La Camignada è una stupenda manifestazione podistica
che si svolge tutti gli anni ai primi di agosto.
La Camignada è una stupenda manifestazione podistica
che si svolge all’ombra delle Tre Cime di Lavaredo, le famose Drei Zinnen…
Erano diversi
anni che Flora ed io cullavamo la voglia di partecipare a questa splendida
corsa.
Quest’anno, complice la anomala programmazione delle
ferie estive, avevamo l’occasione giusta.
L’abbiamo sfruttata e ci siamo iscritti.
Abbiamo portato il nostro camper stracolmo di
attrezzatura sportiva in quel di Auronzo e ci siamo preparati alla dura
competizione.
Il chilometraggio in sé non è enorme, il dislivello
positivo non è eccezionale, la parte dura della prova è la lunga discesa di
ritorno verso Auronzo.
Poi c’è sempre l’incognita del meteo…in caso di
cattivo tempo la prova diventa veramente dura.
Valutate tutte le possibilità ci eravamo preparati
mentalmente, fisicamente e avevamo approntato l’attrezzatura per ogni
eventualità.
Siamo stati davvero fortunati, la giornata si
prospettava davvero buona, solo verso sera si prospettava la possibilità di
temporali. I temporali da quelle parti sono davvero micidiali. I tuoni tra le
rocce rimbombano in modo davvero impressionante, e l’acqua che scorre
improvvisamente sui sentieri li trasforma velocemente in rumorosi torrentelli.
Flora ed io ci eravamo preparati a percorrere
l’intero tracciato in stile Fit Walking. Sapevamo che sui sentieri sarebbe
stato difficile applicare l’andatura ortodossa, tipica del FW, ma l’abitudine a
camminare in modo veloce ed efficace ci rendeva fiduciosi per una bella
prestazione.
Avevamo già sperimentato il nostro passo alla Alpen
marathon di Chatillon, e i risultati erano stati più che soddisfacenti.
Arriviamo quindi ad Auronzo nella tarda serata di
venerdi appena in tempo per prendere posto in campeggio.
Ci sistemiamo sotto
una bella ombra. Anche ad Auronzo (900m), come in pianura padana fa un caldo
terribile, decisamente insolito per quei posti. Durante la notte speriamo
invano in un soffio d’aria fresca. In camper si boccheggia e dormire bene è
pura utopia. Pazienza, speriamo nell’indomani. Speranza inutile. Il sabato
trascorre sotto un sole micidiale con un caldo quasi insopportabile. Flora ed
io dopo aver ritirato il pettorale e il pacco gara giriamo per il paese
cadorino cercando inutilmente un insperato refrigerio. Nemmeno in riva al lago
tira un filo d’aria fresca.
Tiriamo sera in qualche modo girellando qui e la,
con l’unico risultato di procurarci qualche vescica ai piedi. I piedi sudano
anche con i sandali e lo sfregamento della pelle contro le fibbie procura
solamente vesciche. Speriamo bene. Dopo un’altra notte quasi insonne, per il
caldo e per una festa in campeggio, ci alziamo all’alba (anche prima) e dopo
una ricca e sostanziosa colazione andiamo in paese per salire sull’autobus
dell’organizzazione per il trasferimento in quel di Misurina.
Ho dimenticato di descrivere il percorso. La gara
parte da Misurina (1700m circa), si arriva al rif Auronzo, poi al rif Lavaredo.
Si passa al cospetto delle Tre Cime prima di arrivare al rif Locatelli. Dopo
uno spettacolare traverso si risale al rif Pian di Cenge. Una secca discesa per
arrivare al rif Comici e ancora una decisa risalita prima del rif Carducci. Si
scende poi fino ad Auronzo dove è situato il traguardo.
Bene….
A Misurina, alle 7 del mattino la temperatura è
davvero mite.
I colori dell’alba affrescano il lago riflettendo le sagome dei
monti nell’acqua tremolante dalla sottile brezza mattutina. Aspettiamo la
partenza in mezzo ai partecipanti che vanno aumentando di minuto in minuto. La
tensione va aumentando nei minuti che precedono la partenza. Dovremo partire
cauti e non farci prendere dalla foga che gli altri concorrenti ci
trasmetteranno. Sappiamo che ci aspetta una lunga salita, avremo modo di dire
la nostra. Mentre il sole spunta dietro i Cadini di Misurina lo starter decreta
la partenza. Un lungo fiume multicolore di corridori e camminatori si snoda sulla
strada che porta alle 3 Cime. Stupendo da vedersi, colpo d’occhio di grande
suggestione. Come previsto, Flora ed io ci ritroviamo quasi subito in coda al
gruppo, e fatichiamo a stare tranquilli e a non correre. Abbiamo deciso FW e FW
sarà. Dopo un primo tratto su strada il percorso devia sul sentiero che si
inerpica deciso facendo quota rapidamente. Come previsto cominciamo a
sorpassare gente.
Il nostro passo rapido e veloce, l’uso deciso delle braccia
ci aiutano ad avanzare con rapidità. Purtroppo la folla sul sentiero ci
rallenta un po’, ma non c’è problema, ne approfitto per scattare qualche foto
col telefonino. Risaliamo il serpentone di partecipanti con energia. Le 3 Cime,
fino a poco fa così lontane, ora sono proprio sopra di noi, il sentiero davvero
ripido ci porta fin sotto il rif Auronzo.
