martedì 8 ottobre 2013

PRO…PRO…PROIBITO!!


Cantavano così, qualche anno fa i LitFiba.
Mai titolo di una canzone si addice al sentiero di cui parlerò .
E’ più che mai necessario fare un passo (meglio, una pedalata) indietro nel tempo.
Erano i primi tempi in cui pestavo sui pedali di una mtb. Abitavo ancora nella “bassa” padana e, per poter affrontare qualche sentiero “decente” caricavo il mezzo a pedali in macchina e mi spostavo fino ai piedi della collina.
Di qui partivo per le mie avventure. Non avevo navigatori, non avevo cartine, non conoscevo nessuno.
Partivo e basta, all’avventura, così, imboccavo un sentiero e lo seguivo. Tempi eroici, o quasi. Erano più le volte che, sconfitto, dovevo tornare sui miei passi e spingere la bici perché davanti a me trovavo il bosco fitto o il sentiero finiva miseramente in un campo.
Solitamente mettevo la macchina nei pressi di Varano Marchesi, e partivo alla scoperta del misterioso mondo della collina sotto la Marialonga. Spesso capitavo nei pressi di Salsomaggiore, e mi attraeva moltissimo il Kanate, ma mi sembrava una meta quasi irraggiungibile. Alcuni amici ne discutevano come fosse un posto da grandi bikers super esperti. Guardavo quel cocuzzolo coperto di antenne con soggezione.
Un giorno, mentre mi avviavo verso il valico di S.Antonio, per raggiungere Mariano e quindi la Marialonga, in località Pietraspaccata, notai uno stradello che menava a valle. Provai a seguirlo.
Dopo pochissimo mi trovai davanti una catena che sbarrava il passo.
Proibito!
Mi guardai attorno come un bambino che ruba la marmellata, e via, passai la bici di la dalla catena, e pedalare veloci.
Una rapida discesa e mi ritrovai nel mezzo del bosco. Non avevo idea  di dove sarei andato a finire.
Il tempo andava oscurandosi e minacciava temporale. Pur non essendo esperto capivo che farsi sorprendere dal temporale sarebbe stato veramente disastroso. Ciononostante andai avanti.
Allora pedalavo su una Lee Cougan front con una forcella veramente triste. Il sentiero inizialmente era evidentemente battuto da mezzi agricoli e seguirlo fu abbastanza agevole, poi il bosco si infittì. L’erba alta ostacolava la progressione e i lunghi rami delle “rase” (comuni rovi) si divertivano ad attaccarsi alla mia pelle rigandola di rosso. Il sangue misto al sudore mi rendeva veramente orribile.
Non c’era tempo per il dolore. Bisognava pedalare, il temporale si avvicinava. Più pedalavo e più mi addentravo nella collina, non sapevo bene dov’ero. Il sentiero sembrava interminabile.
Dapprima mi accompagnò il cinguettio degli uccellini, poi, incupendosi l’aria nemmeno più quello. Solamente il rumore delle mie ruote sul sentiero e l’ansimare del mio respiro che su quella salita era davvero forte.
Ogni metro mi metteva in difficoltà, i mezzi agricoli avevano scavato ampi solchi che obbligavano la mia marcia. Andare per terra era un attimo. Alla fine, superato un antico nucleo abitativo  con cappellina votiva, ora deserto,  una lunga discesa insidiosa mi riportava a rientrare nel mondo conosciuto. Ero arrivato sotto l’abitato di San Vittore. Ora conoscevo bene la strada per tornare alla macchina. Ero strafelice per l’impresa e nulla mi importò se la pioggia  prese a cadere copiosa. Ero felice e orgoglioso della mia mtb, e la scivolata che mi fece andare per terra scendendo da Case Mezzadri verso Varano, non mi fece nulla (a casa constatai che i segni erano bene evidenti e dolorosi).
Tornai a percorrere quel sentiero altre volte, con mezzi più performanti. Le difficoltà non cambiavano ma ero più sicuro e, soprattutto sapevo dove andavo a parare.
Un bel giorno ero li, con la solita espressione della scimmia che ruba le caramelle, quando, al salto della catena venni raggiunto da un fuoristrada.
“Proibito” mi dissero.
 Con fare sufficiente asserii che, vista la catena, sarei tornato indietro. Si misero a ridere e mi consigliarono di non fare quel sentiero soprattutto nei periodi di caccia. La zona era una nota riserva privata di caccia.
Stavo incominciando il mio lavoro di guida e di mappatura sistematica dei sentieri, e decisi che non avrei mai messo quel tratto su una cartina e non avrei dato a nessuno il tracciato.
Proibito!
Non tornai  per diversi anni.
Qualche tempo fa parlai del sentiero con la banda di “quelli che…il sabato mattina”.
Anche loro erano a conoscenza del tracciato e del fatto che fosse proprietà privata ecc…
Non lo avevano mai fatto.
Gira e rigira, parlane oggi, parlane domani…
L’altro giorno, discutendo del possibile tracciato dell’ escursione di sabato, tornò a galla il discorso del sentiero della “riserva”.
Siamo partiti decisi.
Rifare quel tratto di circa 6 km è stata una emozione grandissima. I ricordi erano un po’ appannati, ma in compagnia così, con una giornata calda e serena come sabato, non c’era problema alcuno.
Il percorso è stato bellissimo e divertente come le prime volte. Anche i miei compagni si sono divertiti moltissimo. Le difficoltà ovviamente si sono stranamente rimpicciolite. Mi sono divertito da matti.
Il percorso è un susseguirsi di saliscendi scorrevoli e piacevoli; la natura verde e in fiore ci ha accolto con il meglio dei colori.

