempi con le carraie e i boschi ancora zuppi e risorgive spontanee qua e
la per la colline, con pozzanghere ampie come piscine, questo copioso e potente
piovasco minacciava di ridimensionare le nostre ambizioni per la domenica
mattina.
Complice i ballottaggi
elettorali, grazie alla moglie che si è dovuta alzare molto presto, mi sono
ritrovato pronto prestissimo e prestissimo Luca ed io siam partiti di buona
lena.
Come sempre, per
scaldare le gambe, la lunga salita di case Massari ci vede sudare copiosamente
mentre pestiamo sui pedali. Sbuffo e risbuffo mentre Luca, più pimpante prova
qualche accelerazione per rodare le gambe. In qualche modo, sudati come da
tempo non succedeva arriviamo a Pietraspaccata e poi in su per strada asfaltata
verso passo S.Antonio. Decidiamo di
abbandonare il “bitume” e girare dentro la “riservetta”. Proviamo!... Il
terreno non sembra troppo bagnato, anzi…
Sembra che non sia
piovuto o che sia piovuto molto poco. Temevamo di trovare pozze d’acqua
terribili, invece…si va. Le nostre ruote prendono discretamente bene sui sassi
smossi. In alcuni punti fatichiamo a progredire. I tanti km passati a pedalare
su neve e fango ci hanno fatto dimenticare come si progredisce sui grossi sassi
che ballonzolano sotto l’azione delle nostre gomme. Tra un bagno di fango e
l’altro arriviamo sulla strada della costa già ben sporchi, ma come sempre
sghignazzanti e felici. Il tratto asfaltato passa velocemente e presto siamo
davanti alla discesa “borotalco”. Potrebbe essere buona….ma il borotalco
potrebbe essere traditore…
Lasciamo correre veloci
le nostre bici, per non farci bloccare dall’eventuale fango. Saltando i vari
solchi che l’acqua ha creato con gli ultimi temporali, ci avviciniamo al tratto
in piano che potrebbe portarci problemi. La terra bagnata ci fa salire
sull’erba al centro del sentiero e poi siamo fuori dai problemi. Bene
bene….Veloci scendiamo ancora e prendiamo la strada verso Vianino.
Come il solito
aggiriamo il monte Ernicchio e ci accingiamo ad aggirare il S.Cristina. Il
terreno si fa davvero perfido con fango sempre più presente e “legante”. Siamo
costretti ad entrare nel bosco per evitare impantanate terribili. Il sentiero
nel bosco è divertente slalom fra le piante, con il terreno coperto di foglie e
rami secchi. Il tric trac sotto le ruote è preoccupante, potremmo bucare in
ogni momento. Però è bello! Nonostante il sole ci sentiamo improvvisamente
ripiombati a fine inverno.
Avanziamo e finalmente
usciamo dal bosco e dal fango. Ora una ripida discesa ci avvicina all’abitato
di Maneia. Scegliamo di seguire la traccia che l’acqua ha ripulito dalla terra.
Sui sassi puliti si va niente male. All’abitato chiediamo ad una gentile
signora di una carraia che abbiamo intravisto sopra e che sembra dirigersi
verso Lusignani. La signora ci sconsiglia dicendoci che il sentiero è
abbandonato, è chiuso…e che finisce fra i campi…ok capito….ma con Luca ci
riproponiamo di venire a controllare….Pedaliamo lungo la strada bianca
martoriata dall’acqua che ha sollevato la ghiaia creando mucchietti di sassi
disordinati che assorbono le nostre ruote. Mentre Luca sembra volare, io avanzo
più lentamente, ma avanzo. Non mi sembra di essere lentissimo, ma…sudo e
risudo…e sbuffo. Il cielo che si apre e si chiude ci regala momenti di bel sole
alternati a scuri attimi di fresco. Lungo la strada fiori sgargianti ci
salutano allegri. Ci rilassiamo per un po’ pedalando da Case Veronica verso
Castellaro. Prendiamo poi per Iggio e infine, prima di scendere ci infiliamo
nel noto sentiero che abbiamo chiamato “variante pedale fidentino” Con stupore
e piacere notiamo il terreno estremamente asciutto. Bene! Saliamo veloci e
salutiamo un boscaiolo che ordina la legna appena tagliata. Il sentiero davvero
bello si fa percorrere volentieri. Qua e la qualche pozza di fango, ma si va
che è un piacere. Cominciamo a divertirci davvero. In breve arriviamo sopra
Case Vico. Davanti a noi una carraia che abbiamo sempre visto, ma mai seguito….
Dove andrà? Questa
estate un signore ci aveva detto che ci avrebbe portato verso Borla…sarà vero?
Decidiamo di provare a
seguirlo. Dopo un pezzetto bello ampio di strada bianca il sentiero si stringe
improvvisamente, l’erba alta ci oscura la vista e ci costringe a curiose
acrobazie. Davanti a me Luca sbanda vistosamente, mentre le mie ruote sono belle
stabili….Secondo me ha bucato…
Già…ha bucato. Sotto un
cielo che va incupendo preoccupantemente la gomma posteriore di Luca sputa una
bolla di roba vischiosa bianca. Come avesse pestato un rospo. In teoria il
liquido delle tubless dovrebbe chiudere il foro. A mio avviso il buco è troppo
ampio. Proviamo e riproviamo a far tenere la gomma. Quando il foro sembra
essere chiuso proviamo a gonfiare. Un nuovo sbuffo bianco a bolle grosse e dispettose fa
rigonfiare la gomma. Decidiamo per l’inserimento di una camera d’aria.
