Sembrava un allenamento normale. Cioè Luca ed io
siamo partiti per un normale giro di allenamento come tante altre volte a metà
settimana. A dire il vero non ero convintissimo di riuscire a fare un buon
allenamento, un fastidiosissimo disturbo di pancia mi faceva temere parecchio.
Una pia pastiglia di antispasmina colica e via a pedalare in compagnia. Quando
partiamo per queste serate di mtb, solitamente, non abbiamo una meta precisa,
cerchiamo solamente di mettere insieme , nel minor tempo possibile e col minor
numero di km possibile, la maggior quantità di saliscendi possibili. Ora
scegliamo un versante salsese, ora un altro, senza preconcetti. Si va su e giù
senza remissione. Fine. La vita, non è forse tutta un su e giù? Pensiero
profondissimo. Intanto che questi momenti filosofici transitano per la mia
mente offuscata dal mal di pancia, iniziamo la salita verso il castello di
Bargone via Tamburina (bel gioco di parole ma comprensibile solo ai salsesi).
La salita vien via bene cominciando a diradare i dubbi iniziali. La pasticca
comincia a fare effetto e mi sento meglio, le gambe girano discretamente bene e
le pedalate rendono. Inizia in questo
modo un curioso assommarsi e rincorrersi di passato remoto e passato prossimo.
Passiamo ora accanto ad un castello di 1000 anni fa che sta maestoso a far la
guardia alla vallata salsese ricca di un antico mare ormai sepolto. Da questo
mare antico si estraeva il prezioso oro bianco (il sale) e questa ricchezza
andava difesa tenacemente. I castelli attorno a Salsomaggiore costituivano una
stupenda catena di difesa. Poco più in
là un sentiero attira la nostra attenzione. Ci buttiamo nel valloncello a buona
velocità. L’ampio sentiero e l’ottima condizione del terreno ci consentono
un’ottima velocità. La salita successiva ci vede un po’ più lenti. Riemergiamo
dal valloncello e pedalando per una comoda strada scendiamo fino alla
sottostante strada Fidenza-Tabiano. Attraversiamo e, circolando del più e del
meno, risaliamo fino a Tabiano Castello. Già un altro castello…altri 1000 anni
di storia che sfioriamo con rispetto. La lunga e comoda Boffalora ci consente di pedalare e ricordare questo e
quel momento della gioventù ormai lontana. Si parla di militare, di gioco, di
donne avute, perse, immaginate. Alla nostra destra la Predella ci richiama come
omerica sirena. Prendiamo il veloce sentiero che porta a Sivizzano e poi
giriamo a sinistra verso la Pista da Cross.
Rombanti rumori di moto in azione accompagnano le
nostre pedalate in salita. Il sentiero ben pulito, ci consente di avanzare
tranquillamente e nonostante la pendenza finale, in breve siamo ai margini
della pista. Le moto di varia cilindrata sfrecciavano su e giù (e dai) lungo il
tortuoso tracciato.
Come quando eravamo giovanissimi ci siamo fermati a
guardare. Come allora i nostri occhi ammirati seguivano i motociclisti nelle
loro performances. Alla mente ritornano ricordi lontani, di quando venivo a
vedere le gare accompagnato dal babbo, e si filmava con una tristissima super8.
La 500 SW (giardinetta) piena di ragazzini entusiasti veniva parcheggiata più a
valle e si raggiungeva la pista a piedi nel rumore e nella polvere. Il forte
odore di miscela e olio di ricino riempiva l’aria e dava adrenalina a noi
ragazzi. Luca, salsese da sempre, racconta come riuscisse a prendere un
sentiero nel bosco per entrare a vedere le corse senza pagare. Decidiamo di
andare a vedere se il passaggio esiste ancora. Emozionati come allora pedaliamo
in salita, ripida salita, fino alla colma. Ansimiamo sui pedali mentre appena
accanto le moto passano veloci quasi in silenzio. Nelle nostre orecchie i
rumori dei 2 tempi di 40 anni fa…Sostiamo un attimo in vetta ad ammirare la
vallata sottostante. Questa giornata limpida di un settembre dopo la pioggia ci
offre colori incredibili, ombre e luci calde che si alternano lungo i boschi e
le colline. I miei occhiali fotocromatici arancio riescono ad accentuare i
contrasti e scaldano ancor più i già caldi colori preautunnali. Una sontuosa
pianta di fichi ci regala profumi di altri tempi. Ci scrolliamo di dosso i ricordi e
continuiamo il nostro giro. Scendiamo nella strada, un po’ di asfalto e poi ancora in discesa su
sentiero. La discesa corre veloce e offre insidie ad ogni curva. Dietro ogni
tornante un problemino da affrontare. Un ramo staccato mi si infila tra la
catena e il cambio posteriore. Mi fermo appena in tempo per evitare il peggio.