Durante la salita nella foga di fare
foto, riesco a cadere in salita sbucciandomi le mani, ma soprattutto mi si apre
il telefonino seminando i pezzi qua e la. Raccolgo il seminato e velocemente
riassemblo il tutto. Funziona. Il sole batte già forte mentre percorriamo il
falso piano che dall’Auronzo porta al Lavaredo. Approfittiamo di tutti i posti
ristoro per dissetarci e ogni tanto “tiriamo” anche dai nostri camel back. La
marcia è davvero buona. Stiamo bene e siamo fiduciosi.
Una ripida salita ci porta al cospetto della “faccia
nota” delle 3 Cime. Non si può non fermarsi per fare la solita immancabile
foto. Però merita, come si fa a non farla….la foto!
Molti podisti iniziano ad accusare la fatica,
tantissimi hanno dato troppo durante la prima parte del percorso, ed ora
davanti allo zig zag del sentiero che porta alla prossima forcella, si
spaventano e rallentano ulteriormente. Flora ed io stiamo tirando anche in
questa ultima salita. Forse troppo.
Distanzio un attimo Flora per andare a far due
chiacchiere con un matto di un biker che bicicletta in spalla sta percorrendo
il nostro stesso sentiero. Intanto che aspetto la moglie parliamo di bici,
sospensioni forcelle, gomme e così via….ma vedo che Flora ha rallentato molto.
Non mi piace. Mi fermo e dopo un po’ arriva ansante col respiro corto e
affannoso. E’ spaventata, e non respira
bene…non ho capito cosa le sia successo….mi sgrida molto, e questo fa si che il
respiro non si regolarizzi. A fatica la faccio rallentare, e pian piano riesce
a riprendere fiato. Un goccio d’acqua, e un po’ di Sali la rimettono in sesto.
Davvero il caldo è micidiale. Finalmente sulla forcella un filo d’aria ci
consente un attimo di refrigerio. Poi giù in discesa. Un ultimo ristoro al rif
Carducci e si va per la parte più pesante della manifestazione: l’ infinita
discesa verso Auronzo. 2000 metri di dislivello in discesa fra sassi bianchi e
sole a picco non sono uno scherzo. Si salta fra roccia e roccia, stando attenti
a dove mettere i piedi. Un passo sbagliato e cadere sul sentiero sarebbe
veramente un disastro. Niente di tragico, ma sbucciature, o storte dolorose
sono assicurate. Lungo il sentiero troviamo spesso (purtroppo) fazzolettini
insanguinati, testimoni inequivocabili di “passi sbagliati. Noi scendiamo
svelti ma attenti, e pian piano raggiungiamo e superiamo parecchi concorrenti.
Altri ci arrivano alle spalle veloci e come cinghiali spaventati, muovono
decine di sassi. Li lasciamo passare volentieri. Sono personaggi che non va
bene avere sul sentiero sopra le nostre teste.
Qua e la qualche macchia di pini mughi , qua e la qualche tratto di
bosco ombreggiato.
I pini mughi rilasciano bolle di aria bollente. Ci
stiamo abbassando velocemente e il caldo diventa pesante e umido. Lassù, sui
ghiaioni il sole picchiava forte, ma
l’aria secca si lasciava respirare. Quaggiù l’umidità la fa da padrone e si
respira con difficoltà. Chiaramente non si può paragonare l’aria di Auronzo con
quella della nostra bassa….ma per essere sui 1000 metri l’atmosfera è davvero
“difficile”. Le ginocchia ormai chiedono
pietà, quando finalmente arriviamo alla fine della discesa. Entriamo sulla
pista ciclabile che ci porterà fino all’arrivo. Nessuna ombra sulla via e caldo
al massimo. Flora ed io ricomponiamo il passo ortodosso del FW e avanziamo
spediti. Alcuni concorrenti, finita la discesa ricominciano a correre, e ci
sorpassano. Siamo nelle retrovie della corsa e la velocità media è abbastanza
bassa. Siamo indietro…ma non troppo. Beviamo le ultime gocce d’acqua del camel
back e approfittiamo di un fresco ristoro non ufficiale. Mancano solo 3 km ma
non passano mai. Cominciamo ad essere stanchi. Ancora uno sforzo e siamo
arrivati. Ci siamo meritati la medaglia! All’ombra del pala ghiaccio ci riposiamo
ed approfittiamo del pasta party e, personalmente, asciugo due birre che vanno
direttamente in vena. Che meraviglia!! Ora si tratta di ritornare al campeggio.
Non abbiamo intenzione di rientrare a piedi. Altri 3 km ci sarebbero letali.
Decidiamo di aspettare l’autobus….sperando che passi. Alla fermata non c’è
ombra e il sole picchia come un fabbro. Eppure le previsioni davano pioggia per
il primo pomeriggio. In cielo nemmeno una nuvoletta, e nemmeno un alito di
vento. Finalmente arriva il mezzo pubblico. Al campeggio una bella doccia e
abiti freschi e puliti. Sulla ciclabile (che passa proprio davanti al
campeggio) transitano ancora accaldati e stanchi concorrenti. D’improvviso, il
cielo si rabbuia e con fragore di tuono si scatena un temporale incredibile. Un
pioggia a secchi cade dal cielo raffreddando l’aria. Gli ultimi concorrenti, al
limite del tempo massimo, transitano bagnati come pulcini…
Non so se ci iscriveremo ancora…ma una volta nella
vita va fatta….veramente bella.
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