L’operazione è rapida e rapidamente partiamo. Ora ci troviamo a percorrere una
bella discesa ripida sullo stretto. Bellissimo. Il sentiero scende sempre più
ripido e sassoso.
Ci dobbiamo impegnare per non perdere il controllo.
D’improvviso il sentiero si placa e si spiana per un bel passaggio fra i prati
erbosi. Ci concediamo un “sano momento di ciclismo” assaltando una pianta di
ciliegioni. Sono scarsi ma buoni. Ok…ora continuiamo allegri. Pochi minuti su
ampia e divertente e veloce carraia e sbuchiamo…dove volevamo sbucare. Siamo
nei pressi della stalla di Stuzzano, poco più in la, inizia il sentiero che ci
porterà ai guadi dello Stirone. Speriamo di non trovare fango. Ci lanciamo
nella stupenda discesa. Il sentiero è in condizioni ottime. Si va che è un
piacere. In questo stupendo toboga, lasciamo correre la bici nelle ampie curve.
Scendiamo rapidamente con grande soddisfazione, con tratti veloci ed altri
impegnativi. Troppo presto siamo alla fine, troviamo un po’ di fango, ma
d’altronde siamo ai guadi….
Già..i guadi.
Abbiamo davanti il
primo, c’è acqua e non poca, Luca si butta e passa appena appena, ma passa.
C’è parecchia acqua,
memore del bagno fuori stagione patito quest’inverno, decido di passare con la
bici a mano. Per affrontare il guado pedalando aspetto tempi migliori e più
asciutti.
Di la dal torrente
pedaliamo un po’ ed ecco che dobbiamo affrontare il guado più impegnativo.
Percorriamo un primo
tratto in sella seguendo la corrente rimanendo a lato sfruttando le rocce di
arenaria che affiorano lungo la riva.
Poi quando il fondo si fa viscido e le
ruote vanno per conto loro decidiamo di scendere. Luca si carica la sua merida
in spalla e passa selezionado con cura gli appoggi per non scivolare. Io spingo
la mia bici approfittando dell’acqua fresca e pulita per lavare un po’ la mia
Genius. In un attimo siamo sull’altra sponda. Ridiamo un po’ sulle condizioni
dei nostri scarpini e poi partiamo. Velocemente risaliamo fin sulla fondo valle
che porta a Pellegrino e ci dirigiamo in direzione sud . Risaliamo la strada
per poco e poi risaliamo su carraia verso Besozzola. Cercando di schivare i
rovi che si sono allungati nel sentiero pedaliamo fino a Besozzola e poi su
asfalto raggiungiamo prima Pietra Nera e poi Grotta.
Appena prima del piccolo
abitato ci buttiamo a sinistra lungo il sentiero che ci porterà direttamente a
Casalino.
Il sentiero ha erba alta ed è difficile “leggere” il terreno sotto le
nostre ruote. Dobbiamo fidarci delle nostre sensazioni e delle nostre mtb. Si
va e ci striamo anche divertendo. Più in là il prato tagliato ci consente una
marcia più sicura e veloce. Pochi metri in asfalto, entriamo nell’abitato di
Casalino e iniziamo a spingere sulla strada bianca. Ben presto la strada bianca
diventa sentiero con divertente saliscendi. Superiamo veloci un paio di
rigagnoli e all’improvviso ci troviamo davanti una ripida salita sconnessa.
Sappiamo che c’è….ma ci frega sempre. Luca, spingendo sui pedali riesce a
superare brillantemente lo strappo. Io sono dalla parte sbagliata e pesto fra i
sassi grossi e sconnessi, ho anche il rapporto sbagliato, salgo fin quasi in
cima…pèoi vado in stallo e devo scendere. Sconfitto spingo gli ultimi 3 metri…
Peccato!
Riprendiamo il sentiero
che sale dolcemente fra l’erba alta.
Ci stiamo dirigendo
verso Cangelasio. Evitando alcune ampie buche piene d’acqua percorriamo lo
stupendo sentiero ombreggiato e sbuchiamo di fianco alla antica chiesetta.
Attraversiamo la strada e cominciamo la giusta discesa a valle. Poco prima di
tornare su asfalto Luca devia a destra lungo un prato. Scendiamo dolcemente
mentre Luca osserva la folta vegetazione alla nostra sinistra. Cerca un
passaggio…ci dovrebbe essere. Nascosto dagli arbusti troviamo il pertugio,
passiamo, e scendendo lungo una vigna arriviamo in un piccolo gruppo di case
proprio al centro di Cangelasio.
Bellissimo…Bravo socio.
Ora dobbiamo proprio
rientrare. Il cielo che fino ad ora ci ha graziato comincia ad essere gonfio
d’acqua e le prime gocce cominciano a scendere rade e grosse. Ma ora ci frega
di poco, siamo a pochi km da casa. Compiamo un altro taglio fuori strada, un
altro saliscendi divertente…e siamo alla Bellaria. Ma la giornata non è finita!
Luca denuncia ampi
sbandamenti alla ruota posteriore. Ha forato nuovamente. Tentiamo con una
gonfiatina di arrivare fino a casa. Nientre da fare. Al riparo di un
provvidenziale, ampio balcone, velocemente sostituiamo la camera d’aria.
Velocemente scendiamo,
tagliamo per le scale davanti al cimitero, e ci dirigiamo verso il centro di
Salsomaggiore. Al bivio ci salutiamo calorosamente.
Bel giro amico mio….
Alla prossima….
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