giovedì 24 ottobre 2013

LA MILANESA

La Milanese è un sentiero storico, quasi una leggenda, della zona Borla/Pozzolo.Era un pò che "quelli che...il sabato mattina" cercavano di imboccare questo sentiero. Informazioni scarse e vaghe ci avevano condotto nelle vicinanze. Anzi eravamo li, sulla via, ma non lo sapevamo. Finalmente la dritta giusta e, pur percorrendola a rovescio, l'abbiamo fatta.
Dura, ma non impossibile. Alcune salite sono toste, ma si fanno, al limite si spinge la bici per qualche metro. Tecnicamente non ci sono problemi. Un bel XC.
Nell'escursione descritta abbiamo però inserito alcuni bei sentieri veramente belli e impegnativi.
Quello in discesa da Aione è assai carino e impegna il biker, per la sua esilità i sassi smossi e i rovi che limitano la manovrabilità della mtb. Altri "pezzi" nuovi (per noi) fanno dell'escursione una bella escursione, assai allenante e molto spettacolare.
In italiano bisognerebbe dire “La Milanese” ma è una storia vecchia e va benissimo, anzi meglio, l’allocuzione dialettale “La Milanesa”. Alcuni amici mi hanno raccontato di una casa… di un podere…acquistato da un ricco milanese parecchi anni fa. Casa e/o podere furono poi abbandonati. Ma da allora non restano che i ruderi della casa e una strada in tal modo nominata.
Da parecchio tempo sentiamo nominare questa “via” da amici motociclisti e da altri bikers. Ma sempre indicazioni frammentarie poco precise . Poi è oggettivamente lontana da Salsomaggiore e l’ avventurarsi in esplorazioni improvvisate  rischierebbe di tramutare una bella escursione in una avventura “masagambi” o “masacristian” per non parlare poi delle conseguenze sui rapporti matrimoniali di ciascuno dei componenti l’allegra brigata di “quelli che …il sabato mattina”.
Però questa via ci incuriosiva e non la si poteva lasciare inesplorata, e da percorrere.
Già l’altro sabato avevamo tentato di imboccarla .
Le piogge di metà settimana ci avevano consigliato di percorrere sentieri fuori dal bosco e la costa di Vigoleno-Cergallina si era dimostrata fantastica. La vista sui ridenti vigneti piacentini ormai in vendemmia ci ha regalato colori e profumi incredibili.
Luca non stava più nella pelle, e ad ogni abitato chiedeva notizia di questa fantomatica “Milanese” .  Alcuni cacciatori piacentini ci hanno mormorato di una carraia che saliva dalla tal osteria verso il crinale, ma avevano anche aggiunto che la jeep doveva inserire il “primino”.
Poi c’era da fare un sacco di asfalto e ci si allontanava troppo…bocciato.
E Luca frigge.
Paolo che è terribile, con la scusa di andare a controllare la lo stato della salita dei Melesi, si infila nel bosco.
Il resto della compagnia si adegua.
Beh in effetti il bosco è vestito a festa e si va senza grossi problemi. Ad un bivio Luca propone una deviazione, che in un qualche modo viene bocciata  (ma non la scappiamo, prima o poi la percorreremo)   .
La compagnia sale, più o meno agevolmente fino al passo. E adesso? La via ora scende verso Pozzolo da un lato, e dall’altro?
In settimana avevo dato più di una occhiata alle carte IGM della zona. Il responso della consultazione era chiaro. Di li si si va a Borla. Il fatto che sulla carta sia tracciata una carraia è una cosa. Che poi la carraia sia totalmente percorribile e che vada esattamente dove dice la carta è un altro. Si sa che le carte IGM non sono aggiornatissime e si sa anche che i boscaioli fan presto a cambiare le carraie per usufruire o meno di quel bosco anziché di quell’altro. Poi qualche frana, ed è un attimo trovarsi in grosse problematiche.
Ne discutiamo un po’, poi, non convinti ci dirigiamo verso Pozzolo.
Durante la veloce discesa, ho un grosso problema con il freno anteriore, e il gruppo decide di rientrare senza troppo rischiare…