Ho segnalato ai soci le piante di ciliege e fichi che potrebbero dare ristoro al biker in difficoltà energetiche.
Ma ora, con tutti i gel, barrette che ci sono … ma a me piacciono ancora ciliegie, amarene e fichi. Sarò vecchio …  
Nonostante le bici sofisticate che la tecnologia ci offre, il sentiero ha presentato comunque parecchie insidie. Le innumerevoli “carreggiate” lasciate da trattori e moto da cross insidiano la stabilità del biker che sottovaluta il percorso. Guardando il terreno abbiamo dedotto che questo percorso va necessariamente percorso solamente in regime di sicuro asciutto.

Il sentiero termina con una lunga discesa su strada bianca. Nonostante le insidie dovute ai numerosi colatoi per l’acqua piovana, lasciamo correre le bici a tutta.
Dietro una curva, all’improvviso ci  troviamo davanti una  catena tesa lungo la strada.
Proibito! E’ un avvertimento deciso.
Abbiamo tirato i freni alla morte. E’ andata bene. Si sentiva una gran puzza di pastiglie cotte, ed eravamo avvolti da un bianco polverone.
Bello bellissimo, ma l’escursione era ancora tutta da fare.
Abbiamo percorso a rovescio il tracciato di “A tutto Mariano” .  Quindi abbiamo risalito la ripida carraia che sale fino a Case Mezzadri e poi via verso Case Boscaini.
Dopo una prima parte su strada bianca per ripida asfaltata siamo arrivati sotto Mariano. E’ stato comunque un percorso produttivo. Si è cercato di individuare altri modi di scendere e risalire dalla “riserva”. Poi dalle parti di Case Boscaini ho individuato un esile sentierino assai invitante.
Gli escrementi di cavallo presenti sul tracciato mi hanno fatto pensare che la pestata non sia ad uso esclusivo di cinghiali e caprioli. La traccia merita una ricognizione approfondita. Magari mi ritroverò a dover spingere la bici per poter rientrare, come ai vecchi tempi … ma il bello della mtb è anche questo … l’esplorazione!!
IL sentiero che passa sotto il santuario di Mariano è sempre divertente, e anche se l’appetito iniziava a farsi sentire non abbiamo potuto fare a meno di godere degli splendidi colori di alberi e prati.
Che meraviglia.
Poi dalla strada della Costa abbiamo percorso in discesa il sentiero della riservetta. Sempre divertente e impegnativo. Le ampie buche piene d’acqua lasciavano incognito il modo di passare e la profondità è sempre preoccupante. Usciremo o non usciremo? Con le ruote bagnate e infangate affrontare i sassi ora sdrucciolevoli diventa sempre un problema.
Ci godiamo il nostro essere sporchi, testimonianza del giro fuori strada.
Invece di scendere dai soliti percorsi da Case Massari facciamo un’ultima deviazione.
Il single track è breve ma interessante, e termina con una volatona su strada bianca ed estremamente veloce.
Usciamo su asfalto a Pontegrosso. Qualcuno mormora una potenziale deviazione per finire in gloria la giornata. Un rapido sguardo a contachilkometro e orario sconsiglia questa eventualità.
Rientriamo verso Salsomaggiore con allegria e solerzia. 
L’ escursione è stata bella e divertente come sempre, ma la soddisfazione di aver portato i soci a fare un sentiero nuovo è stata grande.
Non so se inserirò il tracciato gps … ci devo pensare ….
Vedremo.
Ecco il link del filmato:
http://www.youtube.com/watch?v=CBQOyKezYXA

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