Il ciclone Nefertari, si sta avvicinando velocemente
e si vede. Il bel cielo azzurro dei giorni scorsi ha lasciato il posto ad una
grigia nuvolaglia alta e stratificata. L’aria frizzante è diventata calda e
umida, quasi appiccicosa, che si fatica a respirarla. Come ti muovi sudi.
Niente paura, “quelli che il sabato mattina” si ritrovano e, insensibili ai
capricci atmosferici, partono per una escursione da farsi assolutamente sul
terreno asciutto. Viste le previsioni per i giorni successivi…oggi o mai più, o
quasi. L’autunno si avvicina a passi veloci e le temperature ben presto si
abbasseranno e i terreni fangosi resteranno fangosi per un bel po’….a meno che!
Anche quest’oggi il prode Andrea da Carpi si è
catapultato a Salsomaggiore per vivere un’altra escursione in nostra compagnia.
Ormai è dei nostri…
Oggi vogliamo andare a pedalare fra le coste e i
vigneti del piacentino, appena di la dallo Stirone, e sopra l’Arda. Partiamo
molto tranquilli sulla salita della Bellaria e puntiamo verso Cangelasio. Poi
per rodare le gambe giriamo su a destra per una secca e sassosa salita.
Scendiamo a Cangelasio e imbocchiamo la strada bianca della Gavazzola. Invece
di scendere verso la solita azienda agricola teniamo la sinistra su un bel
sentiero che ci porta con bel single track fino in valle proprio davanti ad un
noto ristorante.
Dobbiamo salire fin sopra Vigoleno e, pedalando, decidiamo da
che parte “assaltare” l’antico e turrito borgo. Appena sopra Case Orsi, al
bivio lasciamo la strada canonica e affrontiamo il solito salitone sterrato che
ci mette in sintonia con le pendenze che affronteremo nei prossimi chilometri.
Questa mattina mi sono vestito troppo e sto sudando esageratamente. Grondo come
in piena estate. Questa terribile umidità da veramente fastidio, sembra di
essere nella “bassa” più bassa, solamente che qui stiamo faticando in salita.
Un attimo di riposo e poi ancora su per un sentiero “nuovo” che ci permetterà
di arrivare alle antenne sopra l’antigo borgo medievale di Vigoleno.
Fortunatamente qualche brava persona ha provveduto a pulire il sentiero dai
fitti rovi…meno male. Il sentiero, viaggia dapprima in salita tranquilla, poi si alza in modo secco,
non inaspettato, ma deciso.
Si soffre nello strappo ma si sale. Appena finito,
mentre transita il buon Andrea, mi fermo per spogliarmi un po’. Sono bagnato
fradicio, infilo la maglia nello zaino e raggiungo i soci che mi aspettano nel
prato un pò più avanti. Scendiamo veloci e ci avviamo verso la cresta che porta
a Cergallina. Passando attraverso la piccola borgata di Mazzaschi incrocio una
ex collega di mia moglie che provo a salutare. Ovviamente la ragazza non mi
riconosce così bardato e prosegue il suo cammino pensieroso. Coltello fra i
denti e affrontiamo la prima salita sassosa della cresta. Salgo abbastanza
tranquillo ma non è mai una passeggiata.
Dopo la dura salita una lunga discesa
ci fa riposare un po’. Qua in cresta, all’aperto, c’è un po’ più d’aria e meno
umidità, si respira meglio, ed è tutto un altro pedalare. Passando davanti all’ennesimo
ristorante si mormora sulle qualità e la quantità di cibo che si potrebbe
mangiare, e con che compagnia…Questo ci serve a rilassare le gambe prima della
prossima dura e lunga salita. Detto e fatto eccola. Attacchiamo la lunga rampa che ci
porterà a Cergallina.
Il fondo a sassi smossi, più che la pendenza, ci impegna
a fondo, e dobbiamo mettercela tutta per superare le balze che ci separano
dalla sommità della cresta.
Ora affrontiamo il sentiero “dei briganti”. In
realtà questo sentiero è tracciato CAI ed ha un suo numero, ma durante la
manifestazione “la notte dei briganti”, lo si percorre in questo senso di
marcia per arrivare a Vernasca provenendo da Vigoleno.
Davanti alla chiesa ci abbeveriamo alla fontana. In
piazza chiediamo info per arrivare a guadare l’Arda e…boh, vedremo poi cosa
fare. Due anziani signori, con il tipico intercalare piacentino, ci spiegano
dove andare e dove passare. Mille ringraziamenti, pronti via e sbagliamo
strada. Come sempre. Fortunatamente le nostre mtb ci mettono una pezza e dopo
aver attraversato un prato torniamo sulla retta via. Attraversiamo un piccolo
gruppo di case coloniche e dopo aver chiesto conferme riprendiamo la discesa
verso il fiume.
