A Monte Manulo c'è un
piccolo santuario..
Il santuario è posto su una delle tante coste che caratterizzano la nostra stupenda collina.
C'è uno stupendo itinerario fatto di sentieri e carraie e strade bianche che corrono lungo questa costa dalla località Fornacchia a S.Vittore (frazione di Salsomaggiore Terme) fino a S.Maria del Gisolo sotto Costamezzana anche se ancora nel comune di Fidenza.
Questo itinerario parte dal centro di Salsomaggiore, scollinando scollinando si arriva alla località Fornacchia. Qui inizia un entusiasmante saliscendi di notevole impegno fino al Santuario. Dal santuario fino a S.Maria del Gisolo il tracciato diventa più scorrevole e quasi totalmente in discesa. E per tornare a Salsomaggiore?
Si pedala lungo il tracciato della Via Francigena fino a Siccomonte, poi lungo i sentieri della Val Siccomonte e Cogolonchio della Battaglia.....per rientrare in Salsomaggiore sfioreremo l’abitato di Tabiano Terme .
Il santuario è posto su una delle tante coste che caratterizzano la nostra stupenda collina.
C'è uno stupendo itinerario fatto di sentieri e carraie e strade bianche che corrono lungo questa costa dalla località Fornacchia a S.Vittore (frazione di Salsomaggiore Terme) fino a S.Maria del Gisolo sotto Costamezzana anche se ancora nel comune di Fidenza.
Questo itinerario parte dal centro di Salsomaggiore, scollinando scollinando si arriva alla località Fornacchia. Qui inizia un entusiasmante saliscendi di notevole impegno fino al Santuario. Dal santuario fino a S.Maria del Gisolo il tracciato diventa più scorrevole e quasi totalmente in discesa. E per tornare a Salsomaggiore?
Si pedala lungo il tracciato della Via Francigena fino a Siccomonte, poi lungo i sentieri della Val Siccomonte e Cogolonchio della Battaglia.....per rientrare in Salsomaggiore sfioreremo l’abitato di Tabiano Terme .
Partiamo dal comodo parcheggio davanti alle terme Zoia, nei pressi della
fontana e percorriamo il viale alberato
in direzione Sud , verso la collina. Percorriamo l'affollata Via Milano e poco dopo giriamo a sinistra in via Saletti. Lasciamo a questo punto il traffico e la "civiltà" e cominciamo a faticare in salita. Anche se il primo tratto è asfaltato la strada impegna subito i muscoli non ancora caldi. La strada diventa bianca e la pendenza dapprima tranquilla cresce fino allo strappo finale . Anche
se a pochi passi dal centro storico della famosa cittadina termale sentiamo
attorno a noi la quiete della amena collina. Le auto che passano poco sotto non
sono che un indistinto rumore in lontananza. Arriviamo sulla strada che arriva dal Poggio e abbiamo solo un attimo per rifiatare. Per
non farci mancare nulla, in questo inizio pirotecnico giriamo a destra per
affrontare un altro strappo, breve ma intenso. Quando la strada asfaltata
commuta in strada bianca un falsopiano ci permette di rifiatare . Ora pedaliamo lungo un sentiero che va aumentando
di pendenza progressivamente. Di per se la pendenza è pedalabile.
E’ necessario
prestare attenzione ai solchi generati dal passaggio delle moto che transitano
su questo tratto per arrivare alla pista di motocross di Predella (il transito
è davvero sporadico). Alla fine della salita un punto panoramico solitamente
fiorito ci consente di ammirare il paese sotto di noi e di rifiatare
adeguatamente. L’escursione è lunga e
richiede al fisico di dosare adeguatamente le energie. Riprendiamo a pedalare per un tratto quasi piamo prima di una veloce discesa. Lasciamo correre le
ruote fino ad arrivare sulla strada nella frazione di
Sivizzano. Questo tratto apparentemente facile e divertente presenta qualche insidia. Antipatici rami di rovo si allungano spesso in mezzo al sentiero aggrappandosi alla maglietta (nella migliore delle ipotesi) oppure si attaccano alla pelle disegnando su braccia o gambe del malcapitato biker disattento curiose rigature rosso sangue. Bisogna essere cauti nel tentare di evitare questi rami. Nello stretto sentiero ci sono scavate 3 profonde corsie che mettono in difficoltà chi cerca di spostarsi da l'una all'altra in velocità. Andar per terra è un attimo!. Subito dopo curiosi avvallamenti spesso nascosti dall'erba alta mettono in apprensione il ciclista che arriva spensierato e veloce.
