domenica 19 gennaio 2014

Vigoleno, Cergallina, Stirone….fango…emozione

Una di quelle giornate che non ti aspetti, che non avevi preventivato, una di quelle giornate che nascono così, per puro caso e che alla fine ti danno tantissimo.
Prima di praticare la mtb in modo continuo, mi sono dedicato per anni all’escursionismo e all’alpinismo in modo intenso e…pignolo.
Nonostante il brutto tempo non mi abbia mai impressionato, per motivi di sicurezza, mia e di chi veniva con me, ho sempre programmato le mie uscite con meticolosità e le previsioni del tempo sono state sempre fondamentali nella preparazione dell’attrezzatura da portare.
La lettura dei siti di previsione non era il solo modo per sapere il tempo che avremmo trovato. La consultazione del barometro e la lettura del cielo (tipo di nuvole, scie degli aerei, velocità delle nuvole ecc..) hanno sempre integrato le classiche previsioni. Poi ho sempre tenuto conto del microclima della zona, e quindi ho sempre consultato le previsioni locali, interpolato ecc ecc…
Ho trasferito la medesima meticolosità anche nella pratica della mtb.
Avevo letto che la parentesi di questo periodo di bel tempo prenatalizio stava per terminare, e nonostante le nuvole stessero pian piano occupando il cielo collinare, sapevo di poter contare ancora su una giornata discreta.
La temperatura era decisamente accettabile e dopo aver scelto l’abbigliamento adatto (senza trascurare di portare qualcosa di un po’ più pesante di scorta) ho vestito casco, e Gopro e sono partito.
Sono partito così, senza meta….
Avevo pensato di decidere il percorso pedalata dopo pedalata , e così risalendo la Bellaria stavo rimuginando di andare a Vigoleno, ma avevo anche voglia di fare il sentiero di Faieto verso Grotta…e così mi sono trovato a Cangelasio….decisamente fuori strada per Vigoleno…
C’è una bella carraia che da Cangelasio porta a Case Passeri. L’avevo fatta qualche tempo fa con Paolo, e ripetuta  poco dopo in notturna con mia moglie…
Perché no?
Appena sopra Cangelasio giro a destra e mi catapulto lungo questa bella via di discesa diretta.
La prima parte la trovo decisamente bella e compatta, ma scendendo la faccenda si complica, anzi, si sporca. Il fondo si fa assai fangoso. Un trattore è passato affondando nella melma e lasciando profonde tracce melmose. Fortunatamente tra prati a fianco e fondo erboso compreso fra le tracce del trattore me la cavo tranquillamente. Scendendo la faccenda si complica ulteriormente, il prato finisce contro una vigna e devo, giocoforza scendere in carraia.
Mi salva la bassa temperatura della notte che era rimasta serena. Il freddo della notte aveva parzialmente ghiacciato il fondo e, la temperatura non era ancora cresciuta a sufficienza per sciogliere lo strato indurito. In qualche modo riesco a percorrere gli ultimi metri senza piantarmi. Ma sono già ben sporco.
Ora devo risalire verso Vigoleno. Decido di risalire al bel borgo fortificato direttamente da sotto.
Prendo la fondo valle verso Pellegrino P.se ma dopo poco, alla prima strada bianca a destra inizio a risalire. Questa via è molto più breve della strada asfaltata, ma molto più ripida.
Vigoleno risalta proprio sopra di me, e uno squarcio di sereno lo rende ancora più affascinante.

Risalgo tranquillo ammirando il paesaggio. Con la compagnia di un piccolo cane arrivo fuori delle mura.
Le condizioni di luce sono davvero buone e decido di entrare nel borgo per realizzare un piccolo filmato.

