Nel pezzo proposto ieri abbiamo pedalato dal palazzo ducale di Colorno alla stazione FFSS di Parma.
Abbiamo quindi proposto il ritorno in treno.
Per chi ha gamba e dispone di una mtb proponiamo ora il logico ritorno a Colorno pedalando lungo lo splendido argine del fiume (meglio... torrente) che collega le due città. Le due città (Parma e Colorno) sono accomunati da splendidi palazzi ducali abitati nell' '800 da Maria Luigia....
Escursione adatta a tutti coloro che vogliono
provare il fascino della pedalata nella natura, senza allontanarsi troppo dalla
tranquilla comodità della città e dell’asfalto. Percorso dedicato al neofita
dalla mtb, ma anche a chi ha poco tempo
a disposizione e vuole fare una sgambata tutto muscoli per mantenere
l’allenamento. Questo tracciato, completamente in sede propria e con ¾ del suo
sviluppo su sterrato, si fa percorrere con tutte le condizioni atmosferiche (o
quasi). E’ da assaporare nei primi tepori primaverili rigorosamente al calar
della sera e in notturna. Il percorso tracciato e descritto parte dalla
stazione FFSS di Parma e arriva alla stazione FFSS di Colorno.
Il tracciato, completamente pianeggiante, può essere
percorso in entrambi i sensi di marcia , andata e ritorno, oppure si può
approfittare del mezzo ferroviario per il ritorno (o l’andata).
Unico neo: la stazione ferroviaria di Colorno è
sopraelevata rispetto al piano stradale e quindi ci sono da salire/scendere
diversi gradini con la bici in spalla (i più bravi possono scendere in sella
alla mtb)
Partiamo da Parma in direzione Colorno. Per
semplicità poniamo il chilometro zero davanti alla stazione FFSS di Parma.
Raggiungiamo
con facilità il vicino ponte sul torrente Parma e giriamo a destra su pista
ciclabile fino a raggiungere il nuovo ponte Nord .
La pista ciclabile gira a sinistra a
percorrere tutto il ponte e, alla fine di esso attraversiamo con attenzione la
strada e ci immettiamo sulla ciclabile dall’altro lato. Siamo sull’argine
sinistro del fiume Parma su comoda pista ciclabile asfaltata. L’asfalto è
ruvido ma scorrevole. Il difficile è fatto!
Non
rimane che pedalare fino a Colorno . Specialmente nei giorni festivi questo
tratto di argine è popolato di podisti e la nostra pedalata dovrà tenere conto
anche di questo.
Le
secche sonorità del poligono di tiro ci accompagnano fuori città. Il rumore del
traffico si affievolisce, l’animo si rasserena e i muscoli iniziano a lavorare.
Sulla carta stradale la linea che va da Parma a Colorno è sostanzialmente una
retta, il torrente Parma non la pensa così. Ben presto l’argine inizia una
serie di ampie anse che allungano di parecchio il percorso. A volte ci si
ritrova a ridosso delle rumorose strade, altre volte si è immersi nell’aperta
campagna
e si pedala accanto ad estesi pioppeti. Appena prima di Baganzola ci
si parano innanzi n° 2 ponti stradali che sfiorano l’argine sottostante. Niente
paura, il percorso scende nel golenale per risalire subito dopo.
In questo punto può sorgere una piccola difficoltà.
Quando il fiume si ingrossa per le piene, invade il golenale e, nel ritirarsi
lascia uno strato di limo scivoloso e appiccicoso. Si può ovviare parzialmente
a ciò utilizzando il grande tubo passante a sinistra dell’argine che passa
sotto al primo ponte. Per il secondo ponte il problema rimane.
Dopo i ponti l’argine asfaltato prosegue ancora fino
al finire dell’abitato di Baganzola poi il fondo diventa erboso e il
mtbiker si “fa la gamba”.
Il fiume, nel suo cammino di avvicinamento al Po,
infittisce le sue anse disegnando un curioso ghirigori nella fertile pianura .
L’argine ne segue più o meno fedelmente l’andamento .
Pedalando, ci avviciniamo ora al letto del fiume,
ora costeggiamo la strada e guardiamo “dall’alto in basso” le auto che
frettolose corrono sull’asfalto.
Non è difficile vedere sfrecciare davanti alle
nostre ruote, leprotti spaventati che zigzagando si vanno a nascondere nel
golenale, o nel bosco. Il fagiano maschio si pavoneggia fino all’ultimo per poi
lanciarsi in volo con il suo verso caratteristico. La poiana ci sorvola
regalmente superiore incurante del nostro faticare. Qualche gatto si accuccia
sospettoso senza perdere di vista la preda.
Ci avviciniamo a Rivarolo di Torrile dove, per un
attimo, abbandoniamo il fondo sterrato per attraversare la strada che porta a
S.Polo di Torrile .
Pochi metri e siamo di nuovo fuori dal traffico. Il
fondo torna ad essere veloce in ghiaia compatta, e la pedalata diventa agevole.
Fiume e strada ora viaggiano fianco a fianco.
Tralasciamo 2 ponti che attraversano il torrente e continuiamo per la
nostra strada. Rasentiamo il campo sportivo di Rivarolo di Torrile, il piccolo
abitato di Torrile e quindi gli insediamenti industriali di Bezze.
Siamo
quasi arrivati. Dopo Bezze fiume e argine si allontanano dalla strada e siamo
nuovamente immersi nella natura. Più in la il cavalcavia della tangenziale di
Colorno incombe.
Con rapido saliscendi passiamo sotto la tangenziale . I
tetti del Palazzo Ducale di Colorno appaiono al di la degli alberi e si
avvicinano ad ogni pedalata. D’improvviso l’argine devia per una nuova ansa che
allungherebbe parecchio il percorso. Scendiamo in strada percorriamo
poche centinaia di metri e giriamo a destra per strada ciclopedonale e
arriviamo sull’antico ponte cittadino sul torrente Parma.
Non ci resta che
raggiungere la stazione ferroviaria ( al di là del Parco Ducale)oppure girare
le ruote della nostra mtb e rientrare a Parma seguendo la via appena
percorsa.
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