Andiamo dritti per asfalto in leggera salita(sarà anche leggera ma ci fatico sempre), e prima di arrivare ad un gruppo di case pieghiamo leggermente a destra per larga carraia in terra. Sulla destra partono invitanti sentieri che, per questa escursione, ignoreremo. Il sentiero (tabellato) propone una serie di accattivanti saliscendi fra verdi boschi e prati profumati.Attenzione, questo tratto, stupendo e fresco col secco, diventa assai traditore nei mesi piovosi. L'argilla di cui è composto il terreno tende ad avvinghiarsi ferocemente alle coperture rendendo impossibile la progressione.
Tralasciando tutte le carraie tentatrici che fanno capolino da destra e da sinistra, il nostro sentiero sfocia sulla strada Boffalora. Andiamo a sinistra in direzione Tabiano Castello.
Una salitella in asfalto ed una veloce discesa precedono una brusca svolta a destra che ci introduce in una carraia presso una nota apicoltura biologica.
Andiamo dritti per asfalto in leggera salita(sarà anche leggera ma ci fatico sempre), e prima di arrivare ad un gruppo di case pieghiamo leggermente a destra per larga carraia in terra. Sulla destra partono invitanti sentieri che, per questa escursione, ignoreremo. Il sentiero (tabellato) propone una serie di accattivanti saliscendi fra verdi boschi e prati profumati.Attenzione, questo tratto, stupendo e fresco col secco, diventa assai traditore nei mesi piovosi. L'argilla di cui è composto il terreno tende ad avvinghiarsi ferocemente alle coperture rendendo impossibile la progressione.
Tralasciando tutte le carraie tentatrici che fanno capolino da destra e da sinistra, il nostro sentiero sfocia sulla strada Boffalora. Andiamo a sinistra in direzione Tabiano Castello.
Una salitella in asfalto ed una veloce discesa precedono una brusca svolta a destra che ci introduce in una carraia presso una nota apicoltura biologica.
La carraia diventa sentiero, e la discesa si fa
veloce, lunga e piacevole. Man mano che si scende il sentiero si addentra nel bosco che diventa sempre più fitto e misterioso.
Avremo l’accortezza di tenere sempre la destra per non finire fuori percorso , che, ad ogni buon conto è tabellato con precise segnalazioni (Carta dei Sentieri di Salsomaggiore Terme).
Alla fine della discesa quando guadiamo il torrente Gisolo il bosco è veramente cupo. In questo punto il torrente è solamente un rigagnolo, in quanto siamo in prossimità della sorgente, però un po’ d’acqua è sempre presente e rende viscido il passaggio. Anche passando il rigagnolo al volo ci si sporca sempre pò, ma fa parte del gioco. La carraia ora risale in modo deciso, anche troppo, dall'altra parte del torrente, e non è difficile dover percorrere qualche metro spingendo la nostra fedele mtb.
Avremo l’accortezza di tenere sempre la destra per non finire fuori percorso , che, ad ogni buon conto è tabellato con precise segnalazioni (Carta dei Sentieri di Salsomaggiore Terme).
Alla fine della discesa quando guadiamo il torrente Gisolo il bosco è veramente cupo. In questo punto il torrente è solamente un rigagnolo, in quanto siamo in prossimità della sorgente, però un po’ d’acqua è sempre presente e rende viscido il passaggio. Anche passando il rigagnolo al volo ci si sporca sempre pò, ma fa parte del gioco. La carraia ora risale in modo deciso, anche troppo, dall'altra parte del torrente, e non è difficile dover percorrere qualche metro spingendo la nostra fedele mtb.
Fermarsi qualche attimo a prender fiato ci consente
di poter ascoltare i rumori del bosco , il battere del picchio, il rumore della
lucertola su rami e foglie secche, il richiamo della poiana che sorvola prati e
boschi alla ricerca della preda.