Proseguiamo in un tunnel di piante, fra prati incolti e colori incredibili in
questo tramonto fantastico. Superiamo un ultimo tunnel di arbusti, ed usciamo
in un prato segato di recente sulla strada di S. Vittore. Prendiamo la strada,
ma non abbiamo voglia di fare asfalto. Una invitante carraia ci attrae e
pedalando fra i campi raggiungiamo Fornacchia. I prati asciutti presentano
grandi crepe e il terreno che si sfarina. Bisogna stare attenti a non infilare
le ruote nelle crepe, anche le nostre ruote grasse potrebbero bloccarsi
irrimediabilmente. Saliamo un po’ e poi ancora in discesa a guadare il Gisolo.
Nel folto del bosco il terreno è ancora bagnato dalla pioggia dei giorni
scorsi. Fortunatamente il fango non fa presa sulle coperture e si scende bene.
Ci bagniamo nel piccolo guado e iniziamo la dura salita a Casa Pietra. Il
terreno in ottime condizioni ci concede di risalire senza difficoltà. Ripercorriamo
per un po’ la Boffalora e …notiamo un cancello aperto presso un
capannone…appena dietro c’è un sentiero che porta a Case Granelli…Vuoi che i
cinghiali del sabato mattina non ne approfittino?
Varchiamo il cancello incustodito e scendiamo con
attenzione. Il sentiero è ampio ma sporco. Era probabilmente una antica carraia
di collegamento ora in disuso. Chissà perché tutte queste vie vengono lasciate
alle spinose braccia dei rovi? Perché non si tengono vive le tradizioni e si
lasciano morire le antiche vie?
Con questi problemi esistenziali Luca imbocca veloce
la discesa di Case Granelli. Avanti a me di una decina di metri il mio socio
scende veloce facendo incetta di ragnatele. Lo lascio andare per vedere meglio
dove andare a posare le mie ruote. Lo stupendo single track corre veloce sotto
le nostre coperture e finisce troppo presto. Risaliamo un po’ per strada bianca
e ci concediamo uno strappo ancora prima di scendere lungo la strada che ci
porterà a sbucare sotto le piscine di Tabiano.
Siamo agli sgoccioli dell’escursione, agli sgoccioli
della luce che si perde con il tramonto che arriva, agli sgoccioli dell’energia
rimasta dopo la giornata di lavoro. Rientriamo salendo lungo la via degli
alpini, e poi per prati e sentieri
nascosti dai “bargnoli” sbuchiamo sulla strada del poggio Diana. Ancora una
deviazione prativa e siamo a casa. Ci salutiamo col consueto “come sempre è
stato un piacere”. Luca va a prendere il giornale mentre io scendo un paio di
scale e gira e rigira arrivo dalla mia amica tabaccaia a regalarmi una scatola
di “toscani”. “Qualche vizio bisogna pur averlo” concordiamo insieme la
tabaccaia ed io!!
Queste poche righe per ricominciare a scrivere, e
per ricordare a tutti gli amici che su you tube al solito canale di stefano
alinovi ho inserito qualche nuovo filmato.
Sono stato tanto tempo senza scrivere perché lo
staff del Forum ha deciso di togliere la sezione Blog. Inizialmente mi sono
offeso un po’….poi ho fatto buon viso a cattiva sorte e ho deciso di aprire un blog tutto mio su Blogger. (poi
scriverò riferimenti più precisi). Pensavo anche ad aprire un sito ma devo
vedere come fare.
Un blog per avere archiviati, per chi volesse
consultare un po’ tutti i percorsi e le avventure da noi vissute nei nostri
giri sabatini….e infrasettimanali. Nel blog poi racconterò anche di altro….
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