domenica 29 settembre 2013

Calanchi, vigneti,briganti…(escursione nel vicino piacentino)

Il ciclone Nefertari, si sta avvicinando velocemente e si vede. Il bel cielo azzurro dei giorni scorsi ha lasciato il posto ad una grigia nuvolaglia alta e stratificata. L’aria frizzante è diventata calda e umida, quasi appiccicosa, che si fatica a respirarla. Come ti muovi sudi. Niente paura, “quelli che il sabato mattina” si ritrovano e, insensibili ai capricci atmosferici, partono per una escursione da farsi assolutamente sul terreno asciutto. Viste le previsioni per i giorni successivi…oggi o mai più, o quasi. L’autunno si avvicina a passi veloci e le temperature ben presto si abbasseranno e i terreni fangosi resteranno fangosi per un bel po’….a meno che!
Anche quest’oggi il prode Andrea da Carpi si è catapultato a Salsomaggiore per vivere un’altra escursione in nostra compagnia. Ormai è dei nostri…
Oggi vogliamo andare a pedalare fra le coste e i vigneti del piacentino, appena di la dallo Stirone, e sopra l’Arda. Partiamo molto tranquilli sulla salita della Bellaria e puntiamo verso Cangelasio. Poi per rodare le gambe giriamo su a destra per una secca e sassosa salita. Scendiamo a Cangelasio e imbocchiamo la strada bianca della Gavazzola. Invece di scendere verso la solita azienda agricola teniamo la sinistra su un bel sentiero che ci porta con bel single track fino in valle proprio davanti ad un noto ristorante.
Dobbiamo salire fin sopra Vigoleno e, pedalando, decidiamo da che parte “assaltare” l’antico e turrito borgo. Appena sopra Case Orsi, al bivio lasciamo la strada canonica e affrontiamo il solito salitone sterrato che ci mette in sintonia con le pendenze che affronteremo nei prossimi chilometri. Questa mattina mi sono vestito troppo e sto sudando esageratamente. Grondo come in piena estate. Questa terribile umidità da veramente fastidio, sembra di essere nella “bassa” più bassa, solamente che qui stiamo faticando in salita. Un attimo di riposo e poi ancora su per un sentiero “nuovo” che ci permetterà di arrivare alle antenne sopra l’antigo borgo medievale di Vigoleno.
Fortunatamente qualche brava persona ha provveduto a pulire il sentiero dai fitti rovi…meno male. Il sentiero, viaggia dapprima in  salita tranquilla, poi si alza in modo secco, non inaspettato, ma deciso.
Si soffre nello strappo ma si sale. Appena finito, mentre transita il buon Andrea, mi fermo per spogliarmi un po’. Sono bagnato fradicio, infilo la maglia nello zaino e raggiungo i soci che mi aspettano nel prato un pò più avanti. Scendiamo veloci e ci avviamo verso la cresta che porta a Cergallina. Passando attraverso la piccola borgata di Mazzaschi incrocio una ex collega di mia moglie che provo a salutare. Ovviamente la ragazza non mi riconosce così bardato e prosegue il suo cammino pensieroso. Coltello fra i denti e affrontiamo la prima salita sassosa della cresta. Salgo abbastanza tranquillo ma non è mai una passeggiata.
Dopo la dura salita una lunga discesa ci fa riposare un po’. Qua in cresta, all’aperto, c’è un po’ più d’aria e meno umidità, si respira meglio, ed è tutto un altro pedalare. Passando davanti all’ennesimo ristorante si mormora sulle qualità e la quantità di cibo che si potrebbe mangiare, e con che compagnia…Questo ci serve a rilassare le gambe prima della prossima dura e lunga salita. Detto e fatto eccola. Attacchiamo la lunga rampa che ci porterà a Cergallina.
Il fondo a sassi smossi, più che la pendenza, ci impegna a fondo, e dobbiamo mettercela tutta per superare le balze che ci separano dalla sommità della cresta.
Ora affrontiamo il sentiero “dei briganti”. In realtà questo sentiero è tracciato CAI ed ha un suo numero, ma durante la manifestazione “la notte dei briganti”, lo si percorre in questo senso di marcia per arrivare a Vernasca provenendo da Vigoleno.
Un cielo sempre ben nuvoloso accompagna la nostra allegra discesa in fondo al valloncello. Purtroppo la discesa dura poco e ben presto ci ritroviamo a spingere duramente sui pedali per la risalita verso Vernasca. Fortunatamente la pendenza è pedalabile; se avessimo percorso il tracciato in senso opposto sarebbe stato ben peggio.