Dopo un ultimo strappo cattivo sbuchiamo dal fitto bosco in località Fornacchia.
Andiamo a destra e scendiamo per un centinaio di metri e poi giriamo a sinistra. Arriviamo ad un gruppo di case e andiamo ancora a sinistra per strada bianca .Attenzione a non sbagliare ed entrare in cortile privato.
Dopo un ultimo strappo cattivo sbuchiamo dal fitto bosco in località Fornacchia.
Andiamo a destra e scendiamo per un centinaio di metri e poi giriamo a sinistra. Arriviamo ad un gruppo di case e andiamo ancora a sinistra per strada bianca .Attenzione a non sbagliare ed entrare in cortile privato.
La strada bianca corre a mezza costa , poi diventa
carraia e, appena prima di un’erta salita, giriamo a sinistra per una veloce e piacevole discesa nel bosco. Attenzione, dobbiamo mantenere
sempre la destra ! Alla fine del tunnel boschivo sbuchiamo su un’ampia carraia. Andiamo a sinistra e continuiamo la piacevole e veloce discesa. La mtb corre contenta fra i verdi prati al margine del bosco.
Nei pressi di un complesso abitativo agricolo (che aggireremo sulla sinistra)
dovremo affrontare una salita decisamente ostica. Non è molto lunga ma si fa rispettare. Si sale su carraia in terra scavata da solchi. La pendenza è subito cattiva e la ristrettezza del terreno su cui pedalare ha la sua importanza. Bisogna salire decisi e sicuri. Qual'ora si dovesse scendere a spingere, non bisogna offendersi, è veramente dura.Una breve discesa e passiamo un gruppo di case maltenute con resti evidenti di un recente incendio,un profondo odore di capra impregna l'aria testimoniando la presenza di gregge di ovini. Alcuni rumorosi cagnetti potrebbero accompagnare il biker fin quasi in cima alla salita successiva. Fanno rumore ma si tengono a distanza. Seguendo la bianca carraia ricominciamo a salire. La pendenza aumenta progressivamente per terminare con un secco strappo terminale.
Nei pressi di un complesso abitativo agricolo (che aggireremo sulla sinistra)
dovremo affrontare una salita decisamente ostica. Non è molto lunga ma si fa rispettare. Si sale su carraia in terra scavata da solchi. La pendenza è subito cattiva e la ristrettezza del terreno su cui pedalare ha la sua importanza. Bisogna salire decisi e sicuri. Qual'ora si dovesse scendere a spingere, non bisogna offendersi, è veramente dura.Una breve discesa e passiamo un gruppo di case maltenute con resti evidenti di un recente incendio,un profondo odore di capra impregna l'aria testimoniando la presenza di gregge di ovini. Alcuni rumorosi cagnetti potrebbero accompagnare il biker fin quasi in cima alla salita successiva. Fanno rumore ma si tengono a distanza. Seguendo la bianca carraia ricominciamo a salire. La pendenza aumenta progressivamente per terminare con un secco strappo terminale.
Per chi vuole mettere alla prova gambe e polmoni, è
possibile percorrere il “pratone” a fianco della carraia: accorcia il percorso
e quindi è più ripido. Alla fine della salita la fatica sarà ricompensata dallo
splendido panorama. La vista spazia sulla valle sottostante e sulle colline di
fronte.
All’orizzonte meridionale spunta il crinale tosco emiliano fornendo un tocco affascinante alla visuale già notevole. Anche nelle giornate calde sulla costa spira sempre un po’ d’aria, che mitiga decisamente la fatica. . L’escursione prosegue di cresta in un veloce susseguirsi di saliscendi fino ad aggirare il monte Ghinardo . Scendiamo ancora e costeggiamo una villa sulla sinistra e splendidi vigneti sulla destra. Percorriamo un piccolo tratto di strada e poco dopo imbocchiamo un sentiero in salita sulla sinistra che in poche pedalate ci porterà fino al Santuario di Monte Manulo.