Percorro le vie del borgo ed esco dal rivellino. Voglio andare verso la costa di Cergallina, ma da dietro. Di fronte all’entrata del borgo, di fianco ad una trattoria, parte una strada (segnalata sia per mtb che CAI) che porta verso la costa percorrendo ampie carraie. La via, asfaltata per la prima parte, è ben ripida, e mi impegna non poco. L’ho già percorso diverse volte e non mi spaventa, il fondo è buono e in breve sono su.
Per arrivare all’ imbocco della via della costa la strada è quasi interamente in discesa e il tratto scorre veloce e divertente.
Sono al momento chiave dell’escursione, come sarà la costa?
I giorni di bel tempo dovrebbero aver asciugato, almeno parzialmente, la via.
Ci sono parecchi sassi e questo dovrebbe rendere più semplici le cose.
In effetti, il primo impatto è positivo. La carraia sembra asciutta. Ampie tracce di trattore hanno scavato solchi profondi e opto per il prato a fianco
. La terra morbida trattiene le gomme, ma avanzo.
Poco oltre la via si fa ottimale e ritorno in carreggiata.
Ora mi aspetta la dura salita fino al Groppo….

La pioggia ha fatto si che i tanti  grossi sassi smossi che caratterizzano questo tratto in estate, si siano ben fissati al fondo e la salita risulta meno complicata di quanto mi aspettassi. Solamente che in inverno si è vestiti di più e si è più legati e pesanti….quindi la fatica rimane sempre la caratteristica principale di questo strappo.
Volere o volare arrivo su.
Un attimo per prendere fiato, ammirare il panorama, e poi via lasciando correre la bici in discesa. Il passaggio di un gregge ha ben lisciato la via.
Vado bene nel continuo saliscendi del tracciato e arrivo ben presto a Cergallina. Ora mi aspetta l’ultimo tratto in salita prima di arrivare alle antenne.
Dopo il noto ristorante lo strappo (breve …ma intenso), mi mette in difficoltà. Il terreno appare asciutto e solido, ma …dopo poche pedalate la ruota posteriore mi tradisce.
Inizio a slittare e devo scendere prima di cadere. Ma la sorpresa arriva poco dopo.
Un piccolo tratto bagnato mi blocca. Il fango si aggrappa ai miei pneumatici e la bici è bloccata. Devo sollevarla di peso (ma quanto pesa?) e spostarla in posto migliore. Con l’aiuto di qualche rametto rubato al bosco pulisco le ruote e ben presto sono in grado di ripartire.
Contrariamente alle mie previsioni riesco a pedalare l’intero tratto senza scendere a spingere. Nonostante tratti bagnati, sassi smossi, e pendenze notevoli riesco a pedalare fino su alle antenne.

Uno sguardo al cielo.
Nuvole alte, molto alte e compatte mi confortano, posso continuare nella mia escursione.
Decido allora di far dei chilometri e mi dirigo verso Borla e poi verso il passo di Borla.
Scenderò poi verso Rigollo, Stuzzano …e poi si vedrà.
Intanto scendendo verso Borla, arrivato all’abitato di Comini, intuisco un paio di tagli interessanti fra le antiche case. In un attimo, senza fare troppo asfalto, mi ritrovo a valle, praticamente di fronte alla via che porta al passo.
Inizio una nuova salita per buona parte su asfalto, ma sempre salita è.
Vado tranquillo, la strada da percorrere è ancora tanta, prima di arrivare a casa.
Con ritmo cadenzato anche se non veloce, salgo, salgo, salgo…
L’asfalto finisce dopo l’abitato di Rosi e su una comoda strada bianca pedalo verso il passo.
Giungo al valico mentre in valle suonano le campane del mezzogiorno.
Ne approfitto per una sosta di ristoro. Mentre mangio una barretta pulisco la Gopro e girellando nel largo spiazzo ammiro la salita della Milanese. E’ troppo tardi per imboccarla…
Mi accorgo che appena sotto un’ampia carraia corre a mezza costa tagliando il fianco della montagna.
Dove porterà?
Decido di seguirla per andare a vedere dove para la via.
Ampie tracce di trattore mi fanno sperare bene. Vuoi che porti fin sotto Pozzolo? Sarebbe una figata incredibile. Questa carraia corre in un susseguirsi di falsipiani decisamente abbordabili.