Davanti alla chiesa ci abbeveriamo alla fontana. In piazza chiediamo info per arrivare a guadare l’Arda e…boh, vedremo poi cosa fare. Due anziani signori, con il tipico intercalare piacentino, ci spiegano dove andare e dove passare. Mille ringraziamenti, pronti via e sbagliamo strada. Come sempre. Fortunatamente le nostre mtb ci mettono una pezza e dopo aver attraversato un prato torniamo sulla retta via. Attraversiamo un piccolo gruppo di case coloniche e dopo aver chiesto conferme riprendiamo la discesa verso il fiume.
Una carraia che gira a sinistra ci depista e ci fa finire in un prato senza uscita…peccato…Torniamo rapidamente sulle nostre pedalate  e scendiamo ora rapidi e sicuri fin sulla strada. Paolo attraversa e, guada immediatamente l’Arda, e si ritrova dall’altra parte su comoda strada bianca. Noi ligi alle spiegazioni dateci in paese andiamo avanti in direzione Morfasso, cercando un guado che non troviamo. Messi alle strette attraversiamo dove possiamo e in qualche modo. Sull’altra sponda  Paolo va avanti e indietro sghignazzando. Ci spiegherà poi che queste vie le percorreva in modo e quindi…
Ora pedaliamo veloci sulla strada bianca lungo il fiume e ben presto siamo nelle terre di Marco Aurelio Fontana…il campione..
Qui a Lugagnano van forte con la mtb, e noi manteniamo un profilo abbastanza basso. Ora dobbiamo cercare di rimontare la costa per tornare verso casa. La, sopra una cava, si vede una bella carraia che sale…proviamo da quella parte, ma una siepe ci chiude la via. Prendiamo speranzosi una bella strada bianca che sale a fianco della siepe. Sul navigatore mi sembra di scorgere una traccia promettente. La direzione è quella giusta. Saliamo un po’ ma poi la bella carraia si ferma in una casa….fine della salita. Fortunatamente un brav’uomo ci da le indicazioni giuste, scendiamo per la medesima via di salita e imbocchiamo una bella pista ciclabile, che ci porta fino al bivio per l’abitato di Mariani. Ora scorgiamo nettamente una bella carraia fra le vigne che porta in alto. Sembra piuttosto ripida….ma basta che ci porti in quota…va sempre bene. Mentre saliamo scorgiamo una via erbosa a destra, ma passa attraverso delle abitazioni….ma…mi..mo saliamo per la diretta. Ad un certo punto la pendenza è eccessiva e anche Paolo e Luca devono rassegnarsi a spingere.
Spingiamo le nostre mtb attaverso le vigne appena svuotate di ricchi grappoli di buona uva che, sicuramente farà del buon vino. Il profumo della vendemmia appena avvenuta aleggia ancora nell’aria calda ma dai sapori e colori decisamente autunnali. Con una bella faticata arriviamo di costa e rimontiamo in bici, Pedalando a zig zag (io) in un bel pratone arriviamo proprio sul sentiero che avevamo pronosticato di percorrere per il ritorno. Siamo sulla costa che porta a Bacedasco Alto.
Sotto di noi, verso Castell’Arquato scendono a dolce pendio filari e filari di viti, dalla parte opposta, guardando la costa di Vigoleno ripidi versanti a calanchi.
In un costante susseguirsi di veloci e divertenti saliscendi arriviamo sulla strada asfaltata nei pressi di Bacedasco. Bello, bello davvero . Fin qui il tour è stato faticoso ma divertente. Ora, mentre scendiamo per tortuosa e stretta strada asfaltata pensiamo da che parte risalire verso Vigoleno. Ricordo, che, anni fa, avevo imboccato un sentiero in salita che mi aveva portato fin sotto le antenne di Vigoleno. Il sentiero era segnalato…quindi. Quindi ritroviamo la segnalazione e affrontiamo quest’ultima dura prova in salita. Il sentiero che percorriamo è davvero bello, duro ma sempre ben pedalabile. Quasi tutto boschivo, il percorso,  qua e la si apre in chiari prati, che danno respiro.
In mezzo al bosco l’aria è tornata a farsi umida e pesante,  e acuisce il senso di fatica che comincia a farsi sentire nelle nostre gambe. Andrea ed io, fanalini di coda del piccolo gruppo, finalmente arriviamo al culmine della salita ci fermiamo un attimo a bere un sorso prima della lunga cavalcata in discesa che ci porterà a guadare lo Stirone, prima dell’ultima fatica sabatina.
Le nostre bici corrono veloci lungo i sentieri e fra i vigneti.
La terra arsa ora bianca ora rossa, da colore ad una mattinata abbastanza smorta, mentre, a dispetto delle previsioni, qualche raggio di sole arriva a vivacizzare un po’ l’atmosfera. Per qualche momento il sole spazza la caligine umida e un po’ d’aria da respiro ai nostri polmoni e asciuga le magliette fradice. Guadiamo il secco Stirone, e siamo di nuovo nel “parmigiano”. Percorriamo per breve tratto, un po’ del parco dello Stirone e  affrontiamo l’ultima asperità della giornata. La salita degli Stirpi. Ma ormai ne abbiamo fatte tante…che ci “beviamo” anche questa senza battere ciglio. Ancora uno stupendo percorso di costa, e affrontiamo in discesa quella che questa mattina era stata “l’aperitivo” di tutte le salite.
Giust’appunto, l’aperitivo….siamo quasi a casa e l’orario è decente.
Tutto bene….
Anche oggi una cinquantina di km abbondanti per un altro tranquillo 1500m di dislivello.
Ci salutiamo dandoci appuntamento alla prossima escursione. Speriamo che il tempo ci sia propizio…


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