Qui possiamo rifiatare e rifornire d’acqua le nostre borracce alla piccola fontanella. Scendiamo qualche metro lungo la carraia alla sinistra del santuario (per il nostro senso di marcia) e quindi subito a destra per un esile e breve sentierino che ci porta sulla strada sottostante. Seguiamo la strada fino all’incrocio dove gireremo a sinistra per strada bianca.
All’orizzonte meridionale spunta il crinale tosco emiliano fornendo un tocco affascinante alla visuale già notevole. Anche nelle giornate calde sulla costa spira sempre un po’ d’aria, che mitiga decisamente la fatica. . L’escursione prosegue di cresta in un veloce susseguirsi di saliscendi fino ad aggirare il monte Ghinardo . Scendiamo ancora e costeggiamo una villa sulla sinistra e splendidi vigneti sulla destra. Percorriamo un piccolo tratto di strada e poco dopo imbocchiamo un sentiero in salita sulla sinistra che in poche pedalate ci porterà fino al Santuario di Monte Manulo.
Qui possiamo rifiatare e rifornire d’acqua le nostre borracce alla piccola fontanella. Scendiamo qualche metro lungo la carraia alla sinistra del santuario (per il nostro senso di marcia) e quindi subito a destra per un esile e breve sentierino che ci porta sulla strada sottostante. Seguiamo la strada fino all’incrocio dove gireremo a sinistra per strada bianca.
Pedaliamo su questa costa estremamente panoramica e poi seguiamo la sterrata che scende sulla sinistra.
Una veloce discesa è sempre piacevole.
Questa sterrata argillosa diventa terribile col bagnato. Fortunatamente la buona esposizione al sole e all'aria fanno si che questo tratto si asciughi rapidamente.
Ignoriamo la carraia che scende a sinistra in una grande azienda agricola e ricominciamo a salire. Ben presto la sterrata torna a diventare strada bianca e scende veloce e piacevole tra ville signorili boschi e campi coltivati. Stiamo velocemente perdendo quota. Un’ultima discesa e arriviamo proprio davanti a S.Maria del Gisolo .
Questo complesso è abitazione privata e azienda di prodotti biologici e la chiesa di pregevole fattura è visitabile due volte all’anno in occasione delle celebrazioni della festa della conversione di S.Paolo Apostolo (25 gennaio) e della festa dell’Annunciazione il 25 Marzo.”
Ora la strada corre in leggera discesa e le gambe possono rilassarsi fino al prossimo incrocio dove giriamo a sinistra per una strada bianca in discesa. Finita la discesa ignoriamo la strada bianca che va in piano a sinistra e ignoriamo anche le indicazioni francigene che ci indicano una ripida salita su terra (ottima per chi viene in senso contrario ) ma proseguiamo in salita seguendo la strada bianca. Arriviamo alla chiesa di Siccomonte. Davanti alla chiesa c’è una fontanella dove poter far scorta d’acqua.
Questa sterrata argillosa diventa terribile col bagnato. Fortunatamente la buona esposizione al sole e all'aria fanno si che questo tratto si asciughi rapidamente.
Ignoriamo la carraia che scende a sinistra in una grande azienda agricola e ricominciamo a salire. Ben presto la sterrata torna a diventare strada bianca e scende veloce e piacevole tra ville signorili boschi e campi coltivati. Stiamo velocemente perdendo quota. Un’ultima discesa e arriviamo proprio davanti a S.Maria del Gisolo .
Questo complesso è abitazione privata e azienda di prodotti biologici e la chiesa di pregevole fattura è visitabile due volte all’anno in occasione delle celebrazioni della festa della conversione di S.Paolo Apostolo (25 gennaio) e della festa dell’Annunciazione il 25 Marzo.”
Ora la strada corre in leggera discesa e le gambe possono rilassarsi fino al prossimo incrocio dove giriamo a sinistra per una strada bianca in discesa. Finita la discesa ignoriamo la strada bianca che va in piano a sinistra e ignoriamo anche le indicazioni francigene che ci indicano una ripida salita su terra (ottima per chi viene in senso contrario ) ma proseguiamo in salita seguendo la strada bianca. Arriviamo alla chiesa di Siccomonte. Davanti alla chiesa c’è una fontanella dove poter far scorta d’acqua.
