giovedì 26 settembre 2013

Biciclette

Ripropongo un passo carino tratto dal diario di strada durante il percorso della Via Francigena da Roma al passo del Gran San Bernardo del 2010 in occasione della staffetta Europea Europa-Compostela per l'anno santo compostellano.
In quella occasione Flora ed io percorremo l'intero tratto italiano della Via Francigena portando con noi il "bordone benedetto" (VilFred) . Le tappe da percorrere erano 44 ma i giorni a disposizione solamente 32. Ci siamo attrezzati portando ci al seguito le bici che abbiamo utilizzato per accorpare alcune tappe abbreviando così i tempi di percorrenza. Per risparmiare (visto che avevamo solo la sponsorizzazione in natura del Parmigiano Reggiano...e meno male) ci siamo portati dietro anche il nostro "camperone" che usavamo da ostello e da ristorante. Amici e volonterosi, associazioni ecc...ci aiutavano trasportando il nostro mezzo all'arrivo della tappa, oppure trasportavano noi alla partenza per recuperare il mezzo. In alcune tappe non avevamo nessun aiuto e ci siamo arrangiati con i mezzi pubblici e con le nostre gambe. Alla fine ne è uscita una avventura incredibilmente bella e affascinante. 
Durante questa incredibile escursione abbiamo trovato il modo di sposarci....ma è un altro capitolo del nostro diario che magari riproporrò in seguito...
Su you tube al canale di stefano alinovi è presente il video riassuntivo della gionata "francigena" qui sotto riporto il link di collegamento
sulla Via Francigena: da Campagnano a Vetralla

BICICLETTE
Non è detto che i protagonisti delle nostre giornate “pellegrine” siano solamente persone.
A volte sono mezzi meccanici, altre volte animali, altre volte addirittura il tempo atmosferico, oppure il tempo che passa e così via.
Flora non è particolarmente attratta dalla meccanica e non ha un gran feeling con tutto quello che si muove tramite ingranaggi e pignoni. Ma è noto che anche i mezzi meccanici hanno un’anima e avvertono quando un umano prova sentimenti di timore o diffidenza. Flora non disprezza la meccanica, ma spesso ne prova rispettoso timore reverenziale; questo viene percepito in modo netto ed inequivocabile dall’apparato pignone-munito.
Detto apparato, quindi, si diverte come un matto a farla arrabbiare.
In questa tappa, questa sommatoria di parti metalliche e plastiche detta “bici di Flora” ne combinerà di tutti i colori.

Ma andiamo con ordine.
La seconda giornata del nostro cammino prevedeva la tratta Campagnano – Sutri – Vetralla, doppia tappa per un totale di circa 47 km con circa 500 metri di dislivello da percorrere in bicicletta. Abbiamo portato le nostre mtb, opportunamente modificate per consentirci una marcia tranquilla su qualsiasi tipo di terreno.
Per questa tappa abbiamo un grosso problema da risolvere. Non abbiamo  supporto locale che ci possa assistere nel trasporto del camper, quindi dobbiamo arrangiarci con le nostre forze, facendo uso dei mezzi pubblici e/o delle nostre gambe.
Flora ha una idea geniale:
ci spostiamo col mezzo a Sutri e di lì, in bici si va e si torna da Campagnano. Poi mangiamo comodi nel camper e nel pomeriggio ripartiamo  per Vetralla, da dove ritorneremo con treno o autobus. Diventano 70km invece di 47, ma si può fare!”
Arrivare a Sutri col Westfalia è stato uno scherzo. Il sole quasi caldo e l’aria frizzante ci hanno aiutato a prepararci in un attimo.
E da Sutri siamo partiti alla volta di Campagnano.
Fin qui tutto bene.
Il tratto da Sutri a Campagnano (e ritorno, ovviamente) è veramente molto bello. La campagna laziale è stupenda e colorata di tutti i fiori della primavera. Tutto concorre a comporre immagini stupende, alta erba gialla e verde, carraie di terra scura, noccioleti rigogliosi e strade bianchissime che abbagliano sotto il sole cocente del mezzogiorno.
Qua e là, quasi con noncuranza, emergono tratti lastricati di antiche vie romane, mentre greggi di tranquille pecore brucano nei prati. Non c’è un metro in piano, è tutto un dolce saliscendi per strade bianche larghissime che da noi sarebbero state tranquillamente asfaltate per farne strade statali.
L’aria ancora fresca e il sole caldo danno forza alle gambe, siamo entusiasti, controlliamo la segnaletica, confrontiamo percorsi, scavalchiamo cancelli, va tutto benone, che meraviglia!!! In un tratto particolarmente fangoso Flora cade, cosa che la mette solitamente di pessimo umore, ma la giornata è così bella che quasi non se ne accorge e si dimentica subito. Salvo poi esibire per due settimane le ferite di guerra, gnicconi e lividi vari, ma pazienza...
Con questa felicità negli occhi e nel cuore rientriamo a Sutri, mangiamo, beviamo e ci facciamo anche un buon caffè.
Siam lì per ripartire quando Flo mi chiede, con aria candida, se le gonfio un po' la bici. Una rapida occhiata alla ruota ed è chiaro che è buca. Non è un problema, cinque minuti e si cambia! Cinque minuti e la camera d’aria è sostituita. Ma, stupido che non sono altro, appena partiti mi ricordo che non ho aggiunto un’altra camera d’aria nello zaino.
Massìiiiiiii dai, con una facciamo, non bucheremo mica tre volte in un giorno! Poi ho le bombolette riparanti… tra le camere d’aria e la copertura c’è il nastro in kevlar, poi la camera d’aria è autoriparante, perbacco! Non ho considerato però che avevo tolto dalla copertura di Flo due belle spine... E, soprattutto, non ho considerato che è noto che la bici è dispettosa come una scimmia.