Una carraia che gira a sinistra ci depista e ci fa finire in un
prato senza uscita…peccato…Torniamo rapidamente sulle nostre pedalate e scendiamo ora rapidi e sicuri fin sulla
strada. Paolo attraversa e, guada immediatamente l’Arda, e si ritrova dall’altra
parte su comoda strada bianca. Noi ligi alle spiegazioni dateci in paese
andiamo avanti in direzione Morfasso, cercando un guado che non troviamo. Messi
alle strette attraversiamo dove possiamo e in qualche modo. Sull’altra
sponda Paolo va avanti e indietro
sghignazzando. Ci spiegherà poi che queste vie le percorreva in modo e quindi…
Ora pedaliamo veloci sulla strada bianca lungo il
fiume e ben presto siamo nelle terre di Marco Aurelio Fontana…il campione..
Qui a Lugagnano van forte con la mtb, e noi
manteniamo un profilo abbastanza basso. Ora dobbiamo cercare di rimontare la
costa per tornare verso casa. La, sopra una cava, si vede una bella carraia che
sale…proviamo da quella parte, ma una siepe ci chiude la via. Prendiamo
speranzosi una bella strada bianca che sale a fianco della siepe. Sul
navigatore mi sembra di scorgere una traccia promettente. La direzione è quella
giusta. Saliamo un po’ ma poi la bella carraia si ferma in una casa….fine della
salita. Fortunatamente un brav’uomo ci da le indicazioni giuste, scendiamo per
la medesima via di salita e imbocchiamo una bella pista ciclabile, che ci porta
fino al bivio per l’abitato di Mariani. Ora scorgiamo nettamente una bella
carraia fra le vigne che porta in alto. Sembra piuttosto ripida….ma basta che
ci porti in quota…va sempre bene. Mentre saliamo scorgiamo una via erbosa a
destra, ma passa attraverso delle abitazioni….ma…mi..mo saliamo per la diretta.
Ad un certo punto la pendenza è eccessiva e anche Paolo e Luca devono
rassegnarsi a spingere.
Spingiamo le nostre mtb attaverso le vigne appena
svuotate di ricchi grappoli di buona uva che, sicuramente farà del buon vino.
Il profumo della vendemmia appena avvenuta aleggia ancora nell’aria calda ma
dai sapori e colori decisamente autunnali. Con una bella faticata arriviamo di
costa e rimontiamo in bici, Pedalando a zig zag (io) in un bel pratone
arriviamo proprio sul sentiero che avevamo pronosticato di percorrere per il
ritorno. Siamo sulla costa che porta a Bacedasco Alto.
Sotto di noi, verso
Castell’Arquato scendono a dolce pendio filari e filari di viti, dalla parte
opposta, guardando la costa di Vigoleno ripidi versanti a calanchi.
In un costante susseguirsi di veloci e divertenti saliscendi
arriviamo sulla strada asfaltata nei pressi di Bacedasco. Bello, bello davvero .
Fin qui il tour è stato faticoso ma divertente. Ora, mentre scendiamo per
tortuosa e stretta strada asfaltata pensiamo da che parte risalire verso
Vigoleno. Ricordo, che, anni fa, avevo imboccato un sentiero in salita che mi
aveva portato fin sotto le antenne di Vigoleno. Il sentiero era segnalato…quindi.
Quindi ritroviamo la segnalazione e affrontiamo quest’ultima dura prova in
salita. Il sentiero che percorriamo è davvero bello, duro ma sempre ben
pedalabile. Quasi tutto boschivo, il percorso, qua e la si apre in chiari prati, che danno
respiro.
In mezzo al bosco l’aria è tornata a farsi umida e pesante, e acuisce il senso di fatica che comincia a
farsi sentire nelle nostre gambe. Andrea ed io, fanalini di coda del piccolo
gruppo, finalmente arriviamo al culmine della salita ci fermiamo un attimo a
bere un sorso prima della lunga cavalcata in discesa che ci porterà a guadare
lo Stirone, prima dell’ultima fatica sabatina.
Le nostre bici corrono veloci lungo i sentieri e fra
i vigneti.
La terra arsa ora bianca ora rossa, da colore ad una mattinata
abbastanza smorta, mentre, a dispetto delle previsioni, qualche raggio di sole
arriva a vivacizzare un po’ l’atmosfera. Per qualche momento il sole spazza la
caligine umida e un po’ d’aria da respiro ai nostri polmoni e asciuga le
magliette fradice. Guadiamo il secco Stirone, e siamo di nuovo nel “parmigiano”.
Percorriamo per breve tratto, un po’ del parco dello Stirone e affrontiamo l’ultima asperità della giornata.
La salita degli Stirpi. Ma ormai ne abbiamo fatte tante…che ci “beviamo” anche
questa senza battere ciglio. Ancora uno stupendo percorso di costa, e
affrontiamo in discesa quella che questa mattina era stata “l’aperitivo” di
tutte le salite.
Giust’appunto, l’aperitivo….siamo quasi a casa e l’orario
è decente.
Tutto bene….
Anche oggi una cinquantina di km abbondanti per un
altro tranquillo 1500m di dislivello.
Ci salutiamo dandoci appuntamento alla prossima
escursione. Speriamo che il tempo ci sia propizio…
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