Si va, si va, si va…
Poi d’improvviso le tracce del trattore sterzano decisamente girando attorno ad un grande faggio….e la via si fa sentierino.
Che fare?
Provo a seguire il sentierino che, poco dopo si perde in un ampio prato….
C’avrei giurato! Nessun amico mi aveva accennato a questa possibilità e dovevo supporre una fine di questo tipo. Non mi perdo d’animo.
La sotto intravvedo la strada per Rigollo. Decido di scendere…in qualche modo.
Seguo la tracciola lasciata forse da cacciatori o fungaioli, o forse da animali…
La traccia attraversa un po’ di bosco e poi…mi ritrovo in un ampio prato di sterpaglia.
“Bela roba” penso, ma guardo fiducioso la strada la sotto di me, non troppo lontana….
Ma non vorrei trovarmi davanti un salto che mi obbligherebbe a cercare altre soluzioni o, al peggio a tornare indietro.
Meno male che ho il navigatore con la traccia del percorso appena fatto.
Attraverso il prato puntando la strada.
Dopo un paio di zigo zago incrocio ancora la tracciola che avevo perso. Mi ci infilo dentro tirando un sospiro di sollievo. Poco dopo capisco di essere all’interno di un ruscelletto in secca e devo uscirne velocemente prima di ritrovarmi in gramaglie.

Mi ritrovo inaspettatamente su un altro sentierino che, inaspettatamente mi guida rapidamente sulla strada.

Che fortuna, davvero un bel colpo di….
Ok, per oggi abbiamo già sfidato la fortuna a sufficienza, ora voglio andare sul sicuro.
Lascio correre la Scott verso Rigollo e da qui scendo ancora, fino a che la strada ricomincia asalire alla volta di Stuzzano.  In teoria è strada asfaltata, in teoria. In realtà le condizioni del manto stradale sono veramente brutte e la mtb è il mezzo ideale per percorrere questi bellissimi luoghi.
All’ombra c’è ancora ghiaccio e si fa sentire il freddo…
In prossimità di Stuzzano mi viene la voglia di scendere a guadare lo Stirone…
Potrebbe essere possibile. Certo è che se trovassi fango, sarebbe davvero terribile terminare l’escursione in modo onorevole.
Guardo l’imbocco del sentiero e vedo che è ben asciutto….
Al grido di “speruma ben” giro la bici e la lascio correre lungo il sentiero.
Si va che è uno spettacolo…
Devo solo prestare attenzione al fondo sconnesso e nascosto dallo strato di foglie, ma niente di più.
Vado vado vado e mi sto divertendo come un matto…
Velocemente, anche troppo per i miei gusti, arrivo in fondo. Giro subito a destra per evitare il doppio guado. Ne farò solamente uno e di la c’è una bella carraia che mi farà uscire sulla fondo valle Fidenza-Pellegrino.
Nel piano a fianco dello Stirone trovo un fango, tipo torba, che rende quasi vano il mio pedalare.
La ruota posteriore gira a vuoto sul terreno, pedalo pedalo e son sempre li. Non si accumula fango sulle ruote, ma non avanzo in modo significativo. Per fortuna il percorso è breve e mi ritrovo ben presto al cospetto del guado. Non mi azzardo ad attraversare in sella. Scendo e appoggiandomi alla bici per bilanciarmi, guado lo Stirone.
Non mi bagno in modo significativo, anzi approfittando di una buca d’acqua limpida, lavo alla meglio la mia bici, davvero sporca.

Ora sono davvero vicino a casa. In una oretta dovrei essere sotto la doccia. Risalgo per la solita vecchia strada che porta a Besozzola (sempre suggestiva)
e poi via asfalto fino a Pietra Nera.
Ho tempo, e quindi mi fermo un attimo ad ammirare lo splendido panorama sulla Val Stirone dalla parte bassa dell’ofiolite. Che bellezza…

Contento e canticchiante giro la bici e scendo verso Grotta.
Un paio di tagli per prato
mi consentono di accorciare la parte di asfalto e rapidamente attraverso l’abitato di Grotta e risalgo la solita carraia che mi consente di arrivare a Contignaco senza pedalare su “bitume”.
Costeggio i campi da Golf ed arrivo sulla provinciale Salso-Pellegrino a Bonassera, davanti all’imbocco della via dei Massari.
Mi faccio passare qualsiasi voglia di risalire, e ascoltando il mio stomaco dirigo le mie ruote decisamente verso casa.
Gran bel giro…emozionante….alla facciaccia del fango…
Ed ora….dì che piova !

E’ possibile prendere visione del percorso visionando il video al seguente indirizzo:

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