Positivi come al mattino ripartiamo. Ma il pomeriggio comincia con tutta altra musica. Nonostante il navigatore non riusciamo a trovare il sentiero per uscire da Sutri e andare verso Capranica. Gira e rigira, guarda e riguarda, andiamo a sbattere rigorosamente contro un cancello chiuso che entra in una parte dell'area archeologica, per giunta molto alto. Me la prendo col navigatore che mi da errori troppo grandi, e stiamo per ritornare sulla statale per riprendere il tracciato più in là quando, miracolosamente, il cancello si apre.
Ma non è stata comunque una grande idea insistere nel voler percorrere il sentiero ufficiale in modo rigoroso.
Ci troviamo a pedalare in un budello stretto con erba altissima, fra rovi e rose canine, che sono bellissime, ma pungono e lacerano pelle e abiti. E la pelle ricresce, pazienza, ma gli abiti costano! Un grido straziante di Flo mi fa spaventare. Ha visto una biscia… nera... Tutto l'ambiente fa un po’ “senso”, è vero…
A conti fatti per percorrere 1 km per uscire da Sutri abbiamo impiegato quasi un’ora…Ma ora bene, tutto risolto! Da Capranica non manca poi molto a Vetralla, in poco più di un’ora arriviamo, poi prendiamo il treno ed è un attimo... Palo.
A Capranica, Flo mi dice che sente la ruota davanti che “non volta bene”. In effetti è sgonfia, non completamente, ma è sgonfia.
Qui inizio uno show che durerà fino a notte.
Il tempo sta passando troppo in fretta, abbiamo da fare tanta strada e la bici è buca…
Controllo che il copertone non abbia spine residue e decido di riparare la camera d’aria con la bomboletta riparante. Pronti via, il tutto mi scappa dalle mani, col risultato che la ruota è quasi gonfia ma la bomboletta è un ammasso di schiuma che si va ingrandendo a dismisura, schiuma che mi imbratta mani, pantaloni, gambe... ce n’è ovunque. Lancio lontano la bomboletta che sussulta sparando l'ultima schiuma rimasta. Ma quanta ce n'è in un bagaglino così piccolo?
Una mano della Flo davanti alla mia bocca impedisce l’uscita di parole poco edificanti per un pellegrino.
Pulito pellegrino ed eliminata bomboletta e schiuma, ripartiamo.
Al di là di tutte le vicissitudini e problematiche meccaniche patite, anche il tratto che stiamo percorrendo è di grande bellezza.
In alcuni momenti ci si sente proiettati in un’altra dimensione, in cui attraversi il passato ma sei completamente avulso dal presente e il futuro è sospeso, appeso, e non si muove.
Avanzando nell’erba, persino il frusciare delle ruote sembra dare disturbo a questa atmosfera eterna resa magicamente austera dalla seriosa presenza del tufo.
Così, passando il più delicatamente possibile, speri che la tappa non finisca mai...
Ma il tempo passa… Le indicazioni delle strade che incrociamo ci dicono che siamo ad un tiro di schioppo da Vetralla e quindi, pensiamo noi, dall’arrivo.
Stolti!!!
La ruota anteriore della mtb di Flora, quella schiumata, inizia preoccupantemente a sgonfiarsi.
Intanto, percorriamo un bellissimo sentiero in un parco a pochi km da Vetralla, su un circuito da mtb. Con la mia Specialized mi diverto come un matto, ma ho sempre un occhio sulle condizioni del mezzo di Flo.
Arriviamo finalmente alle porte di Vetralla e iniziamo a chiedere dove è la stazione ferroviaria per tornare a Sutri a recuperare il camper. Dopo alcune indicazioni un po’ contrastanti tra loro finalmente riceviamo la dritta precisa.
La stazione non è a Vetralla, ma in una frazione a qualche km. Ci accorgiamo ben presto che stiamo ritornando indietro e che avevamo già sfiorato la frazione sopraccitata ma pazienza...
Intanto la sua ruota della bici di Flora è definitivamente a terra.
Con le orecchie basse, spingendo a mano i mezzi meccanici raggiungiamo la stazione.