La caccia alla “Milanesa” è solo rimandata.
Rimandata, ovviamente, al sabato successivo.
La bella stagione e il caldo hanno asciugato per bene i sentieri e ci avviamo cercando di percorrere la via più breve.
Non è sempre detto che la via più breve sia anche la più agevole e/o la più veloce. Sicuramente il giro che ne è scaturito è stato altamente spettacolare, anche se … in qualche tratto alcuni rovi hanno ostacolato la nostra marcia (tanto davanti c’era Paolo a fare da apripista) .
La partenza è subito in salita. Pronti via e si sale verso Cangelasio, e poi ancora, ricalcando l’escursione delle terme e dei castelli di fine agosto arriviamo allegri allegri a case Faieto, e di qui a Grotta per il solito bellissimo sentierino di costa sotto il monte Larino . Poi tra asfalto e strani tagli saliamo ancora fino a Pietra nera.
Dopo un curioso zigo zago,  Paolo e Luca si infilano lungo un esile traccia in discesa fra rovi e cespugli.
Il sentiero è degno compare di quello da me descritto e filmato in “Purgatorio”. Scende stretto e sconnesso fra rovi spinosi fino all’abitato di Aione. Veramente bello e tosto. Peccato che qua e la ci sia da fermarsi per non essere martoriati dai duri rami che ostacolano la marcia. Ma l’obiettivo è ancora lontano e ci osserva.
Noi lo osserviamo, con un po’ di preoccupazione, è veramente ancora troppo lontano. Ma stiamo andando bene. Due tornanti in asfalto, attraversiamo la fondo valle di Pellegrino e ci buttiamo nel greto dello Stirone.
Stiamo ripercorrendo a ritroso la parte finale della discesa degli Azzali. Paolo ci assicura che non faremo la salitona che porta all’abitato. Lo guardo dubbioso e già ansante. Intanto si va. Un po’ si sale, un po’ si scende. Sempre strappi secchi e morbide discese. Ma si va. Lasciamo alle spalle il bivio per Azzali e proseguiamo in questo ambiguo su e giù. Dopo un’ultima rampa davvero dura ci troviamo  davanti un dilemma. Andiamo a destra o a sinistra?. Noi dovremmo andare verso sinistra. E  andiamo. Pochi metri e la via è interrotta da una frana. Grande scoramento. Luca è convinto che al di la della frana la carraia continui; segni di inciviltà recente lo testimoniano.  Lascia la bici e va in esplorazione. Tempo pochi secondi e arriva secco il “si va !”. E si va.
Ancora poche pedalate e ci troviamo sulla inghiaiata che mena verso gli Azzali e di li a Borla.
La salita è piacevole anche se sotto il sole.
E’ Settembre e tutto è più dolce e ovattato.
La strada non abbaglia come sotto i raggi violenti di Luglio, ma assume un colore più tenue, più pastello rendendo più agevole e simpatico il pedalare.
Al valico ci troviamo di fronte un bivio, anzi a guardar meglio un trivio, per non dire un quadrivio (chissà come si chiama un incrocio di quattro sentieri che non incrociano esattamente…dubbi terribili sulle terminologie corrette  assalgono il biker già stanco di suo) . Comunque ci siamo, “la Milanesa  la’s duvrìs ciapar che!”  E Paolo parte alla carica e assale di brutto l’erta salita che ci si para davanti. Il resto della truppa è fiduciosa ma più cauta,  e affronta la dura salita centellinando le energie.
E di salita ce n’è! A tratti pare che si appiani, poi d’improvviso una brusca impennata. Questa strada l’avevamo già notata altre volte e ci sembrava corresse sul fianco della montagna in un tranquillo e gradevole falsopiano. Falso è sicuramente. Qua e la gli alberi si aprono e ci lasciano intravvedere la vallata sotto di noi. Lo spettacolo è veramente bello e a suo modo selvaggio.
Dal fondo della valle arrivano solo i suoni dell’umano lavoro dei campi. Qualche trattore sta finendo di arare, in altro luogo stanno spezzettando la legna prima di caricarla sui camions che la porterà in città ad accendere caminetti.  