Proseguendo dopo la chiesa
arriveremo all’incrocio con la strada asfaltata presso una grande azienda
agricola. Giriamo a sinistra e ricominciamo a salire
dolcemente. Poco più in la in prossimità di una piccola cabina Enel andiamo a destra per strada bianca. In fondo al rettilineo
caratterizzato da un saliscendi giriamo a destra e poi a sinistra per sentiero
erboso. La discesa allegra ma breve, anticipa una vigorosa
salita su erba con fondo che potrebbe essere anche sconnesso. Arriviamo sulla
strada che porta da Cogolonchio a Fidenza. Giriamo a destra
e dopo un attimo di riposante asfalto, sul colmo di una salitella, seguiamo le
indicazioni tabellate dei percorsi delle valli Siccomonte e Cogolonchio, voltiamo
a sinistra per intraprendere una veloce discesa su sterrata.
Sbuchiamo su una stradiola secondaria e guardiamo con disprezzo la comoda
strada che gira a destra e prendiamo dritto per la salita su strada bianca fino
ad una azienda agricola. Dopo il capannone andiamo a destra per godere di una veloce discesa su sterrato. Dopo il prato entriamo nel bosco
per una stupenda “S” che ci porta a guadare un esile rigagnolo e poi ci
consente di risalire fin sulla strada. Proseguiamo dritto fino ad incrociare la
strada Fidenza-Tabiano Terme in località Langone Colombaia.
Scendiamo in direzione Fidenza per qualche centinaio di metri e poi via sulla
sinistra per una salita su asfalto. Stiamo scavalcando una costa dopo l’altra per
avvicinarci il più possibile a Salsomaggiore da dove siamo partiti. Le piccole
vallate viaggiano parallele verso la pianura, solcate da piccoli torrentelli e
canali. Noi le stiamo attraversando tutte in modo ortogonale. Questo continuo
saliscendi sta lentamente asciugando le nostre energie. E’ giunto il momento di
rientrare.
Alla fine della
salita, dopo una grande villa scendiamo ancora una volta su sterrata svoltando a destra. Scendiamo svelti sull’ampia carraia e iniziamo
l’ultima serie di salite.
Siamo in fondo all’ennesimo valloncello e dobbiamo
recuperare quota.
Senza strappi, dolcemente saliamo fino a raggiungere una grande cascina (piccoli cani che abbaiano) che è posta sopra i due laghetti di Montauro. Proseguendo la nostra salita, incontriamo un altro gruppo di case e la sterrata diventa strada bianca; anche la pendenza diminuisce in un falsopiano accattivante e la pedalata si fa più sciolta (meno male) .
Senza strappi, dolcemente saliamo fino a raggiungere una grande cascina (piccoli cani che abbaiano) che è posta sopra i due laghetti di Montauro. Proseguendo la nostra salita, incontriamo un altro gruppo di case e la sterrata diventa strada bianca; anche la pendenza diminuisce in un falsopiano accattivante e la pedalata si fa più sciolta (meno male) .
Alla confluenza con la strada panoramica del Montauro teniamo la sinistra e attacchiamo l’ultima asperità della
giornata. La strada bianca sale e di per se non è niente di eccezionale, ma, a
questo punto le gambe stanche accusano anche questa piccola salita. Giriamo a destra e poi subito a sinistra per
imboccare l’ultimo sentiero della giornata. La sterrata erbosa passa accanto ad
una casa colonica pericolante e transennata e poi scende fra le piante che
fanno ombra. Sbuchiamo sulla strada
asfaltata che scende a Salsomaggiore. La seguiamo per pochi metri e poi giriamo
a destra seguendo le indicazioni per Bargone Valle.
Una ripida discesa che ci fa guadagnare velocità.
Lasciamo correre il mezzo fino al primo ponte sulla ferrovia e giriamo a sinistra. Scendiamo in pista ciclabile per gli ultimi tranquilli
chilometri. Arriviamo nei pressi della
stazione ferroviaria che raggiungeremo. In direzione Sud raggiungiamo il Parco
Mazzini e le terme Zoia.
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