Per fare passare l’ora che manca ancora all’arrivo del treno inizio a smontare la ruota buca per sostituire la camera d’aria. Ne ho ancora una...
Sarà la stanchezza, sarà la rabbia, sarà che ci vedo poco senza occhiali, sarà che ho un po' fretta, sarà che c’è gente che mi guarda… Sarà non lo so, ma ne combino una più di Bertoldo. Il copertone è durissimo e non si scalza. Nel tentativo rompo una delle leve di plastica, e mi gioco un pezzo di paradiso. Poi spreco un quantitativo tremendo di energie per rimontare il tutto e quando vado per rigonfiare la ruota, prendo in mano la pompa e vedo che un pezzettino di qualcosa rotola nell’erba. Penso che sia dello sporco attaccato alla pompa, inizio a pompare e niente, la pompa soffia come una disperata ma l’aria va dappertutto meno che  dove dovrebbe andare.
Guardo la pompa e mi accorgo che alla mia bellissima ed efficientissima pompa in kevlar manca la guarnizione di tenuta dell’aria ed è quindi inutilizzabile!
Inutilmente cerco la guarnizione nel prato. Ma ho le bombolette con l’aria compressa!
Estraggo tutto dallo zaino (ma quanta roba ho, dentro questo zaino?!?)
Inizio a insufflare e la ruota si gonfia, ma udite udite… si sgonfia subito.Sicuramente ha un  foro da me provocato nel rimontare il durissimo copertone.
Intanto ho finito tutte le scorte. Il treno sta per arrivare e non abbiamo nemmeno i biglietti.
Flo si presenta al controllore ancora sporca dalla caduta nel fango del mattino (I pellegrini mica si cambiano dopo mezza giornata! E se poi cado ancora? Al secondo giorno ho finito i vestiti!), con la bici avente la ruota anteriore dotata di solo cerchio,  con copertone a tracolla uso Girardengo e con occhi dolci da cocker disperso.
Il controllore, un ragazzo di una gentilezza incredibile, naturalmente si commuove.
Ci aiuta a mettere le bici sul treno e ci esenta d'ufficio dal pagamento del biglietto.
La giornata sembra apparentemente ormai conclusa, senonché... La stazione Sutri-Capranica è a 5 km da Sutri e ormai il sole cala insieme alla sera sulla campagna laziale...
Un enorme disco rosso fuoco accompagna la mia pedalata solitaria verso Sutri.
Ho lasciato Flo “parcheggiata” alla stazione e mi sono catapultato verso Sutri dove c’è parcheggiato il West. Fortunatamente dopo un primo km di forte salita, la strada verso Sutri è completamente in discesa. Devo dire che l’ho volata!
Piazzo in qualche modo la bici sul camper e vado a riprende la futura moglie alla stazione.
Nel frattempo Flo ha fatto amicizia con una ragazza straordinaria. Questa ragazza, giovane, tutte le sere va nel giardinetto antistante alla stazione e porta da mangiare per tutti i gatti e i cani randagi che girano li attorno. Poi pulisce la vaschetta bassa della fontanella, tappa lo scarico e gli fa la vaschetta per bere. Questo tutte le sante sere….
E i gatti e i cani randagi, finita la cena, si sistemano vicino ad un camper parcheggiato sotto un lampione e guardano uno strano tizio che, ancora in tenuta ciclistica, col buio, tenta di riparare una ruota disastrata.
Ora l’operazione riesce e, per non sapere né leggere né scrivere, sostituisco anche il copertone. Il problema è solamente che ormai ho finito anche le bombolette d’aria compressa. Con cosa la gonfio la bici?
Brontolando sistemo per bene le bici sul camper.

Un altro treno che viene da Viterbo arriva in stazione scaricando gli ultimi pendolari della giornata. Un ragazzo si avvicina e inizia a chiedermi info sulle bici.  Vede subito (anche col buio certe cose si capiscono) che sono bici di buona qualità e quindi scambiamo quattro chiacchiere. Ci voleva un attimo di serenità per rilassarmi un po’. Intanto che ci sono chiedo se c’è un negozio di ricambi per bici a Viterbo e se è facilmente rintracciabile. Devo rimpinguare le scorte per la prossima tappa. Con grande entusiasmo e dovizia di particolari il giovane mi spiega dove sono e che materiale hanno e chi è più caro e chi meno. Praticamente perfetto...
Caricato il tutto e sistemato bici e materiale mi lavo alla fontanella dei gatti. Flo mi controlla da vicino. Devo ripulire l’acqua della vaschetta per gli amici animali.
Non brontolo nemmeno, anzi...
A notte fonda arriviamo in parcheggio a Vetralla e ci concediamo una buona cena, finalmente tranquilli nel nostro camperone. Il sonno ristoratore non fatica ad arrivare.
Da  domani si cammina. Speriamo di non rompere le scarpe!    

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