venerdì 4 ottobre 2013

Fit Walking a Fontanellato

Come sempre una piccola perla di FW tecnica prima di iniziare il racconto
In generale per tutti, anche per coloro che la useranno saltuariamente preferendo la camminata normale, acquisire i principi basilari della tecnica del fitwalking risulterà positivo, in quanto sarà possibile migliorare in modo evidente la capacità di gestire e governare i diversi aspetti del gesto del cammino, con indubbi vantaggi per quanto concerne l’efficacia del movimento, la sua economia e l’efficienza fisica.
La tecnica del fitwalking rappresenta l’apprendimento di alcune piccole azioni ed impostazioni che aiutano il corretto modo di camminare a trasformarsi in azione di maggior incisività, rapidità ed efficienza
.

Quasi un tuffo nel passato. A Fontanellato, oltre ad esserci nato, ho passato parecchi anni della mia vita. A Fontanellato ho iniziato a correre e, allenandomi su queste strade, sono riuscito ad ottenere qualche piccolo risultato. Correndo avanti,  indietro, attorno al bel paese dove i conti Sanvitale costruirono al stupenda Rocca con fossato, ho consumato scarpe e scarpe di ogni marca e foggia. Con l’amico Adriano, durante gli allenamenti solevamo scherzare sul fatto che dai e dai, stavamo scavando un solco sulla strada, e che prima o poi ci avrebbero fatto pagare le riparazioni.
Per anni abbiamo percorso oltre 3000 km l’anno con qualsiasi tempo e temperatura. A volte, stanchi speravamo in un mezzo diluvio per stare in casa a riposare. Poi, comunque non si resisteva e ci si trovava fuori a  correre e chiacchierare viaggiando in tranquillità ben sotto i 3’45” al km.
Altri anni, altri tempi, altra gamba!
Il tempo passa, io “emigro” a Trecasali, ma un paio di volte la settimana venivo ad allenarmi a Fontanellato. Non c’era più il mio amico Adriano ad accompagnarmi (problemi ai tendini), ma solo soletto calcavo e ricalcavo il solito solco ricordando gli anni passati. Poi ancora un trasferimento ed eccomi a Salsomaggiore a scavare nuovi solchi, a consumare altre scarpe.
Ora una nuova passione mi ha acchiappato, Il Fit Walking. Contagiato da mia moglie sto consumando nuove scarpe. Già, le scarpe da running non sono molto adatte al passo del Fit walker, ci vogliono scarpe un po’ più secche e leggere, come erano le mie vecchie Duellist o le Fighter gold. Le ho buttate qualche anno fa quando ho fatto S.Martino, non mi andavano più bene! Invecchiando ed ingrassando anche il piede si è modificato e…proprio non entrava più. Peccato.
Ieri sera grande riunione di famiglia, per il 30simo di mia nipote. L’ occasione rendeva necessaria una festa seria. Tutti al ristorante di nonna Tina (mia mamma) per la festa. Ci sarebbe stata anche mia figlia con la bambina (sono nonno anch’io…e che bella nipote che ho!!) e sarebbe passato anche Carlo junior (il casaro) dopo il lavoro. Flora ed io non potevamo mancare, ma non potevamo nemmeno saltare l’allenamento programmato. Le previsioni del tempo promettono acqua a catinelle per diversi giorni e freddo in arrivo. Non si può perdere nessuna occasione.
Quindi…quindi carichiamo le borse con la “roba” da allenamento in macchina e, dopo il lavoro, senza passare da casa, andiamo direttamente a Fontanellato a fare allenamento.
Detta così….cosa c’è di strano? Apparentemente nulla.
Quando mi ritrovo in braghette corte e scarpette, fuori, in strada, su quelle strade, mentre aspetto che il tecnologico Garmin acchiappi i satelliti, mi prende un po’ di groppo in gola. Una emozione strana, mista a nostalgia, mi attanaglia gola e stomaco mettendomi veramente a mal partito. L’allenamento prevedeva una prima fase di 10 minuti lenti per riscaldare le gambe. Meno male.
Per togliermi di dosso ogni tipo di imbarazzo scelgo un percorso completamente nuovo che non mi riporti a calcare l’antico solco (che tanto hanno ormai riparato…senza chiedermi contributo).
Il ritmo tranquillo mi lascia il tempo di guardarmi attorno e fare considerazioni e riflessioni.