Qua e la ci concediamo questi pochi istanti di poesia. Ma ne vale la pena.
Ora la strada viaggia effettivamente più fluida e piacevole e….siamo al bivio con la strada dei Melesi e quella di Pozzolo…come da carta! Grandi, grandissimi…
In effetti converrebbe farla al contrario, salire da Pozzolo e poi scendere in un unico lungo single track fino in Stirone…
Il problema è creare un tracciato valido per arrivare a Pozzolo senza fare troppo asfalto…
Ma lo troveremo.
Intanto ci godiamo la veloce discesa a Pozzolo.
Questa volta non ho problemi tecnici di nessun genere e lascio correre veloce la bici lungo la carraia…
C’è voluta una mattina per arrivare fin la in alto e ora..in un attino siamo a valle.
Ma non è finita. Pedalando attraverso il piccolo gruppo di case e sotto la chiesa stupendamente sistemata sopra un imponente roccione ofiolitico (come quello del lago di Pietra Nera più a valle)  ci interroghiamo di come si può fare per rientrare a casa senza fare le solite carraie…
Non è mica facile.
Ne ho fatta una poco tempo fa, ma stavo seguendo una traccia sbagliata e la ricordo male.
Decidiamo di percorrere ancora una volta “la Silva” e intanto ne approfittiamo per fare acqua alla fontanella.
Usciti dalla Silva dopo pochi colpi di pedale lasciamo l’asfalto e percorriamo uno splendido sentiero inizialmente di cresta, ma che poi si tuffa verso valle e che ci mena fin sopra i Sorenti.  Ad una gentile signora chiediamo come si può bypassare un pezzo di asfalto antipatico.
La signora scomoda il marito ancora intento al pranzo.
L’uomo ci fornisce le indicazioni necessarie e in un attimo siamo giù.
Che meraviglia. Mi divertono molti questi tagli fra prati e sentieri. Mi fanno sentire più libero e fanno apprezzare a pieno la mtb.
Poi ancora giù fino ad attraversare lo Stirone.
Lasciamo scivolare le bici sull’ampia carraia e lo spruzzo d’acqua del torrente ci rallegra le gambe.
Ora dobbiamo risalire verso Besozzola.
Mentre i lontani rintocchi del campanile ci ricordano che per molti è l’ora di pranzo percorriamo la salita che ci porterà a svalicare a Pietra Nera. Qualcuno mormora di fantomatiche feste a base di pane salame e griglia in una qualche casa colonica dei dintorni, mentre si aggrappa ad una melo e addenta un rosso pomo maturo. Le tasche della maglia sono gonfie di frutti nostrani.   
La escursione sta finendo, ma abbiamo ancora qualche freccia nella faretra e un po’ di energia nelle gambe.
A Grotta tagliamo di traverso, salutiamo una gentile signora mentre gli attraversiamo il cortile e saliamo sopra Bonassera.
Aggiriamo veloci una fattoria con mucche al pascolo e scendiamo verso valle.

Attraversiamo guardinghi una palizzata che chiude dei cavalli (non abbiamo fatto nulla di male, siamo sui sentieri segnalati dalla cartina escursionistica del comune) e ci lanciamo nell’ultima divertente discesa.
Mentre ci interroghiamo sull’esistenza o meno di un sentiero che aggiri il castello di Contignaco ci ritroviamo sulla provinciale che ci porterà a casa.
Ora sono 3 km di comodo asfalto…ma sull’ultima salitella Paolo lancia la volata…Luca risponde, e anch’io provo.
Dopo poco mollo, sono uscito di scia …e chi li riprende più.
Ci ritroviamo poco più in là  per i saluti….e la prossima escursione? Dove ci porterà? Quale nuovo sentiero?
Vediamo….

Il video di questa escursione è pubblicato su you tube al canale di stefano alinovi.
è anche possibile scaricare il file gpx dalla sezione itinerari di mtb forum, oppure chiedendomelo alla mail  stefano.alinovi@libero.it

 

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