mercoledì 25 settembre 2013

Allenamento in pista

Un’altra perla direttamente dal manuale di FW

Un buon fitwalker non cammina impettito come un soldatino di piombo, il suo movimento è molto armonioso e finalizzato alla ricerca di un’ottima spinta atta a favorire la fase di accelerazione del corpo. Il passo deve essere equilibrato, né troppo lungo né troppo corto, ma ben bilanciato rispetto ad altezza e lunghezza degli arti.
Il tronco deve assumere una posizione eretta e le spalle devono assumere una atteggiamento rilassato senza però cadere come un peso sul busto.

Flora ed io stiamo seguendo una tabella di allenamento apparsa sulla rivista "Camminare" un paio di mesi fa. La tabella è stata redatta da Maurizio Damilano per dar modo ai Fitwalkers di approcciare questa disciplina in modo corretto senza strafare o far troppo poco. La convinzione del redattore, e anche nostra, è di dare sia ai neofiti che ai camminatori esperti la possibilità di migliorare la tenuta fisica, e di praticare nel modo migliore il cammino "vigoroso".
La nostra tabella richiedeva una andatura lenta per circa 30 minuti,  successivamente dovevamo alternare 5 minuti veloci a 5 minuti lenti  per 2 volte. Come finale, l’allenamento prevedeva 5 allunghi sostenuti e in progressione.
La richiesta specifica della prova era quella di mantenere sempre una corretta postura e una particolare cura del gesto tecnico.
Per poter forzare l’andatura e curare il gesto tecnico, c’è bisogno di un posto tranquillo, con poca confusione, possibilmente in piano e con un terreno scorrevole. Quale posto migliore di una pista di atletica?
A Salsomaggiore, la pista c’è, è abbastanza rovinata, ma per le nostre esigenze va benissimo.
Decisione presa, sistemiamo i nostri tecnologici orologi gps ,e si parte.
Il paio di km che ci separano dalla pista di atletica servono a sciogliere gambe e braccia e a scaldare i muscoli, induriti dalle tensioni della giornata lavorativa.
Non è facile mantenere un passo ortodosso durante il percorso cittadino. Complici i marciapiedi, il traffico, la gente ferma in chiacchiere, la nostra andatura deve subire continue correzioni, il passo viene continuamente variato e lo stile ne soffre non poco. Le tensioni accumulate nel quotidiano stress lavorativo sono difficili da espellere, e rilassare i muscoli è veramente difficile.
Finalmente arrivati nella tranquilla tranquillità del campo, completiamo la parte di riscaldamento girando in pista. Questo ci permette di prendere confidenza con la “gommosità” del vecchio tartan. L’elasticità del fondo potrebbe “falsare” l’andatura e renderla innaturalmente saltellante.
Prima di iniziare con le variazioni procediamo con qualche minuto di esercizi di allungamento e di tecnica. Proviamo e riproviamo movimenti e passi.
Ok, ora ci sentiamo a posto ed iniziamo le variazioni.
Il primo lento lo camminiamo comunque di buona lena ed il passo complessivamente è buono e migliore di quello di riscaldamento. Viene il momento di impostare il passo medio/veloce. Iniziamo titubanti i 5 minuti veloci. Il gps fornisce dati poco attendibili, le curve della pista non sono adatte ad una misurazione corretta “dall’alto”, ci affidiamo alle sensazioni che, in questo momento sono più che buone. Il passo ci sembra discretamente veloce e anche ben eseguito.
Ben presto siamo di nuovo a passo lento. Lento poi non troppo. Ci confrontiamo con altri frequentatori della pista. Alcuni camminano in modo approssimativo e piuttosto “storti”, altri corricchiano…e farebbero forse meglio a camminare in modo “vigoroso”.
I giovani calciatori che vanno all’allenamento ci guardano con superiorità, facciamo finta di nulla e pestiamo sui nostri piedi passi sempre più efficaci.
Una dopo l’altra eseguiamo le nostre variazioni.
Ora dobbiamo fare 5 allunghi da 100 metri in progressione.
Dovremo cercare di mantenere la compostezza del gesto anche spingendo forte.
Sembra facile….ma non è.
Acceleriamo quasi al massimo fin dai primi metri e ci accorgiamo che ci stiamo dimenando molto ma che la velocità non è che sia aumentata tanto.
Rientriamo al punto di partenza cercando di sciogliere il passo.
Nell’allungo seguente partiamo con più calma e acceleriamo in progressione. Alla massima velocità ci imballiamo ancora una volta.
Ancora una accelerazione. Questa volta badiamo più al gesto e meno alla velocità e il tutto funziona meglio. Cominciamo ad essere un po’ stanchi e le gambe legnose rallentano il passo. Mi sento un pò buffo cercando di spingere due curiosi pezzi di legno che impropriamente provo a chiamare gambe. Finalmente finisce anche l’ultimo allungo e prendiamo la via di casa. Questi due chilometri finali non erano previsti dalla tabella, ma visto che dobbiamo rientrare, lo facciamo di passo lento e sciolto.
La gamba ormai abituata a velocità superiore fa si che ora si viaggi di ritmo lento, che poi così lento non è…
Soddisfatti dall’allenamento cominciamo a progettare il prossimo….


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