Dio mio quanto tempo è passato! Il paese non è più lo stesso, è completamente cambiato. Ponti abbattuti, ponti costruiti, piste ciclabili nuove, centri commerciali, rotonde che non c’erano. La TAV. Il giro che facevo una volta non esiste più, e giocoforza devo passare per altre vie, più sicure se vogliamo, ma completamente straniere. O forse sono io lo straniero? Ormai il forestiero sono io. Non conosco più nessuno e nessuno mi riconosce. Tra i camminatori e/o corridori che incrociamo nessuna faccia nota. C’è un campo sportivo nuovo con tanti bambini che giocano e schiamazzano agli ordini di allenatori dalla voce tenorile. Una volta non c’era e noi sia andava a giocare  a Cannetolo, o al “campo vecchio”. Un vento teso e freddo fa accapponare la pelle….ma non è solo quello. Il passo non è veloce e mi concentro sul gesto tecnico. Come ci hanno consigliato i Damilano, cerco di far lavorare bene i piedi curando il tempo di appoggio posteriore, il piede deve lavorare fino in fondo quando spinge, non deve essere portato via troppo presto. Per far questo devo far lavorare bene le anche e non appoggiarmi sulla coscia col peso del corpo. Sguardo alto e avanti a me e braccia parallele per tener dritta la schiena che tende sempre ad incurvarsi ed ad andare avanti. Piegarsi in avanti significa necessariamente accorciare il passo….ed allora addio alla resa…
Flora di fianco a me sta faticando un po’ , ma viaggia. La giornata lavorativa l’ha un po’ provata e tarda un po’ ad essere efficace. Dopo i 10 min lenti affrontiamo i 5 min medio veloci. Aumentiamo le frequenze cercando di mantenere il gesto tecnico senza accorciare il passo. Mi sento andare bene, anche se  fatico un po’ a tener controllato il lavoro del piede. Il cronometro dice bene e tanto fa, ma non sono soddisfatto in pieno. Durante l’andatura lenta riesco a gestire bene il lavoro piede-gamba-anca, quando velocizzo il passo, solo saltuariamente riesco a produrre un gesto corretto (penso).
Flora parla poco e spinge sulle scarpe, per distrarsi un po’ comincia a fare strani discorsi sulla durata delle scarpe e sulla ipotesi di un nuovo paio a novembre. Sorrido e scuoto la testa, quando ripenso ai passati allenamenti. Allora con un paio di scarpe da allenamento (di solito da spendere poco) facevo oltre 2000 km e le scarpe da gara spesso mi duravano un paio d’anni. E comunque mi affezionavo alla mia scarpa e la tenevo fino all’ultimo, finchè non aveva evidenti buchi. L’andatura ora più lenta mi permette di guardarmi attorno. Siamo in una stradina di campagna tra Cannetolo, Priorato e Casalbarbato. Ora questa stradina finisce contro la A1. Una volta c’era il ponte che hanno spostato più verso il paese per farci la tangenziale. Poche macchine una volta, ancora meno adesso…un bel lavoro. Ricordo ancora dove avevo segnato i riferimenti per le ripetute (quasi mai fatte) , 200-400-800-1000… Sull’onda di ricordi veloci accelero l’andatura per altri 5 min allegri.
Mi sembra di essere tornato indietro nel tempo. Ma è solo una idea balzana, i kg in più si sentono e la gamba non è così elastica, la pelle denuncia gli anni. Ma spingo bene sugli appoggi e sull’onda dei ricordi aumento l’andatura e lascio un po’ indietro Flora che pur sta spingendo parecchio. Siamo sui 7 min/km niente male per dei camminatori!.
Giunti la in fondo, invece di girare per Casalbarbato, torniamo indietro. Il vento ora ci sbatte in faccia la sua fredda mano che sembra trattenerci. Passiamo di andatura tranquilla la strada Farnese, con i suoi ultimi olmi, mentre nei campi accanto si consumano gli ultimi atti di una vendemmia in famiglia. Ripassiamo il ponte nuovo sulla TAV/A1 e ora portiamo i nostri piedi a pestare la nuova ciclabile realizzata come “riparazione” per i lavori TAV. Tutto sommato è venuto un buon lavoro.
Il nostro passo “tipo marcia” incuriosisce i camminatori infreddoliti che incontriamo. Già coperti di tute e piumini, guardano i due sgambettatori in braghette e maglietta. So benissimo cosa pensano, ma la cosa non ci tange. Continuiamo il nostro lavoro fatto di variazioni. Arriviamo fino all’area sosta camper e giriamo indietro. Un cane fuori da un camper ci saluta a modo suo, così come il suo padrone tedesco che brinda con birra al nostro passaggio. L’allenamento volge al termine, e di passo tranquillo ci avviamo a casa dei miei.
Doccia calda e ora aspettiamo i commensali, festeggiata e festeggiatori….grandi e piccini.
L’allenamento ci ha aperto lo stomaco, le tensioni della giornata lavorativa si sono sciolte nell’aria fresca della sera…. Speriamo che arrivino presto.



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